Il futuro a 5 Stelle

Il futuro a 5 Stelle
Il futuro con il Movimento 5 stelle é un dono del cielo

domenica 10 luglio 2016

Globalizzazione ed effetti collaterali...

...di un processo mistico consapevole ma male gestito; o per lo meno non esiste una linea guida, equa, a cui fare riferimento, dal che gli eventi relativi di riflesso ci paiono piú negativi che positivi, e non é neppure il caso di tracciarne gli estremi per classificarli in entrambi i poli, tanto per convenienza personalistica prevale sempre la locuzione latina "Mors tua vita mea".
Quindi prendo spunto solo dalle vicende razziali che insanguinano la Nazione piú Democratica e "civile" del mondo, guarda caso, culla del progresso sfrenato senza regole; o per lo meno circoscritte e molto di Commodo, che mal si sposa, appunto, con il concetto altruistico comunitario "globalizzante" delle pari opportunità e delle risorse vitali distribuite a pari merito umanitario, ovvero per appartenenza alla razza "prescelta" razionale e ragionante, la quale impongono spesso al mondo con le stesse regole, inglobandole, e da cui nasce il paradosso americano, che traccia un solco invalicabile fra ricchi e poveri, fra scelti ed esclusi.
Non c'é molto da capire, quindi, nella guerra razziale mai assopita, che di tanto torna agli onori delle cronache piú sanguinosa e piú cruenta che mai. Non c'é nulla da capire perché in pratica abbiamo capito tutto; abbiamo capito quali sono le origini, e abbiamo capito quali sono i meccanismi che innescano questi conflitti sociali fra razza dominante e razza succube. Per questo non ci sarà nulla da capire quando la stessa storia succederà identica anche in Europa (...)
C'é lo insegna la stessa America che quando le masse migratorie si spostano da un continente all'altro, lo sconvolgimento a livello sociale nella terra ospitante sarà totale: abbiamo visto quando in America sono arrivati i bianchi cosa é successo con gli indigeni, e ancora seguita semplicemente perché quel processo, "quel sogno" che i bianchi portarono in America non é concluso.Lo sapiamo da sempre cosa comporta un processo migratorio, una costrizione di quelle proporzioni, lo sapiamo da quello biblico degli ebrei, la quale la "terra promessa" ( quale Dio avrebbe voluto ciò, se non degli individui biancacci, dai volti cadaverici, in carne e ossa? ) non fu altro che un'incitazione alla conquista dei territori, cancellando spesso le razze autoctone o costringendole a imposizioni non certo ottimali. 
É questo lo specchio in cui si guarda il mondo, che preferisce metaforizzare o non capire , per plasmarlo poi in un riflesso compiacente per se stessi ma illusorio per gli altri. 
Gli altri, loro, i diversi, questi animali che deludono le aspettative quando capiscono l'innaturale consistenza delle regole, e del peso che esse comportano quando chi le impone non le osserva...
Nel frattempo la storia non cambia, e quella post colombiana ancora meno.
( L'uomo bianco ) ha sofferto l'incremento di altre società ( anche con la razza ispanica che incalza dal Sud non é che scorra buon sangue ) ma in parte né ha lasciato integrare a dismisura per comodo, per fargli lavorare per loro tornaconto, e le tecniche di persuasione a questi non mancano di certo; dal che questi un po ci stanno, anche perché hanno bisogno di placcare la fame, poi si ribellano.
E perché si ribellano?
Semplice: perché non sono trattati umanamente come natura, in questo pianeta, comanda. D'altronde questa é una storia che porta la memoria alla notte dei tempi. sin quando sul pianeta apparvero i primi uomini bianchi, e non venivano certo dai poli dove il sole lo prendevano di sguincio (per altro in questo tema la teoria Darwiniana sull'evoluzionismo non é che regga molto... ) Quel "sogno" dunque
( che nella realtà si porta dietro gli strascichi di un'antichissima tragedia, dovuta alla condizione forzata di fare trasbordare da un continente all'altro i misteriosi bianchi, parte in fuga, altri con spirito pionieristico, venuti chissà da quale dove, e dalla grande vecchia Europa; forse, in tempi remoti addirittura da un pianeta lontano dove finì il ciclo vitale... )
dunque quel misterioso sogno, opaco desiderio, difficile da capire e percepire, non si potrà realizzare solo a livello locale, perché nel suo insieme é ispirato da paradigmi universali. Poiché quel "sogno" per l'umana genia é diventato un incubo reale, é imposto a livello planetario nella misura stessa in cui "gli americani" approcciano con il resto del mondo, prima con la potenza delle armi di cui si é dotata, poi con le sue banche e con i suoi Fast food disseminati ovunque nel mondo, alla quale ( McDonald in testa ) bisogna attribuire di essere stati la "giusta" manovra di scambi commerciali che spianò la strada verso i mercati allargati, verso le grandi catene e le potentissime multinazionali, che ormai hanno cambiato il mondo e la sorte di miliardi di persone ...
...non sono ben chiari tutti i disegni che porterebbero all'unificazione del pianeta, forse semplicemente perché nessuno gli conosce e ció avviene per forza maggiore, per corso naturale delle cose, per forza evoluzionistica essenziale, per paradigma universale appunto; ma bisogna pur capirlo in tempo per non esserne parte ostruente in tutti i suoi percorsi; bisogna capirlo in tempo per evitare che gli eventi travolgono, stravolgano o estinguano le minoranze insieme ai loro millenari modelli socio economici. Innanzitutto bisogna capire prima, per evitare alle masse di dovere migrare verso altri paesi creando gli squilibri che ben conosciamo. Avremo dovuto capirlo giá alla prima esperienza, invece la storia si ripete inesorabile, cruenta, in tutta la sua drammatica scia di dolore e di miseria.
Vuoi unificare il mondo? A me non pare il vero, ma per farlo dovresti costruire in Africa ció che hai costruito nel tuo paese; questi potrebbero assorbire meglio il concetto e addirittura partecipare al processo facendo parte integrante e funzionale del mercato globalizzante... ( ci costerebbe molto di meno, potremo imparare e regolare gli squilibri demografici nel mondo, argomento importantissimo in ogni contesto di umana convivenza a livello planetario, ma evidentemente non tutti sono capaci di fare ragionamenti sensati, e agire di conseguenza... )
Ma niente paura quel sogno che ogni uno auspica, apparentemente diverso, esclusivo, originale, a volte perverso, che provoca anche insanabili effetti collaterali, é sempre lo stesso, e si chiama ""globalizzazione"".


