Il futuro a 5 Stelle

Il futuro a 5 Stelle
Il futuro con il Movimento 5 stelle é un dono del cielo

sabato 14 maggio 2016

Dedicato a Giuseppe Diana e la moglie Luciana Corgiolu, massacrati dal figlio in una notte di follia

Giuseppe Diana era prima di tutto una persona per bene, squisita, semplice e affabile, sempre disponibile, con un bagaglio di cultura culinaria immensa; appassionato e coinvolgente; era capace di gestire grandi cuochi e farli lavorare per lo stesso fine in perfetta armoniosa sincronia.
Come molti  sardi partì presto dal suo paese natale, Nuscis: piccolo centro minerario del Sulcis iglesiente, e aveva le idee ben chiare, il suo obiettivo era imparare a fare il cuoco per non finire come tanti dei suoi paesani, in miniera a estrarre carbone per pochi denari...

Giuseppe Diana diventò Gran Gourmet, sempre impegnato, ha dato molto alla cucina italiana; le sue trasferte in Svizzera in Spagna, in Germania erano occasioni di coinvolgimento per tutta la brigata del Motel Agip (Firenze Nord) agli inizi degli anni ottanta. Partecipavamo tutti nei preparativi preliminari per fare si che le sue tournée fossero di sicuro successo. E lo erano.
Portò con la sua bravura e l'ausilio di una grande brigata il ristorante Executive, all'interno dello stesso Motel, Agip, a grandi livelli; rappresentò la cucina italiana in mezza Europa, incorniciandola nel contesto globalizzante dei tempi, sempre all'avanguardia nello studio e nelle tendenze innovative dei sapori e dei gusti, senza mai abbandonare mai la grande e ricca cucina Sarda e Toscana a cui dava occasioni di sfogo rappresentativi particolari.

Il nostro non era solo un rapporto di lavoro, ma anche di amicizia. Sono indimenticabili le cene consumate nei migliori ristoranti classici in città e nelle colline del Chianti con tutta la brigata e i rispettivi familiari, etc. giorni indimenticabili di puro divertimento e di acquisizioni professionali importanti scrutando i menù offerti a noi da altrettanti grandi gastronomi in quelle occasioni.
Mi porto di lui questi bei ricordi. Ricordo di lui il grande altruismo che lo caratterizzavano, spessore umano di rilievo educativo ed esemplare, quando veniva in partita ( partita in gergo vuol dire reparto d'avanti alle piastre o ai fornelli, dove si preparano i primi piatti o i secondi piatti ) mi toccava le spalle e mi diceva: - Sai quanti coperti abbiamo fatto a Lunch ( pranzo)-
-ha, lo posso immaginare- Gli rispondevo
-ebbene, anche oggi sono 80 alla carte nel ristorante Executive, e manca poco a tremila nel
self-servis- la quale servizio avveniva in contemporanea dagli stessi fornelli, per capirci...
Dopodiché mi diceva vai a cambiarti la giacca che sei fradicio di sudore, ti sostituisco io 5 minuti, non ti puoi ammalare che abbiamo anche domani, dopo domani, tutto il mese e tutto l'anno.
Tanta era allora la clientela di passaggio nell'autostrada del sole del Motel Agip di Firenze Nord, in cui Giuseppe Diana era chef coordinatore preparato e scrupoloso. Si contavano 25.000- 30.000 coperti al mese; é solo merito suo e della brigata di professionisti che aveva a disposizione che si poteva tenere fronte a certi ritmi pur mantenendo alti livelli qualità e di alta espressività professionale.

