Il futuro a 5 Stelle

Il futuro a 5 Stelle
Il futuro con il Movimento 5 stelle é un dono del cielo

lunedì 18 luglio 2016

Tutti pazzi per Gavina


Tutti pazzi per Gavina ma forse non tutti sanno che si tratta di un prodotto OGM, proprio così, Gavina é geneticamente modificata ( un po come Donatella Versace, per capirci, anzi, lei é rifatta; altra tecnica) scherzi a parte, La mini anguria "Sarda" non é un prodotto naturale. Buona, anzi bona e gustosa, per carità, ma é lo stesso prodotto coltivato in Spagna, In Sicilia, in Sud America, in cina e in Giappone, dove in quest'ultimo paese le fanno anche quadrate. insomma Gavina non é un'esclusiva prodotta in sardegna, ma bensì il risultato sperimentale di selezioni adatti a soddisfare un mercato globalizzato.

Non é un caso che Gavina sia sterile, non contiene semi. Chi vuole coltivarla deve comprare i semi da chi possiede il brevetto genetico; ma di solito sono loro stessi che usano i terreni altrui, o impossessandosene, per controllarne meglio tutto il processo di produzione e di mercato.
L'OGM , questo metodo applicato in agricoltura, che cambia decisamente la vita di tutti, é molto chiacchierato e criticato dai mass media mondiali, perché non se né conoscono ancora gli effetti sulla salute, e a livello ambientale nel tempo; ormai ha sostituito i metodi agricoli arcaici che conoscevamo. Ha cambiato i flussi economici, eliminando quegli regionali e locali, e si spostano in grandi aree; vedi il Sud della Spagna; dove le estensioni di produzione agricola (OGM) si estendono per centinaia di migliaia di chilometri quadrati scelte appositamente per la produzione specializzata, e brevettata, da cui traggono la maggior parte del fabbisogno alimentare europeo, per quanto riguarda gli ortofrutticoli.
Immaginate lo scompenso economico già palpabile, in dimensioni miserevoli di povertà imposta, che rende tutti schiavi e dipendenti, dove si produceva quasi a chilometro zero.
E immaginate anche quando nelle zone scelte saranno abbandonate perché non produrranno piú nulla, neppure con il supporto della chimica, giá abbondantemente applicato pericolosamente.
Il terreno avrà senza dubbio il suo bisogno periodico di fermo biologico per rigenerarsi. Ebbene a tal punto cosa succederà? 
Massimo esempio italiano che é specchio riflettore di tante altre zone geografiche in Europa: si tornerà alla pianura padana devastata nel frattempo con le attività industriali? Mi pare improbabile. Nel campidano dove lo spazio destinato all'agricoltura é sempre piú ridotto? Dove coltiveranno allora Gavina?
Nonostante gli sforzi, il concetto a chilometro zero, a livello globale non esiste. Nel mercato impazzito in cui nasce Gavina e tanti altri prodotti sterili, non vi é nessuna prospettiva di continuità, non vi é prospettiva di convenienza economica collettiva, quindi neanche di sopravvivenza. Pensate a questo ragionamento quando né state saggiando una bella fetta fresca fresca, e senza l'imbarazzo di non sapere dove sputare il seme quando siete sotto l'ombrellone belli e rilassati...
Vi informo poi che all'estero di angurie chiamate Gavina non vi é nessuna traccia, ma mini angurie provenienti dalla Spagna e altre località del mondo a tonnellate; uguali, identiche spiccicate, la quale manca solo la parola, tutte sono frutto dello stesso studio e della stessa tecnologia nel selezionare e inventare nuovi prodotti...
Dobbiamo difenderci dalla pubblicità ingannevole e illusoria per molti motivi, anche quando apparentemente ci sia un buon ritorno economico, per alcuni...
Ci fregano come vogliono e tutti contenti...
Eppure erano mille volte meglio le angurie di Arborea. Mica mancava il business stagionale di questo meraviglioso frutto. 
Attenti al mercato imposto signori, potrebbe essere il metodo piú efficace e conveniente per estinguerci...

