Il futuro a 5 Stelle

Il futuro a 5 Stelle
Il futuro con il Movimento 5 stelle é un dono del cielo

giovedì 20 novembre 2008

Cronaca di un "esiliato"

Cronaca "dell'esiliato":
Io che ho vagato (in gioventù) per mezza Italia, per motivi di lavoro, poi per scelta ho tagliato i ponti con tutto e tutti, mi sono ritirato a Essen in Germania. Tra me é Bonarcado ci separano 1700 km circa, un'oceano quasi. Ma quando si é delusi e feriti nell'anima le distanze si accorciano, non contano Più.Solo Dio sa quanto amo le mie radici, e quanto soffro per il mio paese. Anche se vivo in una grande metropoli, in mezzo a milioni di persone, con una nuova vita, nuovi amici ecc., la solitudine a volte é uguale a quella che che ho vissuto negli ultimi tempi a Bonarcado. L'odore della sconfitta anche.Anche se voluto, vivo come un'esiliato. Ossia quando mi sono accorto che non potevo Più vivere nel contesto familiare, e con una Bonarcado che giorno dopo giorno mi diventava sempre Più ostile, senza capirne il perché. Viverci era diventato troppo difficile. Ero deluso e offeso, sentivo un dolore interiore che mi squarciava l'anima.Anche se sto in buona compagnia, e non é il paese che avrei voluto ci penso sempre e mi manca. In me richiamo le vicende migliori vissute, e mi consolo abbracciando le cose che Più mi stanno a cuore o bevendo un bicchiere di vino (di Più non posso per via del cuore). Penso che sono situazioni che meritano coerenza e rispetto, che poi sono delle virtù che in molti manca. Quando incrociavo certi sguardi (a Bonarcado) mi parevano delle iniezioni al botulino, avevo l'impressione mi volessero azzannare con la stessa foga che un lupo sbrana una pecora.Dopo anni di silenzio, nella vita arriva il momento di parlare, di sfogarsi, le parole scorrono nella memoria come un fiume in piena, diventa quasi un' obbligo, un dovere civile. Ma anche una sfida morale di cui non ci si può sottrarre.Cosi dopo che i tedeschi mi hanno messo d'avanti un computer,per imparare, dissi al mio interlocutore che avevo quasi cinquanta anni e forse sarebbe stato inutile, lui mi guardò negli occhi e mi rispose: "signore, mica deve morire domani". Allora con calma e riflessione mi sono apliccato, e ho pensato mi potesse tornare utile per il futuro, e magari rompere il silenzio, quindi eccomi quá.Qualcuno mi ha detto: "ma chi te lo fa fare, non é che ti fai male da solo? A che ti serve?Io invece penso possa tornare utile, sono esperienze vissute, possono servire in qualche modo a qualcosa, se non altro passare qualche mezzora leggendo, sempre che a Bonarcado ci sia molta gente disposta a farlo, spero.
Ciao alla prossima-

martedì 28 ottobre 2008

Trecentomila fucili

Questo é un post che ho publicato tempo fá su Bonarcado net, mi pare sia un tema ancora attuale finché non ci libereremo, con le prossime elezioni, di tutti loro.