Di Barolus Viginti

http://www.repubblica.it/esteri/2016/07/10/news/usa_tensioni_razziali-143773782/?ref=HRER3-1

domenica 3 luglio 2016

Reso conto di inizio estate in una Sardegna giá colpita duramente dai piromani


"Deserto artificiale" nel centro occidentale della sardegna..
Questo é lo scenario dopo una settimana di fuoco che riduce in cenere oltre 4.000 ettari di territorio insieme alla fauna che vi abitava ( un'astensione immensa se pensiamo che la Sardegna ha una superficie e di 24 100,02[1] km²
Un colpo mortale all'economia regionale:
Animali domestici e selvatici carbonizzati, aziende e impianti distrutti, allevatori rimasti con un pugno di cenere nelle mani. Danni da calcolare ma evidenti, che pesano non poco sulle spalle di un popolo giá di per sé ai margini del mercato globalizzato, quindi, giá escluso a priori dai contesti economici dove i dominatori hanno tracciato dei solchi invalicabili a una produzione di qualità che altrimenti avrebbero spazzato via ogni tipo concorrenza nel mercato comunitario con la (M) maiuscola. Quindi con i righi estivi la Sardegna si trova ad essere penalizzata il doppio in un contesto Nazionale dove l'economia é azzoppata da scelte politiche spesso non in linea con quelle che sono le esigenze e bisogni del popolo Sardo.
Una piaga difficile da estirpare quella dei fuochi.
Mistica e misteriosa poi la parabola storica dei piromani, dove una volta incendiavano per dispetto fra pastori e contadini, per pascoli negati o vendette trasversali etc. Oggi, da alcuni decenni, i roghi estivi sono diventati business che chiama le mafie del mattone: svalorizzano i terreni con il fuoco, poi comprano e cementificano ( é ciò che é successo nelle coste per dare spazio ai residence e ai resort turistici, sfregiando per altri dei panorami naturalistici unici al mondo)
Da sempre il governo ha dovuto elargire ingenti somme di denaro per fare fronte ai fuochi estivi, ma mai hanno pensato di fare fronte al vero nemico del territorio, agli assassini piromani. Mai hanno pensato che bisogna prima di tutto controllare il territorio capillarmente con squadre accessoriate di tutto: anche di droni che vigilano dall'alto; telecamere e posti di blocchi ( se tu conosci i movimenti della gente che lascia i centri abitati, non farai nessuna fatica a intercettare i piromani in caso dalla zona poi si alzano ali di fuoco e fumo; poi strumenti a raggi infrarossi la notte etc.
Non lo vogliono capire: stessa tattica da secoli, se pur ora hanno a disposizione costosissimi aerei ed elicotteri parcheggiati e pronti per eventuali chiamate.  Ma se altri mezzi di piccoli dimensioni potevano vigilare dal cielo prima dell'innesco degli incendi non era meglio? Funzionerebbe da mezzo persuasivo efficace, non vi pare? Invece no, non lo vogliono capire, e il motivo é evidente: non lo vogliono capire perché a piloti vigili ausiliari e assunti stagionali 70-80 milioni l'anno, fanno Commodo, e mai permetteranno che ne vengano usati di meno o addirittura destinati ad altre categorie. 
Signori siamo di fronte alle lobby del fuoco e senza la consapevolezza di tutti mai riusciremo a porre fino a uno dei drammi piú disastrosi della nostra amata Sardegna...
Non potete fare finta di niente di fronte alla verità e ai fatti concreti, chi tace é complice dei piromani, sappiatelo...oltretutto pene severe a chi viene beccato in flagrante. Chi brucia il territorio equivale a d uccidere; pene adeguate quindi prima di tutto.
Condividete e divulgate quanto potete, grazie!