Di Barolus Viginti

Immigranti sono merce umana per produrre utili per pochi

A cosa servono queste masse costrette a scappare dalle loro terre senza diritti, senza dignità, senza rispetto; calpestati uccisi straziati nel fisico e nell'anima?
Possiamo sapere i motivi la quale sono costretti a scappare con i soli pochi stracci che si portano dietro, ma vi sono molti lati oscuri sul perché alcuni paesi europei, la quale anche l'Italia e la Germania, abbiano aperto totalmente e incondizionatamente le porte a questa gente, pur sapendo che nel lungo termine non si rivelerà certo un giusto e sensato investimento.
A livello economico e sociale integrativo, con tutta la buona volontà che ci mette la Germania ( l' Italia un pó meno )
Faccio presente che la Germania ha migliori metodi di controllo e di assistenza integrativa. Dispiace dirlo, ma é la verità. In Italia sono giá molti i migranti lasciati liberi al loro destino, che vagano pericolosamente nel territorio.
Insomma nell'insieme non vi é spazio per individuare un tornaconto utile che faccia veramente bene al paese e all'Europa.
Ciò nonostante i politici europei spinti da altri interessi di parte, seguitano con queste politiche assistenziali senza neppure avere adottato un programma di lungo termine che né determina inizio e una fine, e con un dovuto resoconto positivo. Nulla di tutto di tutto ció, tutto é un 'incognita in questa Europa frantumata da mille contraddizioni. Possiamo solo dedurre che esiste un'invasione intercontinentale di bisognosi in atto a cui bisogna elargire esose risorse, ma non sappiamo se quanto speso sia proficuo, o determina dei guai futuri piú insidiosi.

Per tanto io un'idea me la sono fatta:
I migranti sono solo fonte, immediata, di guadagno per le onlus, la Caritas e altri organi costituiti per accaparrarsi il denaro finanziato per le accoglienze ( una montagna di soldi solo per l'Italia ) e loro dovere quindi trattarli bene e con i guanti bianchi. I migranti questo lo sanno e né approfittano. 
A chi di noi nelle stesse condizioni verrebbe mai in mente di sfasciare tutto in casa di chi ci ospita? (Nulla succede a caso...) e i migranti il caso lo hanno percepito sin da quando hanno deciso di approdare nelle nostre coste: sanno già che possono pretendere piú di quanto é loro dovuto, per questo spaccano tutto, anche il letto in cui dormono, e il bagno ( che in patria non hanno mai avuto ) in cui dovrebbero curare il loro aspetto igienico, e salvaguardare la loro stessa salute, e quella degli altri. 
Spaccano tutto per avere dei beni superflui che non hanno mai avuto e che mai si sono potuto permettere di acquistare, l'WI-FI e Internet ad esempio; questi innescano delle situazioni di pericolo per delle pretese superflue in condizioni di precarietà della stessa loro condizione di vita, che é in uno stato di emergenza che ripara a salvaguardare la loro stessa sopravvivenza. 
É questo l'aspetto inaccettabile che inquieta tutti, e che fa pensare a nuovi approcci risolutivi nei confronti di questa gente, e ci riempie di indignazione.
In Germania chi rompe paga e viene espulso immediatamente. Chiunque fomenta ribellione e disordini viene preso e isolato senza tanti complimenti. In Italia invece sfasciano Alberghi a cinque stelle per poi essere accomodati in altri luogo a loro piú convenienti. La cosa é inaccettabile sotto ogni punto di vista, ma nessuna condanna mai arriva, mai una presa di posizione efficace per isolare i focolai di ribellione.
Altra mentalità in Italia: sfasciare, distruggere non é un problema ( per certe menti bacate e senza scrupoli) anzi, vuol dire nuovi progetti, nuovo denaro da estirpare dalle casse pubbliche, altri appalti da spartire; altro business a circuito chiuso, che vanno a pesare incisivamente su tutto il contesto economico generale. E questo il problema che la politica non riesce a vedere, al contrario: e in questo tipo di affari che né trae personali guadagni. É la logica dei corrotti e dei corruttori, e degli avvoltoi assettati di denaro, della supremazia ingrata di chi crede che gli affari si fanno in quel modo, di chi crede poi di appartenere a certa élite cui spettano anche incondizionatamente tutti i meriti.
É la società fasulla da cui bisogna guardarsi, da cui bisogna difendersi, che bisogna neutralizzare con scelte elettorali giuste...