Trecentomila fuciliBossi sa bene quando é il momento giusto di fare le sue sparate.Appena si é accorto dai sondaggi che avrebbero sicuramente vinto le elezioni, ha cominciato a minacciare con trecentomila uomini armati, e pronti a battersi per la padania, fino al martirio, lo dice lui. Sin da quando iniziò a fare politica, usando il suo carisma e il suo modo rocambolesco é riuscito passo dopo passo a sgomitare qua e di là. Con i suoi interventi, a volte minacciosi e alimentato dagli industriali del nord, é riuscito ad occupare spazi di rilevanza fino ad arrivare a governare.Berlusconi dice che va lasciato parlare tanto non fa niente, é inoffensivo, é malato dice, fa cosi per tenere gli animi dei suoi elettori sempre accesi. I padani lo adorano e lo venerano come la chiesa fa con i Santi. Insomma Bossi sembra essere un male nel male, i suoi lo sanno e lo usano come rimedio del peggio, lo coccolano e lo tengono buono, lo trattano con cura, come un psicopatico da tenere calmo e buono. E poi basta darli un contentino e lui si zitisce. Ma i contentini di Bossi, abbiamo avuto modo di conoscerlo, sapiamo tutti quali sono. Non mi farebbe meraviglia che Bossi con i suoi colonnelli e trecentomila fucili “caldi” sfasciasse l’Italia. E dopo essere stata ridotta a pezzi, Berlusconi con le sue aspirazioni ci voglia far credere di essere il salvatore della patria, prima usandolo e poi facendolo ricoverare in clinica psichiatrica, prendesi il merito di averlo fermato.Bisogna stare in campana, prima che sia troppo tardi. Non vorrei tornare in Italia e ritrovarmela divisa, Nord, centro, sud e isole a parte, abbandonate a se stesse, alla deriva insomma. Molti penseranno che tutto ciò in Italia é impensabile; invece penso che con questa maggioranza che si accinge, affamata, a governare non si può mai sapere.Berlusconi non sarà salvatore della patria, anche se non gli dispiacerebbe farcelo credere, dopo averla portata allo sfascio naturalmente.Oddio la storia potrebbe anche ripetersi, in versione moderna magari, ma con gli stessi risultati della precedente, cioè una catastrofica. E magari come in quel finale, il condottiero, il salvatore della patria, che finì la sua fuga sotto i colpi di un mitragliatore.Mi auguro che i fucili di Bossi non possano mai “parlare”, che restino nascosti nelle cantine della val padana, (suppongo).Ma non vorrei anche che Berlusconi, ispirato dalla sua vocazione alla santità, facesse dei colpi di testa irrimediabili.Comunque, vada come vada la colpa e nostra, soprattuto chi ha dato loro fiducia.Che dire di ciò che vediamo nella televisione pubblica, l’arroganza di certi personaggi mandati apposta per smontare l’intervento di persone con punti di vista basati sulla realtà, ne voglio citare solo uno, improponibile a mio avviso, Vittorio Sgarbi, un cane rabbioso drogato fino al midollo. Io davanti a tale invadenza e prepotenza rimango senza parole, come si fa ad accettare una tale condotta. Poi vanno dicendo che altri fanno uso indebito della TV pubblica, solo perché hanno esposto temi per alcuni scomodi, basati su fati reali e documentati. Come si fa a dire che siamo un paese democratico, con personaggi che vogliono alterare la realtà , e imbavagliare la verità, io ho molti dubbi!!Ciao alla prossima-

venerdì 17 ottobre 2008

Da Bonarcado net: C´é un brutto segnale

Io direi che il motivo in cui pochi partecipano alle discussioni siano tutte tre le supposizioni fatte da Paolo, io aggiungerei anche la rassegnazione; penso che la gente é rassegnata, non crede più di tanto. Penso che molti hanno voglia di dialogare ma non lo fanno perché pensano sia inutile, oppure lo fanno nel posto sbagliato. Molti non hanno la possibilità di connettersi ad Internet, penso sarebbe molto utile aprire un Internet caffè e dare la possibilità a chi lo desidera di usare questo meraviglioso mezzo di comunicazione. A quegli iscritti su questo forum voglio dire (uso una frase resa famosa da Giovanni Paolo II) "non abbiate paura", partecipate,dobbiamo solo parlare, discutere, non dobbiamo dare degli esami, il nostro compito é cercare, per quanto ci sia possibile, di capire come stanno le cose e cercare di migliorare, di progredire, Se nessuno parla, se nessuno collabora in qualche modo, non é solo un brutto segnale, a mio avviso é una tragedia, invece di progredire si regredisce.
Mi piacerebbe dare delle risposte concrete per le domande poste da Paolo ma purtroppo non mi é possibile, credo debbano essere tutti i Bonarcadesi a cercare delle risposte ai quesiti in discussione
Pol dice perché nessuno si accorto del fallimento dell´hotel "Su Lare". Io mi domando invece perché nessuno ha fatto niente per evitare il fallimento, eppure si poteva evitare, per quel che proponeva, per i servizi che offriva, i clienti non sarebbero dovuti mancare. Su Lare é nato come centro di benessere, luogo di cura specializzato in trattamenti estetici e in altre specialità della medicina moderna. Io penso che i "clienti pazienti" dovevano essere mandati dal sistema sanitario regionale, dai medici o da altri specialisti. qualcosa non ha funzionato per verso giusto, oppure ha funzionato nell´INTERESE DI ALTRI. O forse, Su lare, é la prima vittima ( per quanto riguarda il nostro territorio) del federalismo. In Italia il federalismo sanitario esiste da sette anni e ha già causato i suoi danni. Non che prima fosse meglio ma almeno era aperta l´ipotesi speranza. Il federalismo sanitario funzionerebbe se tutti i servizi fossero standardizzati a tutto il territorio nazionale, a passo con i tempi, con tecnologie avanguardistiche e possibilità di fare ricerca. Il sistema attuale invece non da Più nessuna chance per migliorare, i pazienti, per curarsi, anche se lo potrebbero fare nella regione di origine, vengono indirizzati negli ospedali o luoghi di cure de nord. Non so esattamente dalla Sardegna , ma dalla Sicilia ogni anno partono 65.000 persone per curarsi negli ospedali e altri luoghi di cure della Lombardia e del nord Italia, poco meno sono quelle delle altre regioni del sud Italia, costrette, per curarsi, a fare lo stesso. Quindi questo significa che il sistema sanitario del sud, isole comprese, per curare i propri pazienti devono pagare gli ospedali del nord, della quale loro possono, avendo Più capitale a disposizione, rimanere all´avangurdia, usare le tecnologie Più moderne, comprare nuovi strumenti e fare delle nuove ricerche, mentre al sud, isole comprese, si chiude anche l´ipotesi della speranza, Il fallimento di Su Lare potrebbe essere la spiacevole causa conclusiva di ciò che ho appena detto.
Io penso che bisogna reagire, se tutti stanno zitti non si arriva a capo di nulla.
É vero, mancano le persone che hai menzionato, speriamo tornino al quanto prima ad esprimere le proprie opinioni, sono interessanti e utili a tutti.
Ciao a tutti