Di Barolus Viginti

Fusaro: “La Svizzera? Un’isola felice della democrazia… stia lontana dall’UE!”

Me né sono reso conto vedendo il rapporto del Franco Svizzero con l'euro, che é di pochissimi centesimi quasi alla pari, e guardando una busta paga di un lavoratore dipendente Svizzero. In Europa se lo sognano purtroppo e per molti le cifre in busta paga eguagliabili alla Svizzera solo a un lontano ricordo.
Ci hanno schiavizzato e inserito in contesto dove non esistono piú scale gerarchiche sociali, se non quelle di chi dall'alto manovra tutto. Esistono loro, éliti privilegiate al comando, e il popolo che deve solo contribuire per un sistema che ha chiuso il flusso libero del denaro e delle realtà economiche: funziona solo ció che loro hanno unto, il resto si deve barcamenare nel solito arcaico sistema che é quello, prima di tutto " della preghiera" ( altro modo per tenere su un sistema collaudato e funzionale che plagia i plagia popoli ) poi della solidarietà caritatevole reciproca ( ma guarda caso anch'essa gestita dall'alto ) dove per estremi, negli estremi delle comunità dove si inventano, ma in realtà esiste da sempre, un circuito economico autonomo in cui da esclusi riadattano il mercato alle loro possibilitá, in uno scambio di servizi in cui molti spesso ricorrono al baratto... Viviamo in tempi di abbandono; se non interessi e non c'è da spremere nulla, lasciano tutto alla buona o cattiva sorte. Ma loro illusoriamente la chiamano libertà, eccesso di democrazia, l'ha chiamata qualcuno, perché ha dedotto che nonostante tutto la gente puó ancora pensare e decidere; se non é un istinto da cinico criminale cosa puó essere uno che parla in quel modo del sistema...
-É nell'agire quindi che i cittadini debbono apportare dei perfezionamenti, poi per il resto mancherebbe veramente poco-
Di Barolus

Segue l'interviste a Diego Fusaro:

Il Brexit come un grande momento di democrazia, dove il popolo ha finalmente avuto la possibilità di decidere sul proprio futuro. Una democrazia che purtroppo manca nel resto dell’Europa, come sottolinea Diego Fusaro, uno dei più promettenti filosofi europei, in grado di mettere a tacere con le sue brillanti argomentazioni alcuni tra i più noti politici italiani, smascherando i loro piani al servizio dei poteri forti…
Cosa ne pensa della votazione sul Brexit?
E’ l’espressione democratica di una popolazione che si è stufata dell’UE e di chi ha il potere in Europa. Ma secondo le mie previsioni, v’è poco da stare allegri. Come con la Grecia nel 2015, anche ora si troverà il modo per impedire alla Gran Bretagna di uscire dall’Unione Europea. State pronti. L’élite feudale e oligarchica accetta la democrazia solo quando il popolo segue le sue indicazione. Quando si crea un contrasto, questi poteri forti cercano di affossarla con ogni loro mezzo.
Quindi c’è chi sta cercando di impedire che il Governo britannico rispetti la volontà popolare?
Lo stanno già facendo, sostenendo che il Leave è stato votato dai vecchi e dai populisti, offendendo i lavoratori inglesi dicendo che addirittura non avrebbero capito su cosa stavano votando. A mio giudizio ci sono forti possibilità che si rifaccia il referendum. Di certo Bruxelles farà di tutto per tenere l’Inghilterra dentro l’UE, facendola sembrare quasi una concessione benevola. Non è un caso tutta questa improvvisa fretta di Juncker, Schulz e Merkel nel chiedere l’applicazione tempestiva del Brexit…
Ci sono esponenti politici che accusano la Gran Bretagna di un eccesso di democrazia.
Ha peccato di «troppa democrazia», come senza ritegno ha avuto il coraggio di sostenere l’ex premier Mario Monti, dando peraltro voce alla tendenza reale dell’Ue, ossia al drastico svuotamento di democrazia che essa sta sempre più comportando. La Gran Bretagna per prima ha avuto il coraggio di spezzare le sbarre di questa gabbia finanziaria chiamata pudicamente Unione europea, negazione reale della storia d’Europa e della democrazia reale legata 

all’esperienza degli Stati sovrani nazionali. Ma d’altronde da personaggi come Mario Monti, uno specialista nell’ignorare la democrazia, non ci si poteva aspettare altro. Bisogna altresì riconoscere che in fondo è stato coerente con il suo agire…
Ma la democrazia può davvero essere un limite, lasciando che il popolo voti su questioni che non può capire fino in fondo?
Non ci sarà mai troppa democrazia anzi, forse ce n’è troppo poca. Una democrazia che peraltro non è quella che siamo soliti immaginare, ma più secondo l’immagine greca aristotelica dove si alterna il governare e l’essere governati. Ma citare certi modelli di società e di politica di fronte ai personaggi che governano l’Europa non è altro che un gesto dadaista.
L’Unione Europea è un fallimento?
Dipende dal punto di vista. Per l’élite oligarchica è il più grande successo di sempre. Se invece parliamo dei cittadini e dei loro diritti, del lavoro, della democrazia.. beh, in questo caso è senza dubbio un fallimento. Siamo nel bel mezzo di una “Seconda Restaurazione”, un’ottima definizione del filosofo francese Alain Badiou, organizzata dalle forze neoliberali scatenatesi dopo la sciagurata data del 1989. L’Unione Europea è l’esito di questa involuzione restauratrice, una vera e propria “rivoluzione passiva” con cui i dominanti rinsaldano il loro dominio: e lo fanno – sempre dietro il nobile nome dell’Europa – rimuovendo i diritti sociali e del lavoro, aumentando le differenze sociali, distruggendo i popoli e i diritti alle differenze. Se non reagiamo in fretta, presto sarà troppo tardi. Se non lo si contrasta, il capitale si prende tutto.