Torniamo agli esodi di massa:
Si tratta di un business temporale che un giorno dovrà finire. Dovrà finire a dispetto dell'integrazione non avvenuta, e a dispetto dello scenario piú gravoso a cui le nostre società andranno incontro nel prossimo futuro, quando queste masse di immigrati senza nessun controllo, né arte, né parte, saranno liberi di girare come ordigni a orologeria nel nostro territorio.
Saranno guai seri alla faccia di chi sostiene che questi soggetti siano preziosi per la nostra economia (e qui bisogna fare un punto a parte di riflessione e di domanda ) con riferimento alla sola Europa: ma se in seguito a un mondo che cambia vertiginosamente dove la tecnologia, le dislocazioni industriali, le nuove strategie di mercato, le nuove strategie di marketing a tutti i livelli, etc. etc. hanno licenziato milioni di persone, ne hanno mandati altrettanti in aspettativa,e altrettanti ancora in uno stato di precarietà; mi dite come cazzo fanno a integrare queste masse di disperati senza mestiere, né titoli di studio e nessuna attinenza di adattabilità ambientale?...
A me la Boldrini e quanti sostengono il contrario, devono spiegare questi concetti, nel caso abbiano delle risposte (immagino sicuramente ingannevoli e devianti di sicuro) ho ancora alcune domande di riserva che toccano argomenti di religione, di numeri, quindi di percentuali etniche a confronto, di maggioranze e di minoranze etniche, la quale metterebbero indubbiamente in serio rischio la nostra cultura e il nostro stesso stile di vita, e che meriterebbero delle riflessioni analitiche profonde. Tutto ciò in un normale contesto di convivenza, se possiamo definirlo tale considerando il riversamento di queste masse nei nostri territori. Che dire poi dell'integralismo islamico con tutte le sue pretese? Sarete pronti eventualmente a cedere il Vaticano all'islam?



Io non vedo traguardi celestiali in questa storia, né pagine gloriose  da scrivere, e di contenuti che andranno a iniettare orgoglio a chi verrà dopo di noi. 
Vedo solo gli errori a catena di gente che ancora non ha capito nulla, e la mia preoccupazione é che questa gente stá ancora lí in pieno svolgimento di assembramento delle nostre sciagure future..



Di Barolus Viginti

sabato 16 luglio 2016

La notte dei sonnambuli (Golpe in Turchia)


La notte dei sonnambuli ( Golpe in Turchia)
Se non altro per cancellare la delusione del golpe fallito in Turchia, né potrebbe uscire una storia surreale da raccontare come si fa nei Best Seller di fantasia, o in un sogno, e per altri magari come in un vero incubo.
Tutti aspettavano con ansia la caduta di Erdogan ma evidentemente il piano non ha funzionato, non ha funzionato perché per estromettere un governo legittimo ( eletto con elezioni truccate ) non basta bloccare dei ponti, gli organi di informazione e circondare il palazzo presidenziale. Un golpe funziona solo se cadono le teste al comando; mentre quelle invece sono rimaste libere ed efficienti nelle loro funzioni.
Ma a parte la maldestra figura di quella parte di forze armate deviate, insorte contro il regime, la caduta di Erdogan in effetti faceva comodo a tutti, anche ai paesi Nato di cui la stessa Turchia fa parte. Erdogan é un personaggio dalle tante facce, non tanto ben voluto in Patria, e neppure all'estero, nonostante il potere che impersona e i rapporti di affari internazionali, per altro unico collante che garantisce "friendship", quindi anche apparente stabilità Nazionale e internazionale. Un fantoccio scomodo; uno spaventa passero temuto e odiato. Uno sciacallo in Siria.
 Insomma, Erdogan: spietato con gli avversari politici e con chi insorge, carnefice con le minoranze, in particolare con i Curdi; nemico del regime siriano da cui approfittando del caos provocato da lunghi anni di guerra, riesce a razziare di tutto come uno sciacallo .
Erdogan poi che vuole entrare in Europa ma non trova giustamente i consensi necessari. Grazie a Dio. Erdogan sostenuto dall'Europa (in mancanza di altro) quasi con certa costrizione, ma quello é e con lui bisogna dialogare. Erdogan che bisticcia con la Russia, che minaccia l'Egitto, che ammonisce Israele e guarda in cagnesco gli americani. Erdogan instancabile cane da combattimento che difende solo i suoi interessi, la sua casta, la sua tribù.
Erdogan  che fa il muso duro sul groppone della Nato, ghigna col suo manto che nasconde la bestia; immune, quasi invulnerabile, impunito, e a mala voglia punto di riferimento nelle grandi decisioni geopolitiche del mondo; ma anche un altro per il resto del mondo andava bene.
Erdogan quindi, il potente "Sultano" per quel che ha fatto e per quel che potrebbe ancora fare, in fine dei conti non interessa e non serve più a nessuno, se non a quella ciurmaglia di nomenclatura che rappresenta. Questo è il quadro la cui cornice inadeguata stava per essere rimossa in modo maldestro.
Un vero peccato che il golpe sia fallito; dal che dopo ore di silenzio di ansia e suspense, il mondo piano piano ricomincia bisbigliando a sostenere il governo legittimo... (che notata)

Mica vero: forse era un sogno!? Detto fatto, Erdogan é ancora il dittatore della Turchia, pardon, il presidente della Turchia, ma non di tutti i Turchi, anche se cambiare le cose con un colpo di Stato non é certo una bella soluzione. In rapporto del livello di democrazia acquisito, e dal sinistro sentore che spesso pare sia tutto un'illusione, il golpe non poteva essere una buona idea, ma il regime assodato ai turchi stá molto ma molto stretto...