Era questo Giuseppe Diana insignito di molti titoli ad honorem, conquistate nella sua magnifica e brillante carriera. Era attivissimo collaboratore dell'associazioni cuochi di Firenze, la quale vantava essere promotore di molti eventi, di incontri organizzati nei piú rinomati e grandi alberghi della città: Grand Hotel, Hotel Baglioni, Hotel Michelangelo, Hotel Excelsior, etc.  consuetudini frequenti per lui e per noi che lo seguivamo con fiduccia; erano eventi da cui ogni iscritto poteva trarre ulteriore conoscenza professionale, occasioni di incontri e di unione fra i migliori gastronomi della città.
Ai tempi era grande amico del cavaliere commendatore Renato Ramponi, presidente dell'associazione cuochi Italiani e chef del Grand Hotel di Firenze, erede di un'altro grande della cucina Toscana, Eliseo Guidetti, che diede vita all'associazione cuochi fiorentini, con la quale anche Diana collaborò, e la quale anche io ebbi l'onore di conoscere entrambi. Dello scrittore gastronomo
Cavaliere Leo Codacci, scrittore, per trent'anni é stato l'alfiere della tradizione contadina nella cucina toscana, presentatore di programmi culinari in una TV privata di Firenze, via etere portó nelle case dei Toscani un patrimonio di ricette antiche e moderne di valore inestimabile, coinvolgendo tutti i migliori nomi che al meglio rappresentavano la cucina Toscana, e alla quale anche Giuseppe Diana diede supporto, compreso il sottoscritto. Il cavaliere Codacci Ricoprì inoltre e per molti anni l'incarico di vice presidente nazionale dell'accademia gastronomica Italiana, e presidente di quella  Toscana.

Ricordo con piacere quando Diana venne a trovarmi, quando io fui trasferito al Motel Agip di Assago (Mi) e in seguito al motel Agip di Trieste. Era alla fine degli anni ottanta, Giuseppe Diana allora era ispettore del reparto cucine di tutta la catena alberghiera della Semi Gran Turismo, società affiliata all'ENI, fú una promozione meritatissima neanche troppo ambita, considerando il suo animo, ma lo scelsero proprio per questo, perché non era tipo che sgomitava per ottenere posizioni di riguardo, e la quale compito svolgeva allo stesso modo di quando stava d'avanti ai fornelli, con occhio di riguardo alle attrezzature, alla qualità dei cibi che venivano scelti in tutte le strutture Nazionali, e in particolare al benestare del personale...
Scelsi lui e il suo secondo Giovanni Cisternino, quando a Trieste venne in visita ufficiale il principe Carlo d'Inghilterra, dove il principe fu anche ospite del cugino presso il castello di Duino Aurisina, di rimpetto e un tiro di schioppo dal Motel Agip, dove fu allestito il pranzo e la cena per 600 circa commensali, facenti parte del scodinzolante seguito del Principe.
In quella occasione ci fu esigenza di dare ai menù un supporto adatti all'occasione, e così chiesi e ottenni dal direttore e dalla direzione generale in Roma, la presenza di Diana e di Giovanni Cisternino ( altro grande professionista di origini pugliesi ) per l'esecuzione di quei particolari banchetti. Anche quegli si rivelarono giorni intensi di preparazione e di acquisizioni professionale, e del carisma che Diana emanava con la sua presenza, incutevano sicurezza e tranquillità per tutta la brigata.
Ricordo durante le pause Diana preferiva uscire con me facendosi consigliare dei luoghi che ancora non aveva esplorato, era un grande curioso.
Quel pomeriggio in macchina verso Grado ( cittadina Balneare della provincia di Trieste, Gorizia, Udine ) rimasi colpito da un velo di Tristezza che raggrinziva un pó il suo volto, parlammo del piú e del meno, di me di lui delle rispettive famiglie, del lavoro e del suo girovagare presso centri vacanza e i Motel sparsi in tutta Italia. Nonostante i suoi modi di approccio erano sempre gli stessi  non era piú lo stesso Diana che conobbi negli anni precedenti in quel di Firenze; oltre alle prerogative circostanziali non si sbottonò piú di tanto; ma capì che non si trattava di normale stato d'animo passeggero, notai qualche cosa di profondo sotto quel volto pallido e un po affaticato; non feci fatica a dedurre che quella strana malinconia forse era dovuta alla mancanza di una prole, di un'erede per garantire la sua continuità.
Fú comunque un bel pomeriggio piacevole in un caffè nel lungo mare di Grado, dove la sera poi ci ritrovammo  in cucina a organizzare il servizio, e fu lí che gli si tornava ad illuminare il viso, lí d'avanti al Pass a leggere le comande.
Incontrai ancora Diana agli inizi degli anni Novanta a Campi Bisenzio, dove abitava con la moglie, eravamo entrambi fuori dalla Semi Gran Turismo; mi volle con lui in una nuova esperienza gestionale all'Hotel Santa Cristina di Prato, bellissimo palazzo in stile Barocco che dominava dai piedi del monte Calvana, in una bellissima panoramica di tutta la città di Prato.
Lavorammo insieme per qualche mese poi i casi della vita mi hanno portato in altri lidi, ed é da allora che non ho piú visto ne risentito il grande chef di cucina Giuseppe Diana.