Lei ha sostenuto che siamo di fronte a una lotta di classe 2.0.
Si e stanno vincendo le classe dominanti. L’ho detto e lo ridico: il nemico oggi non si chiama Islam, né fascismo; non si chiama comunismo, né cristianesimo; non si chiama destra, né sinistra. Il solo vero nemico oggi si chiama economia capitalistica o, se preferite, monoteismo del mercato, fanatismo economico, dittatura dei mercati, integralismo del debito. Con il libero scambio sono stati massacrati i più deboli, con le multinazionali che hanno spazzato via le eccellenze locali giocando al ribasso con i lavoratori.
E con TTIP tra Unione Europea e Stati Uniti la globalizzazione rischia di fare danni ancora peggiori.
L‘Europa diventerà una colonia americana, con danni irreparabili. Il TTIP è il trionfo del capitale assoluto e della competitività senza misure e – è il caso di dirlo – senza frontiere. Esso favorirà il libero scambio ancor più di oggi tra i paesi che lo firmeranno e le pene saranno draconiane per chi non lo rispetterà. L’obiettivo non celato è quello di conferire maggiore potere alle imprese, ossia alle multinazionali e ai globalisti della delocalizzazione deregolamentata. Con il TTIP verrà posta in essere una immensa “free zone” di libero commercio di merci e servizi: in essa non saranno più validi i limiti che attualmente valgono nei singoli Stati; limiti che – ricordiamolo – sono spesso altrettante conquiste ottenute a suon di battaglie e di lotte per la difesa dei diritti sociali e del lavoro, per la tutela della salute e dell’ambiente.
Tra i suoi pensatori di riferimento c’è Antonio Gramsci: ma non è un paradosso che molti principi di un filosofo comunista vengano oggi presi d’ispirazione più da partiti euroscettici riconducili alla destra che dalla stessa sinistra italiana?
Nei partiti euroscettici militano alcuni personaggi con cui è impossibile discutere seriamente, dato che utilizzano la scusa dell’Europa per nazionalismi beceri. E’ però vero che bisogna andare al di là dei sovranismi e dei globalismi, con un vero internazionalismo che sia un rapporto tra nazioni, con le loro culture e le loro storie che si incontrano pacificamente e ritornare alle proprie sovranità democratiche, uscendo quindi dall’UE.
Sembra quasi un appello a tornare prima della nascita dell’Unione Europea: si stava meglio quando si stava peggio…
Ovviamente non bisogna tornare troppo indietro, perché si rischia di tornare agli anni ’30 e ’40, tutt’altro che gloriosi. Ma bisogna riconoscere che tra gli anni ’70 e ’90 c’era uno stato sociale abbastanza marcato, si poteva comunque girare per l’Europa con la carta d’identità e soprattutto non si era in guerra, come invece lo siamo adesso con una continua belligeranza economica tra nazioni: basti vedere i rapporti tra Grecia e Germania per capire cosa intendo.
Lei è stato recentemente a Lugano per partecipare a Poestate, in un dibattito sulla liberà, in particolare quella del singolo, in rapporto al mercato economico, nell’era della globalizzazione…
La Svizzera è un’isole felice per due motivi: intanto perché è fuori dall’Unione Europea e in secondo luogo perché è un territorio dove ancora vengono applicati i principi democratici. come sostiene Aristotele, la democrazia si esprime al meglio come appunto succede nella Confederazione. Spero rimanga lontana dall’UE! Partecipare a Poestate, un festival espressione di grande libertà e autonomia, è stato un onore: oltre al premio molto gradito, per il quale ringrazio Armida De Marta, ho avuto l’opportunità di dibattere con un personaggio come Marcello Foa, con cui è stato un piacere esprimere le mie visioni, sebbene diverse dalle sue. Ma d’altronde questo è il bello della democrazia…
Mattia Sacchi
FONTE: mattinonline http://www.mattinonline.ch/