Da Bonarcado net: C´é un brutto segnale

Io direi che il motivo in cui pochi partecipano alle discussioni siano tutte tre le supposizioni fatte da Paolo, io aggiungerei anche la rassegnazione; penso che la gente é rassegnata, non crede più di tanto. Penso che molti hanno voglia di dialogare ma non lo fanno perché pensano sia inutile, oppure lo fanno nel posto sbagliato. Molti non hanno la possibilità di connettersi ad Internet, penso sarebbe molto utile aprire un Internet caffè e dare la possibilità a chi lo desidera di usare questo meraviglioso mezzo di comunicazione. A quegli iscritti su questo forum voglio dire (uso una frase resa famosa da Giovanni Paolo II) "non abbiate paura", partecipate,dobbiamo solo parlare, discutere, non dobbiamo dare degli esami, il nostro compito é cercare, per quanto ci sia possibile, di capire come stanno le cose e cercare di migliorare, di progredire, Se nessuno parla, se nessuno collabora in qualche modo, non é solo un brutto segnale, a mio avviso é una tragedia, invece di progredire si regredisce.
Mi piacerebbe dare delle risposte concrete per le domande poste da Paolo ma purtroppo non mi é possibile, credo debbano essere tutti i Bonarcadesi a cercare delle risposte ai quesiti in discussione
Pol dice perché nessuno si accorto del fallimento dell´hotel "Su Lare". Io mi domando invece perché nessuno ha fatto niente per evitare il fallimento, eppure si poteva evitare, per quel che proponeva, per i servizi che offriva, i clienti non sarebbero dovuti mancare. Su Lare é nato come centro di benessere, luogo di cura specializzato in trattamenti estetici e in altre specialità della medicina moderna. Io penso che i "clienti pazienti" dovevano essere mandati dal sistema sanitario regionale, dai medici o da altri specialisti. qualcosa non ha funzionato per verso giusto, oppure ha funzionato nell´INTERESE DI ALTRI. O forse, Su lare, é la prima vittima ( per quanto riguarda il nostro territorio) del federalismo. In Italia il federalismo sanitario esiste da sette anni e ha già causato i suoi danni. Non che prima fosse meglio ma almeno era aperta l´ipotesi speranza. Il federalismo sanitario funzionerebbe se tutti i servizi fossero standardizzati a tutto il territorio nazionale, a passo con i tempi, con tecnologie avanguardistiche e possibilità di fare ricerca. Il sistema attuale invece non da Più nessuna chance per migliorare, i pazienti, per curarsi, anche se lo potrebbero fare nella regione di origine, vengono indirizzati negli ospedali o luoghi di cure de nord. Non so esattamente dalla Sardegna , ma dalla Sicilia ogni anno partono 65.000 persone per curarsi negli ospedali e altri luoghi di cure della Lombardia e del nord Italia, poco meno sono quelle delle altre regioni del sud Italia, costrette, per curarsi, a fare lo stesso. Quindi questo significa che il sistema sanitario del sud, isole comprese, per curare i propri pazienti devono pagare gli ospedali del nord, della quale loro possono, avendo Più capitale a disposizione, rimanere all´avangurdia, usare le tecnologie Più moderne, comprare nuovi strumenti e fare delle nuove ricerche, mentre al sud, isole comprese, si chiude anche l´ipotesi della speranza, Il fallimento di Su Lare potrebbe essere la spiacevole causa conclusiva di ciò che ho appena detto.
Io penso che bisogna reagire, se tutti stanno zitti non si arriva a capo di nulla.
É vero, mancano le persone che hai menzionato, speriamo tornino al quanto prima ad esprimere le proprie opinioni, sono interessanti e utili a tutti.
Ciao a tutti