Io devo tanto a lui che mi ha insegnato l'arte di amare i cibi, di conoscerli e di trasformarli abbinandoli in tutte le occasioni per gradevolezza al palato dei clienti...
Era una gran bella persona, gli anni vissuti lavorando con lui sono stati indimenticabili, sono il bagaglio di esperienza che mi porto appresso, sono la mia vera ricchezza di forgia e di studio che mi hanno permesso di fare questo meraviglioso mestiere nei migliori ristoranti e alberghi di  Firenze, Milano, Roma, Trieste, Cagliari, Rimini, Costa Smeralda e in fine Germania.

Di sicuro Giuseppe Diana e la sua consorte, altra bella e amabile persona; non meritavano una fine simile: uccisi per altro dal loro figlio adottivo, quel figlio tanto desiderato che ha voluto e a cui sicuramente volle inculcare degli autentici valori.
É incredibile che sia accaduto a delle persone come loro in una giornata di autentica follia, da parte di un familiare la quale avevano allevato con cura e attenzione, desiderando per lui sicuramente una vita almeno come l'hanno vissuta loro. Perché era questo Giuseppe Diana, oltre la passione e la serietà professionale per la gastronomia, dalla vita non ha mai preteso piú di tanto, poteva diventare ricco, ma i suoi valori e la sua alta moralità gli hanno fatto scegliere un'esistenza umile seppur da benestante, sempre pronto ad aiutare il prossimo.

Addio Diana, spero di rincontrarti nell'altra dimensione insieme a Luciana per rivivere quei momenti indimenticabili di allegria e di confronto la quale io ebbi molto da imparare, Grazie infinite...

""
IN SA GLORIA CHE SIAIS""

Di Salvatore Zuddas

lunedì 9 maggio 2016

A questo punto uscire dall'unione e dall'euro é una follia


Il sogno europeo era ed é una gran bella  cosa, ma molti paesi oggi aderenti all'unione non avevano i numeri per entrare in un contesto di partenariato economico di valute.

I paesi motrici di questo sogno hanno consumato molte energie indebitamente, molti ci hanno guadagnato e molti ci hanno rimesso anche il benestare del vivere quotidiano. Questa é la verità.
La moneta poi é stata la piú grande fregatura di tutti i tempi su cui i padri "profeti" non né hanno azzeccato una (basta rammentare la cantonata di Prodi: -lavoreremo di meno guadagneremo di piú- disse; successe invece l'incontrario, ovvero niente lavoro, niente guadagni ) per molti un disastro, per pochi una manna dal cielo, per alcuni uno strumento di controllo in puro stile totalitario, una forma di dittatura monetaria, insomma, con un percorso nebuloso verso il futuro.

Cameron si accorge solo adesso dei rischi che incombono sui cittadini europei in questa unione incerta e problematica. Il fatto poi é che siamo giá in guerra: siamo giá stati attaccati fisicamente in varie città europee, compresa Londra, dal fondamentalismo islamico, e siamo in guerra fra gli stessi paesi membri: basta osservare le gravi divergenze generiche, e in particolare sulla gestione dell'emergenza migratoria, che in parte anche l'Europa ha provocato partecipando alle infinite operazioni belliche, travestite da operazioni di pace, nei paesi da dove oggi fuggono per sfuggire alla furia delle fazioni in lotta.

Perù nonostante tutto Cameron ha ragione: uscire dall'Europa forse sarebbe meno peggio per l'Inghilterra, ma tornare indietro di venti anni sarebbe una vera follia se no un suicidio a tutti gli effetti. Non serve a niente fare il cammino all'inverso dove emergono solo gravi pericoli e di incalcolabili entità.
Insomma io credo che non possa uscire dalla strada ormai tracciata per camminare in un sentiero di rovi. é questo che ci aspetta uscendo dall'unione a questo punto; ed é questo che ci aspetta andare avanti nell'attuale Europa: - una strada impervia, spinosa e piena di insidie. Piú o meno lo hanno capito un po tutti, allora quel che bisogna fare prima di tutto, é fermarsi un po e aggiustare la strada, renderla piú veicolabile e sicura per tutti, nessuno deve restare indietro. é questa la vera cura dell'Europa: - nessuno deve restare indietro- altrimenti i conflitti anche fra paesi membri non si possono placcare, né  eliminare...
http://www.repubblica.it/esteri/2016/05/09/news/cameron-139421202/?ref=HRER3-1