venerdì 24 giugno 2016

Regno unito fuori dall'Europa: -bella notizia o brutta notizia?-

L'Inghilterra ha fatto bene a uscire dall'Europa, e ci sono molti motivi e benefici per loro, pochissimi per L'unione: ora sull'Europa si possono verificare degli effetti negativi a catena, e uno é che potrebbe affossare l'europa in breve tempo, mettendo fine all'agonia che sfianca i popoli dell'unione da molto tempo; Un'altro effetto puó essere la scossa giusta che serve alla nomenclatura Europea, classe dirigente, poteri forti e qualsivoglia, per cambiare rotta: stracciare per intero il -disegno comune condiviso- dei non eletti, dei vari club elitari, che avevano trascinato le realtà economie comunitarie a contribuire per una sistema a circuito chiuso senza nulla rendere, e di conseguenza impoverendo e distruggendo ciò che non faceva parte del sistema monopolizzato.
Se riescono cambiare in tempi brevi e riconvertono gli interessi a beneficio di tutti, sorgerà giá in pochi giorni un nuovo cammino di speranza, altrimenti saranno spazzati via dagli eventi con tutta una serie di conseguenze negative di cui saranno sempre i cittadini a soffrirne di Piú, ma anche fra di loro qualcuno cadrà con la testa mozzata.
(ora Londra però ci renda la parte delle riserve aurifere trasferita da banca Italia come garanzia. Non serve piú tenere le nostre riserve aurifere oltre confine. E tanto vale per la Svizzera, per la Germania, e per gli stati uniti )
Non sono d'accordo con quanto afferma Alessandro Di Battista:
 la linea del M5S é sostituire il sistema con il voto popolare dall'interno. Anche Grillo che era propenso all'uscita tramite Referendum, ha capito e conta su questa linea; sono certo che anche Di Battista quando ci rifletterà con calma non potrà fare altro che essere per la sostituzione della classe dirigente con il voto democratico popolare dall'interno, esattamente come stiamo facendo in tutte le Regione italiane...
L'Inghilterra ha scelto bene ed é indiscutibile. Per noi Europei la situazione é molto diversa, e chi fa analogie sbaglia di grosso.
Bisogna ma entrare nel governo europeo democraticamente e cambiare le cose dall'interno. Se usciamo non é che ci liberiamo da chi ci ha messo in questa situazione. Pensateci bene. Con il M5S possiamo andare lí e cambiare le cose, come stiamo facendo un po alla volta in Italia.. Diversamente ci costerà caro esattamente quanto giá ci é costato, e forse anche in modo piú doloroso e drammatico. Non bisogna uscire, bisogna togliere il potere ai burocrati e alla classe dirigente attuale, diversamente siamo morti. L'Inghilterra ha sempre contato sulla sua moneta e su una sovranità immacolata. Ma noi europei su cosa ci facciamo forza? DOV'È LA SOVRANITÀ? A chi ci rivolgiamo poi se usciamo? Agli stessi che continueranno a governare malgrado le scelte impopolari?:...
L'Europa ha bisogno di un cambio di guardia e un cambio delle regole adeguandole alle esigenze di tutti, altrimenti siamo fottuti a prescindere.
In Inghilterra il Referendum é stato giusto, ma per noi europei non lo é, bisogna votare per mandare via le lobby e tutto quel sistema che ha fatto solo disastri, con il Referendum non ci liberiamo della dittatura delle banche, tanto meno del mercato monopolizzato, e tanto meno dei politicanti asserviti che hanno consentito tutto ció...

Di Barolus Viginti

domenica 19 giugno 2016

Dietro il volto della finta misericordia e della finta ospitalità...

...c'è dell'altro dietro l'immigrazione forzata di milioni di persone; per vederle poi ghettizzare i campi improvvisati allestiti ai margini di molte città Europee. Nessuno conosce, nessuno prevede al momento attuale quale sarà il destino di questa gente. Integrare queste masse nelle società ospitanti é pressoché impossibile; neppure la Germania che  ha sufficienti possibilità finanziarie riuscirebbe in queste gigantesca operazione "umanitaria, e questo é dato di fatto fermo, irremovibile.
Nessuno conosce il destino di quanti restano o non sono riuscito a partire. Per questi gli scenari futuristici non prevedono nulla di buono..

Difficile capire, ma dietro il grande esodo dal medio oriente, dall'Africa e dalla fascia Sud-Est euroasiatica, ci deve essere qualche altro motivo di cui la comunità internazionale occidentale, si guarda bene dal farne accenno; molti governi sanno e la verità é decisamente un'altra da quelle raccontate dalle cronache giornalistiche.
Non é vero che scappano tutti da guerre e tiranni che rendono invivibili i loro paesi, e questo si da il caso sia un punto fermo nelle circostanze su cui qualcuno scriverà la storia contemporanea.

Esiste per altro una categoria di migranti di cui nessuno parla, sono famiglie benestanti, che avevano posizioni sociali di riguardo: titolati, ricchi, sono gli aristocratici, le classi dirigenti, la parte nobiliare nei loro paesi. Di questi mai nessuno parla eppure nessuno di loro si é fatto cogliere alla sprovvista sotto le bombe, e incastrarti nelle regressive crisi che mettono in ginocchio i loro paesi di origine. Sono tantissimi e non passano certo dai canali della disperazione dove imbarcano sulle carrette del mare rischiando la vita.
Questa gente arriva in treno in aereo, insomma con i normali mezzi di trasporto e se li contendono vari paesi in base alle loro ricchezze esportate in precedenza. Addirittura i vari servizi assistenziali dopo averli intercettati gli vanno a prendere a spese dello Stato che gli ospiterà. C'é molta discrezione intorno a questi esodi di prima classe, diciamo; eppure non ameno, almeno come numeri, degli esodi invasivi del mediterraneo.
Questo é successo e succede ancora in Germania, in Italia e in altri paesi dell'unione, Regno Unito compreso, e anche il Vaticano ha fatto e fá la sua parte. La torta per altro é bella grossa e sostanziosa...