MODIFICATO 17.07.2016
24 ore dopo il golpe:
Si sapeva; Erdogan non ha mai amato il contraddittorio, quale migliore occasione per fare tabula rasa per eliminare tutti gli oppositori. Alla sbarra infatti finiscono Giudici: tantissimi, se né contano giá 2500 circa, a cui é stata privata la libertà, e poi militari di ogni grado, qualche decina, giá giustiziati sommariamente senza tanti complimenti, e ancora, avversari politici e non mancano altre categorie negli alti ranghi di commando. Insomma Erdogan non aspetta a infliggere la sua cruenta vendetta, che sicuramente si protrarrà fino alle prossime settimane finché non finisce il lavoro; questo é certo!
Si sa anche che era in declino di consensi, ma il fallito golpe rivitalizza la posizione di Erdogan, insomma, né esce piú forte e accusa gli Americani di avere architettato e appoggiato i golpisti.
Difficile credere però allo scaltro Erdogan: 1) perché é noto che gli americani i golpe gli fanno in modo diverso in terra altrui, e ci riescono sempre; non né viene fuori nulla di buono, ma spazzano via tutto puntando prima di tutto sugli organi di comando. 2) Conoscendo un po la bestiolina, chi ci dice che non sia stato lui stesso a mettere sú il maldestro e finto golpe.
I servizi Turchi non hanno mai creato problemi a Erdogan, anzi, in occasioni di bisogno gli hanno tolto il culo dalle brace. Forse in questo caso é successo la stessa cosa...il problema ora é cosa né verrà fuori di tutta questa rinnovata forza. Di certo mi pare di capire che non saranno certo giorni distesi quegli a venire, in particolare per gli oppositori a cui giá é stata tolta la libertà e forse toglierà anche la vita. Poi c'è da seguire gli sviluppi sul braccio di ferro con l'America; con i toni distensivi che aveva intrapreso con la Russia, la quale ora potrebbe cambiare e costringere Putin alla prudenza.
Il quadro é chiaro di Erdogan non ci si puó fidare, e la fase piú critica di tutta la vicenda forse dovrà ancora venire...

di Barolus Viginti

domenica 10 luglio 2016

Globalizzazione ed effetti collaterali...