sabato 30 aprile 2016

STANNO TORNANDO

Precipitazioni insolite, temperature invernali rigide e forti gelate sorprendenti da una parte del globo, mentre dall’altra parte della pianeta temperature estive anomale che oltrepassano i 30 gradi, riflettono gli effetti dei cambiamenti climatici che potrebbero influenzare gran parte del pianeta. Il concetto che tutti i fenomeni meteorologici attesi, che dovrebbero avvenire nella norma, non è più valido. Occorre ricordare che  conque anni fa le Nazioni Unite avevano avvertito che l’umanità stava entrando in “un’era di eventi meteorologici estremi”.
Gli effetti dei cambiamenti climatici, stanno scatendando  eventi meteo estremi (anomali)  che si stanno verificando su scala mondiale, l’umanità si trova ad affrontare tempi difficili. Gli eventi che si stanno svolgendo sono i primi segni di tribolazione che si verificheranno su questo pianeta, come ad esempio il fatto che la Terra è entrata nell’orbita del Sistema Stellare Binario di Planet X.
I media mainstream e le  istituzioni scientifiche stanno lavorando duramente per evitare che il pubblico possa vedere il “grande quadro della situazione” tutto in una volta, stanno quindi costantemente sopprimendo dati scientifici preziosi e le prove per dimostrare l’esistenza di un sistema pianeta interstellare in orbita con il nostro sistema solare.
Gli scienziati militari e la NASA hanno già provveduto a calcolare l’allineamento successivo di Planet X, che con i suoi effetti gravitazionali, sta provocando una serie  di forti terremoti su scala globale, smuovendo la Ring Of Fire, ovvero l’anello di fuoco e spostando cosi le plaecche tettoniche. Questo non farà altro che causare altro sisma, cosi forte che sarà in grado di sconvolgere la California con i rischi di farla sprofondare nell’oceano. Ma speriamo che questo non accada.
“Le cose non faranno che peggiorare da ora in poi” – commenmta  la ex esperta della Nasa Dr.ssa Brassard, “perchè sta arrivando un secondo Sole con i suoi sette pianeti orbitanti. Chiamatelo con il nome che vogliamo (Planet X, Nibiru, Hercólobus, Assenzio), è certo che è stato previsto il suo arrivo. Il secondo Sole è un decimo della dimensione del nostro Sole, ma uno dei pianeti che porta con se in orbita è quattro volte più grande di Giove (Blu Kachina previsto dagli indiani Hopi). Secondo la signora Brassard, vediamo che le cose peggiorano sensibilmente da qualche anno a questa parte.  “I pianeti hanno orbite che vanno a disturbare la rotazione terrestre – commenta Brassard – tale da far diminuire il campo magnetico e in un periodo va da Novembre 2016 in poi, ci  saranno momenti peggiori rispetto a quelli odierni. Oggi stiamo assitendo a centinaia di terremoti, inondazioni e caduta di meteoriti! Le scie chimiche (chemtrails) spruzzati da aerei commerciali e militari, le cui sostanze chimiche ci stanno avvelenando ogni giorno, è un disperato tentativo di coprire questo “secondo sistema solare,” che causerà ( e gia lo sta facendo) grossi problemi al nostro pianeta.
L’influenza del Grande Perturbatore
Per anni, gli esperti hanno avvertito che con l’approccio del Pianeta X (Nibiru), che alcuni chiamano anche “il grande Perturbatore”, proprio perchè con i suoi effetti gravitazionai, crea anomalie ad altri pianeti,  ma spinge anche detriti spaziali, comete, asteroidi e meterore verso i pianeti interni del sistema solare. Non a caso tutto ciò sta accadendo, come l’aumento del numero di bolidi di fuoco che continuamente bombardano la superficie della Terra, per non parlare dei disturbi elettromagnetici casuali e come abbiamo detto sopra, di eventi meteo estremi..
Anche se la comunità scientifica ripete costantemente lo stesso messaggio “tutto è sotto controllo, non vi preoccupate e… siate felici” , la realtà è ben altra. L’orbita altamente irregolare del Pianeta X ritorna periodicamente verso il sistema solare, ma ciclicamente ogni 3657 anni, dove attraversa l’orbita della Terra, scatenando il caos e distruzione. E nonostante gli sforzi per screditare chi sostiene questa realtà riguardo il grande perturbatore,  la realtà è che Planet X è conosciuto dalla “elite globale” o coloro che occupano posizioni di potere.  Purtroppo, al momento, tutto quello che riguarda Nibiru-Planet X – è un segreto ben custodito e “proibito” per il resto dell’umanità, che è caduto nel buio e nell’ignoranza creata dal sistema di Potere CABAL-Illuminati, che hanno fino ad oggi (e continuano a farlo) ad applicare il programma di manipolazione sociale, facendo rimanere questa Umanità, ancorata al medioevo. Ma ora il Tempo è scaduto!
l Dr. Marshall Masters è stato intervistato tempo fa da George Noory su Coast to Coast molto tempo fa, dove condivide il suo credo e le prove che mostrano indizi che il Pianeta X Nibiru sta continuando il suo percorso in entrata nel nostro sistema solare, quindi sempre più vicino alla Terra, dove sta cominciando ad avere i suoi effetti a livello meteorologico e geologico. Marshall Masters è un ex giornalista scientifico della CNN, produttore, scrittore freelance e analista televisivo.
“Qualcosa di grosso si sta avvicinando – commenta Marshall Masters- e non è solo un pianeta, ma credo che quello che si tratti di un mini-sistema solare con un Sole, una nana bruna al centro, che è circa due volte più grande di Giove e si trova appena fuori dal nostro sistema solare e ma in fase di avvicinamento. Uno degli oggetti più esterni orbitanti, Dark Star e Nibiru è stato osservato e soprannominato ” Lupino blu ” o Bluebonnet. Nibiru presto sarà visibile sul piano dell’eclittica del Sole e non all’orizzonte della Terra”.
Di seguito un video sul rapporto dettagliato degli eventi della Terra e del clima attuale in corso (eventi naturali e artificiali), che si verificano su scala globale.
Redazione Segnidalcielo