sabato 11 ottobre 2008

I conti non tornano

questo Post é stato scritto in Aprile sul blog di Mario Lenzi per rispondere al tema "Il vecchio e nuovo" inoltrato dallo stesso Lenzi, lo posto qui perché mi pare un tema ancora attuale... Tanti anni fa ho lavorato per la SEMI GRAN TURISMO. Era la società alberghiera più grande d’Italia. Gestiva, fra l’Italia e estero, una quindicina di centri vacanza, (di cui uno in Sardegna “Rocca Ruja”).Inoltre gestiva tutti i motel AGIP d’Italia di proprietà dell’ENI; di cui fondatore fu Enrico Mattei.Sul lavoro sentivo molti anedotti raccontati da Mattei, ma uno mi rimase impresso nella memoria, diceva: “Voglio che tutti i miei operai portino la camicia bianca”.Un’altra volta lessi da qualche parte che un professore di nome Valletta, capo della FIAT prima di Agnelli, forse ispirato anche lui dalla voglia di progresso e benessere disse:”Voglio che tutti i miei operai la domenica facciano bollire la pignatta del brodo”.

giovedì 9 ottobre 2008

Italiani all´estero

Io non riesco a capire perché la lega nord insieme al governo attuale non vuole sapere nulla degli italiani all´Estero. Già in passato é stato espressamente dichiarato, da esponenti della Lega, che gli italiani che vivono fuori dall´italiani da molto tempo non sono Più da considerarsi italiani. Adesso, é notizia di pochi giorni, pare che vogliono effettuare dei tagli per quanto riguarda le istituzioni che si occupa dei nostri concittadini oltre frontiera, di cui anch´io faccio parte. La somma di cui ammonterebbe questa sinistra manovrina si aggira sui 50 milioni di Euro, ed andrebbe a toccare in maniera molto drastica l´apparato che da assistenza sociale ai concittadini bisognosi, all´istruzione dei bambini nati all´estero ma figli di italiani. Quindi niente bilinguismo nelle scuole ecc. Anche le Ambasciate i Consolati verranno colpiti, con riduzione dei servizi, quindi diminuzione del personale addetto. Pare che tutto il sistema che si occupa degli italiani nel mondo, di cui dal dopo guerra in poi, ma anche prima, con i loro sacrifici hanno favorito a dare grande visibilità alla nostra patria, venga penalizzata dalle decisioni cieche e ingrate del governo attuale e in particolare della Lega Nord. Intanto il governo centrale Europeo, dal grande trespolo, striglia l´Italia per motivi interni. Spende il doppio degli altri paesi europei per il sistema giudiziario, per garantire la sicurezza che non c´é, e altro. Con le attuali notizie ´c´é poco da aspettarne delle buone in futuro. Mi auguro solo che il governo attuale vada a casa presto onde evitare che nel prossimo futuro decidano, addirutura di ridurre, oltre al personale addetto anche le sedi diplomatiche. In tal caso noi italiani oltre frontiera, malati di italianità, nostalgici e in crisi d´identità perderemo ogni speranza di ricongiunzione o di favorevole ritorno in Patria. Finiremo per essere messi da parte e dimenticati, mentre io mi sto cominciando a domandare: "cosa abbiamo fatto per meritarci queste "rivendicazioni" del Governo attuale italiano?".

Ciao alla prossima
--
Prima di rivolgersi sempre a Dio per ogni motivo, bisogna trovare le soluzioni e le risposte nella realtá terrena, perché esistono.