...di un processo mistico consapevole ma male gestito; o per lo meno non esiste una linea guida, equa, a cui fare riferimento, dal che gli eventi relativi di riflesso ci paiono piú negativi che positivi, e non é neppure il caso di tracciarne gli estremi per classificarli in entrambi i poli, tanto per convenienza personalistica prevale sempre la locuzione latina "Mors tua vita mea".
Quindi prendo spunto solo dalle vicende razziali che insanguinano la Nazione piú Democratica e "civile" del mondo, guarda caso, culla del progresso sfrenato senza regole; o per lo meno circoscritte e molto di Commodo, che mal si sposa, appunto, con il concetto altruistico comunitario "globalizzante" delle pari opportunità e delle risorse vitali distribuite a pari merito umanitario, ovvero per appartenenza alla razza "prescelta" razionale e ragionante, la quale impongono spesso al mondo con le stesse regole, inglobandole, e da cui nasce il paradosso americano, che traccia un solco invalicabile fra ricchi e poveri, fra scelti ed esclusi.
Non c'é molto da capire, quindi, nella guerra razziale mai assopita, che di tanto torna agli onori delle cronache piú sanguinosa e piú cruenta che mai. Non c'é nulla da capire perché in pratica abbiamo capito tutto; abbiamo capito quali sono le origini, e abbiamo capito quali sono i meccanismi che innescano questi conflitti sociali fra razza dominante e razza succube. Per questo non ci sarà nulla da capire quando la stessa storia succederà identica anche in Europa (...)
C'é lo insegna la stessa America che quando le masse migratorie si spostano da un continente all'altro, lo sconvolgimento a livello sociale nella terra ospitante sarà totale: abbiamo visto quando in America sono arrivati i bianchi cosa é successo con gli indigeni, e ancora seguita semplicemente perché quel processo, "quel sogno" che i bianchi portarono in America non é concluso.Lo sapiamo da sempre cosa comporta un processo migratorio, una costrizione di quelle proporzioni, lo sapiamo da quello biblico degli ebrei, la quale la "terra promessa" ( quale Dio avrebbe voluto ciò, se non degli individui biancacci, dai volti cadaverici, in carne e ossa? ) non fu altro che un'incitazione alla conquista dei territori, cancellando spesso le razze autoctone o costringendole a imposizioni non certo ottimali. 
É questo lo specchio in cui si guarda il mondo, che preferisce metaforizzare o non capire , per plasmarlo poi in un riflesso compiacente per se stessi ma illusorio per gli altri. 
Gli altri, loro, i diversi, questi animali che deludono le aspettative quando capiscono l'innaturale consistenza delle regole, e del peso che esse comportano quando chi le impone non le osserva...
Nel frattempo la storia non cambia, e quella post colombiana ancora meno.
( L'uomo bianco ) ha sofferto l'incremento di altre società ( anche con la razza ispanica che incalza dal Sud non é che scorra buon sangue ) ma in parte né ha lasciato integrare a dismisura per comodo, per fargli lavorare per loro tornaconto, e le tecniche di persuasione a questi non mancano di certo; dal che questi un po ci stanno, anche perché hanno bisogno di placcare la fame, poi si ribellano.
E perché si ribellano?
Semplice: perché non sono trattati umanamente come natura, in questo pianeta, comanda. D'altronde questa é una storia che porta la memoria alla notte dei tempi. sin quando sul pianeta apparvero i primi uomini bianchi, e non venivano certo dai poli dove il sole lo prendevano di sguincio (per altro in questo tema la teoria Darwiniana sull'evoluzionismo non é che regga molto... ) Quel "sogno" dunque
( che nella realtà si porta dietro gli strascichi di un'antichissima tragedia, dovuta alla condizione forzata di fare trasbordare da un continente all'altro i misteriosi bianchi, parte in fuga, altri con spirito pionieristico, venuti chissà da quale dove, e dalla grande vecchia Europa; forse, in tempi remoti addirittura da un pianeta lontano dove finì il ciclo vitale... )
dunque quel misterioso sogno, opaco desiderio, difficile da capire e percepire, non si potrà realizzare solo a livello locale, perché nel suo insieme é ispirato da paradigmi universali. Poiché quel "sogno" per l'umana genia é diventato un incubo reale, é imposto a livello planetario nella misura stessa in cui "gli americani" approcciano con il resto del mondo, prima con la potenza delle armi di cui si é dotata, poi con le sue banche e con i suoi Fast food disseminati ovunque nel mondo, alla quale ( McDonald in testa ) bisogna attribuire di essere stati la "giusta" manovra di scambi commerciali che spianò la strada verso i mercati allargati, verso le grandi catene e le potentissime multinazionali, che ormai hanno cambiato il mondo e la sorte di miliardi di persone ...
...non sono ben chiari tutti i disegni che porterebbero all'unificazione del pianeta, forse semplicemente perché nessuno gli conosce e ció avviene per forza maggiore, per corso naturale delle cose, per forza evoluzionistica essenziale, per paradigma universale appunto; ma bisogna pur capirlo in tempo per non esserne parte ostruente in tutti i suoi percorsi; bisogna capirlo in tempo per evitare che gli eventi travolgono, stravolgano o estinguano le minoranze insieme ai loro millenari modelli socio economici. Innanzitutto bisogna capire prima, per evitare alle masse di dovere migrare verso altri paesi creando gli squilibri che ben conosciamo. Avremo dovuto capirlo giá alla prima esperienza, invece la storia si ripete inesorabile, cruenta, in tutta la sua drammatica scia di dolore e di miseria.
Vuoi unificare il mondo? A me non pare il vero, ma per farlo dovresti costruire in Africa ció che hai costruito nel tuo paese; questi potrebbero assorbire meglio il concetto e addirittura partecipare al processo facendo parte integrante e funzionale del mercato globalizzante... ( ci costerebbe molto di meno, potremo imparare e regolare gli squilibri demografici nel mondo, argomento importantissimo in ogni contesto di umana convivenza a livello planetario, ma evidentemente non tutti sono capaci di fare ragionamenti sensati, e agire di conseguenza... )
Ma niente paura quel sogno che ogni uno auspica, apparentemente diverso, esclusivo, originale, a volte perverso, che provoca anche insanabili effetti collaterali, é sempre lo stesso, e si chiama ""globalizzazione"".