giovedì 21 aprile 2016

Francia Sesta giornata di mobilitazione contro la riforma del codice del lavoro

i Gabriel Huland*
Più di 1 milione di persone, secondo la Cgt francese, sono scese in piazza lo scorso sabato 9 aprile in più di 200 città francesi per protestare contro la riforma del codice del lavoro (legge El Khomri) promossa dal governo di François Hollande, del Partito socialista. La manifestazione, convocata da quattro centrali sindacali (Cgt, Fo, Solidaires, Fsu) e tre organizzazioni giovanili (Unef, Unl, Fidl), è stata la sesta giornata di lotta dopo la presentazione all'Assemblea nazionale del progetto di legge che significherà un enorme arretramento dei diritti del lavoro per la classe lavoratrice del Paese. È convocata una nuova manifestazione nazionale il 26 aprile. L'unità tra lavoratori e studenti ha un potenziale esplosivo, specialmente in Francia, teatro delle storiche manifestazioni del maggio 68.
La Francia è la quinta economia globale, rappresenta circa il 20% del PIL dell'Europa e ha una delle classi operaie più dinamiche e combattive del mondo. Il Paese vive tuttavia lo stato di eccezione decretato dal governo dopo gli attentati dello scorso 13 novembre. Più del 70% della popolazione è contraria alla riforma, secondo i sondaggi, il che spiega le mobilitazioni di massa di queste ultime settimane. Il 31 marzo c'è stata un'altra grande manifestazione alla quale hanno partecipato circa 1 milione di persone in più di 250 città. Dopo questa manifestazione si è formato il movimento Nuit Debout (Notte in piedi) che fa riferimento al 15M spagnolo e che da allora raccoglie migliaia di persone quotidianamente, ventiquattrore su ventiquattro, in Place de la Republique per discutere distinti temi politici e di interesse sociale come la riforma del lavoro, la questione dei rifugiati, l'Ue e la crisi economica globale.

L'ebollizione sociale nel Paese gallico può preannunciare una nuova ondata di lotte e conflittualità sociale nel vecchio continente, nel quadro di una stagnazione economica e di una serie di attacchi, applicati dai governi nazionali e imposti dalla Ue e dalla troika. La riforma del codice del lavoro francese, una vecchia pretesa dell'Ue, introduce significativi cambiamenti nella legislazione e si basa sulla riforma del lavoro approvata nello Stato spagnolo da Mariano Rajoy, del PP. Quando si tratta di attaccare i diritti e difendere gli interessi delle grandi imprese, le differenze tra i due blocchi di partiti politici europei (socialdemocratici e conservatori) è praticamente inesistente. Dopo le prime manifestazioni il governo è stato obbligato a ritirare alcuni punti del progetto, ma il movimento esige il ritiro dell'intero provvedimento.

La riforma proposta da Hollande prevede, tra gli altri cambiamenti, la facilitazione del licenziamento economico, la riduzione della remunerazione per le ore lavorative straordinarie, la supremazia degli accordi collettivi tra imprenditori e lavoratori in relazione alla legge e agli accordi settoriali, il frazionamento del tempo di riposo, la generalizzazione dei contratti temporanei, oltre a permettere il licenziamento nel caso gli imprenditori invochino una presunta “difficoltà economica” dell'impresa. Vale a dire, è una riforma su misura per ridurre il costo della manodopera per preservare i profitti padronali, la “competitività delle imprese” nel linguaggio tecnocratico del governo e dell'Ue.

La Francia vive una situazione economica complicata. Nel 2015 il deficit ha raggiunto il 3,9% del Pil (l'Ue esige che si riduca a meno del 3% entro il 2017), il debito pubblico è di circa il 95% del Pil (simile allo Stato spagnolo) e la crescita economica è stata praticamente nulla (1,1% nel 2015, 0,8% nel 2014, 0,2% nel 2013 e 0,0% nel 2012). Per il suo carattere imperialista, la Francia sopravvive fondamentalmente grazie alle esportazioni di prodotti ad alto valore aggiunto e le rimesse dei profitti delle sue imprese operanti all'estero, in particolare nelle sue ex-colonie, ma anche in altri Paesi semi-coloniali.

Il tasso di disoccupazione è cresciuto da quando Hollande si è insediato, essendo salito lo scorso anno ad oltre il 10% della popolazione economicamente attiva. La situazione è più drammatica tra i giovani, che soffrono livelli di disoccupazione superiori al 25%. Più del 30% dei giovani non hanno un posto fisso e la prospettiva di averlo si fa sempre più lontana, giacché il 90% dei contratti firmati attualmente sono precari.

Un altro dei gravi problemi vissuti dalle lavoratrici e dai lavoratori francesi e immigrati è la crescita dell'islamofobia e dell'estrema destra. Parti come il Fronte Nazionale crescono nelle intenzioni di voto e propagandano una retorica xenofobo e razzista. Secondo gli ultimi sondaggi presidenziali, se le elezioni si svolgessero oggi, Hollande non passerebbe al secondo turno e la disputa si darebbe tra Le Pen e l'ex presidente Nicolas Sarkozy.

La giornata del 9 aprile non ha avuto luogo unicamente in Francia, sono state organizzate manifestazioni in altre capitali europee come Madrid, dove un centinaio di attivisti si sono riuniti presso l'emblematica Puerta del Sol, in solidarietà con le manifestazioni nel Paese vicino sono stati organizzati. Una delle differenze importanti tra il 15M e le recenti manifestazioni in Francia è il protagonismo della classe lavoratrice e del movimento sindacale. Le manifestazioni in Francia vengono accompagnate da scioperi e picchetti, il che dà loro una forza superiore e una maggiore combattività. Il movimento Nuit Debout si è già esteso a più di 60 città francesi.