Di Barolus Viginti

http://www.repubblica.it/esteri/2016/07/10/news/usa_tensioni_razziali-143773782/?ref=HRER3-1

domenica 3 luglio 2016

Reso conto di inizio estate in una Sardegna giá colpita duramente dai piromani


"Deserto artificiale" nel centro occidentale della sardegna..
Questo é lo scenario dopo una settimana di fuoco che riduce in cenere oltre 4.000 ettari di territorio insieme alla fauna che vi abitava ( un'astensione immensa se pensiamo che la Sardegna ha una superficie e di 24 100,02[1] km²
Un colpo mortale all'economia regionale:
Animali domestici e selvatici carbonizzati, aziende e impianti distrutti, allevatori rimasti con un pugno di cenere nelle mani. Danni da calcolare ma evidenti, che pesano non poco sulle spalle di un popolo giá di per sé ai margini del mercato globalizzato, quindi, giá escluso a priori dai contesti economici dove i dominatori hanno tracciato dei solchi invalicabili a una produzione di qualità che altrimenti avrebbero spazzato via ogni tipo concorrenza nel mercato comunitario con la (M) maiuscola. Quindi con i righi estivi la Sardegna si trova ad essere penalizzata il doppio in un contesto Nazionale dove l'economia é azzoppata da scelte politiche spesso non in linea con quelle che sono le esigenze e bisogni del popolo Sardo.
Una piaga difficile da estirpare quella dei fuochi.
Mistica e misteriosa poi la parabola storica dei piromani, dove una volta incendiavano per dispetto fra pastori e contadini, per pascoli negati o vendette trasversali etc. Oggi, da alcuni decenni, i roghi estivi sono diventati business che chiama le mafie del mattone: svalorizzano i terreni con il fuoco, poi comprano e cementificano ( é ciò che é successo nelle coste per dare spazio ai residence e ai resort turistici, sfregiando per altri dei panorami naturalistici unici al mondo)
Da sempre il governo ha dovuto elargire ingenti somme di denaro per fare fronte ai fuochi estivi, ma mai hanno pensato di fare fronte al vero nemico del territorio, agli assassini piromani. Mai hanno pensato che bisogna prima di tutto controllare il territorio capillarmente con squadre accessoriate di tutto: anche di droni che vigilano dall'alto; telecamere e posti di blocchi ( se tu conosci i movimenti della gente che lascia i centri abitati, non farai nessuna fatica a intercettare i piromani in caso dalla zona poi si alzano ali di fuoco e fumo; poi strumenti a raggi infrarossi la notte etc.
Non lo vogliono capire: stessa tattica da secoli, se pur ora hanno a disposizione costosissimi aerei ed elicotteri parcheggiati e pronti per eventuali chiamate.  Ma se altri mezzi di piccoli dimensioni potevano vigilare dal cielo prima dell'innesco degli incendi non era meglio? Funzionerebbe da mezzo persuasivo efficace, non vi pare? Invece no, non lo vogliono capire, e il motivo é evidente: non lo vogliono capire perché a piloti vigili ausiliari e assunti stagionali 70-80 milioni l'anno, fanno Commodo, e mai permetteranno che ne vengano usati di meno o addirittura destinati ad altre categorie. 
Signori siamo di fronte alle lobby del fuoco e senza la consapevolezza di tutti mai riusciremo a porre fino a uno dei drammi piú disastrosi della nostra amata Sardegna...
Non potete fare finta di niente di fronte alla verità e ai fatti concreti, chi tace é complice dei piromani, sappiatelo...oltretutto pene severe a chi viene beccato in flagrante. Chi brucia il territorio equivale a d uccidere; pene adeguate quindi prima di tutto.
Condividete e divulgate quanto potete, grazie!

Di Barolus Viginti

Fusaro: “La Svizzera? Un’isola felice della democrazia… stia lontana dall’UE!”