*da corrienteroja.net, sito della sezione dello Stato spagnolo della Lit-Quarta Internazionale


(traduzione dall'originale spagnolo di Giovanni “Ivan” Alberotanza)

domenica 17 aprile 2016

Il raggio della morte di Tesla

Raggio della morte

Tutto riporta alla "gloria di Dio" la macchina capace di disintegrare la materia. 
Ettore Majorana dopo averla realizzata sparì misteriosamente. Nikola tesla  che forse la reinventò fu trovato assassinato. 
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Nikola Tesla, uno degli ipotetici inventori del "raggio della morte"
Il raggio della morte è un'ipotetica arma segreta di cui si è vociferato nella prima metà del Novecento, in particolare tra gli anni venti etrenta.[1]
Non vi sono prove circa l'esistenza di tale arma, solo lettere e dichiarazioni di personale militare o civile. Mancando prove e dimostrazioni storico-scientifiche, queste speculazioni vengono fatte rientrare, in genere, nell'ambito della propaganda bellica e delle leggende urbane[1]che tuttora circondano le "armi segrete" sviluppate dalle potenze dell'Asse, come le V-7 (i cosiddetti UFO nazisti), e di scoperte leggendarie, come il "monopolo magnetico".
Alla base del funzionamento dell'ipotetica arma vi sarebbe un intenso trasferimento di più flussi di energia, di natura presumibilmentemagnetica.[2] Secondo le intenzioni, si sarebbe dovuto trattare di una potente arma di distruzione, in grado di colpire a grande distanza le truppe nemiche, far esplodere i carri armati e gli aerei nemici in volo.
Le ricerche documentate su progetti di armi di questo tipo si fermarono alla dimostrazione matematica che, già dopo pochi metri, la maggior parte dell'energia verrebbe dispersa, con inevitabile compromissione dell'efficacia a lunghe distanze.[1] Tali studi favorirono comunque la scoperta del radar.[1] Anche in seguito sono stati condotti studi su armi a energia.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'esistenza del "raggio della morte" è una delle più controverse questioni militari e scientifiche della prima metà del Novecento.[1]
Negli anni venti l'Europa fu inondata di voci riguardo al raggio della morte e vi furono numerosi sedicenti inventori che ne rivendicarono la paternità. Tra i più illustri nomi che dichiararono di avere sviluppato - in maniera indipendente - l'ipotetica arma figurarono Nikola Tesla, Edwin R. Scott[3][4] e Harry Grindell Matthews,[3] ma ve ne furono anche altri.[5][6] Altri scienziati invece - come l'italiano Guglielmo Marconi[1] - si videro attribuire l'invenzione, senza che l'avessero mai nemmeno menzionata nei loro studi.
Nel 1957 negli Stati Uniti il National Inventors Council stava ancora compilando una lista di invenzioni militari richieste che comprendevano un raggio della morte.[7]

Il Teleforce di Tesla[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.pngLo stesso argomento in dettaglio: Teleforce.
La più autorevole voce ad accreditare la possibilità di creare un'arma di questo tipo si deve a Nikola Tesla, che alla metà degli anni trenta fece alcune affermazioni di rilievo circa un'arma chiamata "teleforce"[8] (lett. "forza a distanza") che propose inizialmente al Dipartimento della difesa della sua nazione di adozione, gli Stati Uniti. La stampa la soprannominò "raggio della pace" o "raggio della morte".[9][10] In totale, i componenti e il funzionamento comprendevano:[11][12]
  1. Un generatore capace di erogare un'enorme differenza di potenziale. Questo, secondo Tesla, fu anche portato a termine.
  2. Un dispositivo per amplificare la forza sviluppata dal primo meccanismo.
  3. Un nuovo tubo a vuoto, in grado di generare un concentrato fascio di particelle, effettivo proiettore, arma dell'invenzione.
Tesla lavorò al progetto di un'arma ad energia diretta tra i primi anni del Novecento fino alla sua morte. Nel 1937 egli compose un trattato intitolato The Art of Projecting Concentrated Non-dispersive Energy through the Natural Media riguardante fasci di particelle cariche,[13] che fu pubblicato in seguito per cercare di illustrare una descrizione tecnica di una "super arma che avrebbe messo fine a tutte le guerre nel mondo". Questo documento, che si trova attualmente nell'archivio del Nikola Tesla Museum di Belgrado, descriveva un tubo a vuoto con un'estremità libera e un getto estremamente collimato di gas che permetteva alle particelle di uscire; il marchingegno includeva poi la carica di particelle a milioni di volt e un metodo per creare e controllare dei fasci non dispersivi di particelle attraverso la repulsione elettrostatica.[14]
Dalle memorie dello scienziato si evince che quest'arma era basata su uno stretto raggio di pacchetti atomici di mercurio o tungsteno, accelerati da un'alta differenza di potenziale (in modo analogo al suo "trasmettitore d'amplificazione"). Tesla diede la seguente spiegazione circa le operazioni del "cannone a particelle" (particle gun):
« [l'ugello] avrebbe inviato fasci molto concentrati di particelle nell'aria libera, di un'energia così tremenda da abbattere una flotta di 10.000 aeroplani nemici a una distanza di 200 miglia dal confine della nazione attaccata e avrebbe fatto cadere gli eserciti sui loro passi.[15] Tale arma può essere utilizzata contro la fanteria di terra o come contraerea. »
("'Death Ray' for Planes". New York Times, 22 settembre 1940)
Dopo aver cercato di attirare l'interesse del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti verso la sua invenzione,[16] lo scienziato propose l'apparecchiatura alle nazioni europee;[17]ma nessuno dei governi interpellati si mostrò interessato a firmare un contratto di costruzione dell'arma (per la quale Tesla aveva richiesto agli USA due milioni di dollari). Tesla aveva fallito[18] e l'arma non poté essere realizzata. Tra i sostenitori dell'esistenza di tale arma è opinione diffusa che dopo la morte dello scienziato la documentazione relativa possa esser stata sequestrata ed etichettata come "Top secret" dall'FBI, anche se nel dossier relativo a Tesla viene più volte ribadito il contrario.