Me né sono reso conto vedendo il rapporto del Franco Svizzero con l'euro, che é di pochissimi centesimi quasi alla pari, e guardando una busta paga di un lavoratore dipendente Svizzero. In Europa se lo sognano purtroppo e per molti le cifre in busta paga eguagliabili alla Svizzera solo a un lontano ricordo.
Ci hanno schiavizzato e inserito in contesto dove non esistono piú scale gerarchiche sociali, se non quelle di chi dall'alto manovra tutto. Esistono loro, éliti privilegiate al comando, e il popolo che deve solo contribuire per un sistema che ha chiuso il flusso libero del denaro e delle realtà economiche: funziona solo ció che loro hanno unto, il resto si deve barcamenare nel solito arcaico sistema che é quello, prima di tutto " della preghiera" ( altro modo per tenere su un sistema collaudato e funzionale che plagia i plagia popoli ) poi della solidarietà caritatevole reciproca ( ma guarda caso anch'essa gestita dall'alto ) dove per estremi, negli estremi delle comunità dove si inventano, ma in realtà esiste da sempre, un circuito economico autonomo in cui da esclusi riadattano il mercato alle loro possibilitá, in uno scambio di servizi in cui molti spesso ricorrono al baratto... Viviamo in tempi di abbandono; se non interessi e non c'è da spremere nulla, lasciano tutto alla buona o cattiva sorte. Ma loro illusoriamente la chiamano libertà, eccesso di democrazia, l'ha chiamata qualcuno, perché ha dedotto che nonostante tutto la gente puó ancora pensare e decidere; se non é un istinto da cinico criminale cosa puó essere uno che parla in quel modo del sistema...
-É nell'agire quindi che i cittadini debbono apportare dei perfezionamenti, poi per il resto mancherebbe veramente poco-
Di Barolus

Segue l'interviste a Diego Fusaro:

Il Brexit come un grande momento di democrazia, dove il popolo ha finalmente avuto la possibilità di decidere sul proprio futuro. Una democrazia che purtroppo manca nel resto dell’Europa, come sottolinea Diego Fusaro, uno dei più promettenti filosofi europei, in grado di mettere a tacere con le sue brillanti argomentazioni alcuni tra i più noti politici italiani, smascherando i loro piani al servizio dei poteri forti…
Cosa ne pensa della votazione sul Brexit?
E’ l’espressione democratica di una popolazione che si è stufata dell’UE e di chi ha il potere in Europa. Ma secondo le mie previsioni, v’è poco da stare allegri. Come con la Grecia nel 2015, anche ora si troverà il modo per impedire alla Gran Bretagna di uscire dall’Unione Europea. State pronti. L’élite feudale e oligarchica accetta la democrazia solo quando il popolo segue le sue indicazione. Quando si crea un contrasto, questi poteri forti cercano di affossarla con ogni loro mezzo.
Quindi c’è chi sta cercando di impedire che il Governo britannico rispetti la volontà popolare?
Lo stanno già facendo, sostenendo che il Leave è stato votato dai vecchi e dai populisti, offendendo i lavoratori inglesi dicendo che addirittura non avrebbero capito su cosa stavano votando. A mio giudizio ci sono forti possibilità che si rifaccia il referendum. Di certo Bruxelles farà di tutto per tenere l’Inghilterra dentro l’UE, facendola sembrare quasi una concessione benevola. Non è un caso tutta questa improvvisa fretta di Juncker, Schulz e Merkel nel chiedere l’applicazione tempestiva del Brexit…
Ci sono esponenti politici che accusano la Gran Bretagna di un eccesso di democrazia.
Ha peccato di «troppa democrazia», come senza ritegno ha avuto il coraggio di sostenere l’ex premier Mario Monti, dando peraltro voce alla tendenza reale dell’Ue, ossia al drastico svuotamento di democrazia che essa sta sempre più comportando. La Gran Bretagna per prima ha avuto il coraggio di spezzare le sbarre di questa gabbia finanziaria chiamata pudicamente Unione europea, negazione reale della storia d’Europa e della democrazia reale legata 

all’esperienza degli Stati sovrani nazionali. Ma d’altronde da personaggi come Mario Monti, uno specialista nell’ignorare la democrazia, non ci si poteva aspettare altro. Bisogna altresì riconoscere che in fondo è stato coerente con il suo agire…
Ma la democrazia può davvero essere un limite, lasciando che il popolo voti su questioni che non può capire fino in fondo?
Non ci sarà mai troppa democrazia anzi, forse ce n’è troppo poca. Una democrazia che peraltro non è quella che siamo soliti immaginare, ma più secondo l’immagine greca aristotelica dove si alterna il governare e l’essere governati. Ma citare certi modelli di società e di politica di fronte ai personaggi che governano l’Europa non è altro che un gesto dadaista.
L’Unione Europea è un fallimento?
Dipende dal punto di vista. Per l’élite oligarchica è il più grande successo di sempre. Se invece parliamo dei cittadini e dei loro diritti, del lavoro, della democrazia.. beh, in questo caso è senza dubbio un fallimento. Siamo nel bel mezzo di una “Seconda Restaurazione”, un’ottima definizione del filosofo francese Alain Badiou, organizzata dalle forze neoliberali scatenatesi dopo la sciagurata data del 1989. L’Unione Europea è l’esito di questa involuzione restauratrice, una vera e propria “rivoluzione passiva” con cui i dominanti rinsaldano il loro dominio: e lo fanno – sempre dietro il nobile nome dell’Europa – rimuovendo i diritti sociali e del lavoro, aumentando le differenze sociali, distruggendo i popoli e i diritti alle differenze. Se non reagiamo in fretta, presto sarà troppo tardi. Se non lo si contrasta, il capitale si prende tutto.
Lei ha sostenuto che siamo di fronte a una lotta di classe 2.0.
Si e stanno vincendo le classe dominanti. L’ho detto e lo ridico: il nemico oggi non si chiama Islam, né fascismo; non si chiama comunismo, né cristianesimo; non si chiama destra, né sinistra. Il solo vero nemico oggi si chiama economia capitalistica o, se preferite, monoteismo del mercato, fanatismo economico, dittatura dei mercati, integralismo del debito. Con il libero scambio sono stati massacrati i più deboli, con le multinazionali che hanno spazzato via le eccellenze locali giocando al ribasso con i lavoratori.
E con TTIP tra Unione Europea e Stati Uniti la globalizzazione rischia di fare danni ancora peggiori.
L‘Europa diventerà una colonia americana, con danni irreparabili. Il TTIP è il trionfo del capitale assoluto e della competitività senza misure e – è il caso di dirlo – senza frontiere. Esso favorirà il libero scambio ancor più di oggi tra i paesi che lo firmeranno e le pene saranno draconiane per chi non lo rispetterà. L’obiettivo non celato è quello di conferire maggiore potere alle imprese, ossia alle multinazionali e ai globalisti della delocalizzazione deregolamentata. Con il TTIP verrà posta in essere una immensa “free zone” di libero commercio di merci e servizi: in essa non saranno più validi i limiti che attualmente valgono nei singoli Stati; limiti che – ricordiamolo – sono spesso altrettante conquiste ottenute a suon di battaglie e di lotte per la difesa dei diritti sociali e del lavoro, per la tutela della salute e dell’ambiente.
Tra i suoi pensatori di riferimento c’è Antonio Gramsci: ma non è un paradosso che molti principi di un filosofo comunista vengano oggi presi d’ispirazione più da partiti euroscettici riconducili alla destra che dalla stessa sinistra italiana?
Nei partiti euroscettici militano alcuni personaggi con cui è impossibile discutere seriamente, dato che utilizzano la scusa dell’Europa per nazionalismi beceri. E’ però vero che bisogna andare al di là dei sovranismi e dei globalismi, con un vero internazionalismo che sia un rapporto tra nazioni, con le loro culture e le loro storie che si incontrano pacificamente e ritornare alle proprie sovranità democratiche, uscendo quindi dall’UE.
Sembra quasi un appello a tornare prima della nascita dell’Unione Europea: si stava meglio quando si stava peggio…
Ovviamente non bisogna tornare troppo indietro, perché si rischia di tornare agli anni ’30 e ’40, tutt’altro che gloriosi. Ma bisogna riconoscere che tra gli anni ’70 e ’90 c’era uno stato sociale abbastanza marcato, si poteva comunque girare per l’Europa con la carta d’identità e soprattutto non si era in guerra, come invece lo siamo adesso con una continua belligeranza economica tra nazioni: basti vedere i rapporti tra Grecia e Germania per capire cosa intendo.
Lei è stato recentemente a Lugano per partecipare a Poestate, in un dibattito sulla liberà, in particolare quella del singolo, in rapporto al mercato economico, nell’era della globalizzazione…
La Svizzera è un’isole felice per due motivi: intanto perché è fuori dall’Unione Europea e in secondo luogo perché è un territorio dove ancora vengono applicati i principi democratici. come sostiene Aristotele, la democrazia si esprime al meglio come appunto succede nella Confederazione. Spero rimanga lontana dall’UE! Partecipare a Poestate, un festival espressione di grande libertà e autonomia, è stato un onore: oltre al premio molto gradito, per il quale ringrazio Armida De Marta, ho avuto l’opportunità di dibattere con un personaggio come Marcello Foa, con cui è stato un piacere esprimere le mie visioni, sebbene diverse dalle sue. Ma d’altronde questo è il bello della democrazia…
Mattia Sacchi
FONTE: mattinonline http://www.mattinonline.ch/