Marconi[modifica | modifica wikitesto]

Tra i vari ipotetici autori del raggio della morte figura anche lo scienziato italiano più in vista dell'epoca, Guglielmo Marconi, che si vocifera avesse progettato una misteriosa arma negli anni trenta grazie a un finanziamento ad opera di Benito Mussolini. La diffusione della voce ebbe inizio nel maggio del 1935 e fu solo blandamente smentita dallo scienziato italiano in una intervista al New York Herald.[1]
L'unica testimonianza al riguardo si trova in un libro di memorie del 1973 scritto da Rachele Mussolini, consorte del Duce, che afferma di avere assistito nel giugno 1937[1] a una dimostrazione in cui venivano improvvisamente bloccati i motori delle automobili da una forza misteriosa.[1][19] Secondo una delle varie voci (mai dimostrate) Marconi avrebbe realizzato un prototipo del dispositivo ma subito dopo distrutto i progetti, preoccupato per le conseguenze di un suo potenziale sfruttamento bellico, dopo avere avuto un colloquio personale con papa Pio XI; l'anno successivo lo scienziato sarebbe morto.[1]
Le notizie su una tale arma non furono mai ufficialmente confermate né smentite dal governo italiano o dalla stampa, ma si ritiene che contemporaneamente tali voci fossero segretamente propagate dall'OVRA a scopo di propaganda, quale esempio di arma segreta[1] che il regime fascista avrebbe potuto mettere in campo per assicurarsi la vittoria inguerra, cosa che evidentemente non avvenne nella realtà. Il raggio della morte di Marconi è tuttora considerato una leggenda urbana.

Influenza culturale[modifica | modifica wikitesto]

Il concetto di raggio della morte, benché mai passato alla pratica, alimentò tuttavia l'immaginario dell'età d'oro della fantascienza (anni trenta-quaranta) e condusse in questo tipo di storie alla concezione della pistola a raggi usata da eroi immaginari come Flash Gordon (1934).
Il personaggio della Marvel Comics Barone Zemo (1964), diabolico scienziato pazzo al servizio dei nazisti, utilizza un'arma chiamata appunto raggio della morte. È la sua stessa arma a provocarne la tragica fine: mentre combatte la sua nemesi Capitan America, il suo raggio viene deviato dall'indistruttibile scudo dell'eroe, provocando una frana che lo seppellisce.
Nel film Guerre stellari è presente un distruttivo superlaser con cui le stazioni da battaglia Morte Nera sono in grado di distruggere un intero pianeta. Nel film La guerra dei mondi(2005) ispirato al romanzo omonimo di H. G. Wells, i tripodi alieni utilizzano il raggio della morte per incenerire le persone e seminare morte e distruzione.
Nei videogiochi Fallout 3 e Fallout: New Vegas, della serie Fallout, è presente un'arma simile a un grosso bazooka, chiamato Cannone Tesla (Tesla Beaton) che emette un grosso raggio di energia, un chiaro riferimento al Raggio della morte di Tesla.

Fonte wikipedia