Ma ci sono anche altri aspetti in tutta questa grave e infinita vicenda umana, di cui forse é meglio dare al tempo il giusto momento in cui si possa dire con chiarezza, se mai fosse, cosa c'è sotto la costrizione per evacuare in massa da determinate zone del mondo; e certo le testimonianze individuali di soggetti coinvolti non basta per dare conferma e ufficialità a capitoli che vanno componendo una storia la quale manca la cornice finale..
per la verità non sarà mai troppo tardi...

Talebani e  terrorismo daesh-Alqaeda sono solo un pretesto di copertura (armati a sua volta da chi apparentemente gli combatte: -illusi- ma determinati queste fazioni credono di essere sufficientemente forti e protagonisti ( in nome di un Dio a cui rendere grazie ) ma mai nessuno di loro vedrà il giorno della vittoria ) la comunità internazionale gli avrebbero spazzati via in pochi programmati interventi, invece sono ancora lí nelle loro roccaforti a infliggere un modello infernale di convivenza sociale, quindi effettivo sostituto del vero volto del terrore, si potrebbe dire. Ed é in base a questi concetti che viene il sospetto che dietro  ci siano progetti e disegni Geo politici segreti, diversi da quegli che l'informazione ufficiale propina ai cittadini del mondo.
Verrebbe da pensare subito alle esigenze del mercato globalizzato, e su questo quesito ogni obiettiva osservazione analitica conferma una certa plausibilità; ma a che serve lasciare in piedi e alimentare con mezzi concreti queste fasce di opposizione che incontrollate poi si diffondono terrorizzando ovunque. Serve dunque terrorizzare il mondo prima di imporre un nuovo modello?
Quindi il mercato: quello occidentale che per le sue stravaganti ambizioni di dominio monopolizzante, ha bisogno di trovare sfogo nei mercati orientali per controllarli e cambiarne le sorti e le millenarie abitudini.

Molte sono le domande che nascono e rimarranno senza risposte comunque le cose vadano, e la piú scontata e piú banale é sempre la stessa: -ma é veramente necessario, tenendo conto dell'evoluzione umana, quindi dell' intelligenza, mettere da parte la parte razionale, e lasciare libero sfogo alla parte aggressiva per trascinare milioni di persone verso la disgraziata disperazione, verso la fame la malattie, verso la morte?- se si, queste persone hanno poca fiduccia delle potenzialità di questo pianeta, del potere che ha di auto-rigenerarsi, nonostante gli stessi facciano di tutto per distruggerlo...

Di Barolus Viginti

http://video.repubblica.it/vaticano/rifugiati-papa-francesco-sono-persone-come-tutti-noi/243723/243770


domenica 12 giugno 2016

I Brogli elettorali: altra piaga tutta italica che spesso va oltre confine

I Brogli elettorali: altra piaga tutta italica che spesso va oltre confine
MI domando che testa abbiano quegli che agiscono per creare i brogli elettorali. In linea di massima additiamo giustamente i politici come mandanti, ma esiste un sottobosco di manovalanza spaventosa pronta a tutto per niente. Che aspettative avranno queste persone dal futuro, avranno dei figli, avranno degli interessi, sognano una società migliore. Vorrei proprio saperlo: - che cos'hanno al posto del cervello...
Bisogna poi tenere presente che chi fa si che i brogli riescano sono quasi tutti dipendenti pubblici che nessuno ha mai eletto. Entrano nel sistema per concorso pubblico e chi sé visto sé visto. Tutto normale verrebbe da dire, ma purtroppo il percorso spregiudicato di molti di questi dipendenti dello Stato, é segnato da incongruenze, negligenze di mal servizio, di abusi e quant'altro: sono loro che per volontà di comodo, di autostima e di smania di grandezza nel credersi una spanna superiore dell'utenza pubblica, dei cittadini come loro, ma con la puzza fissa sotto il naso; per altro, fanno dannare i cittadini al cospetto degli sportelli di servizio pubblico: molto che non  funziona, la norma é spesso personalizzata dai soggetti per farne regole assestanti: piú pratiche,meno fatica possibile, ma meno servizio utile. Insomma quasi sempre sorge qualche cosa che non vá e qualche cosa da contestare che fa perdere tempo e spesso denaro...
Allora dico io: non sarà arrivato il tempo di pensare a questi signori per valutare se il loro operato è sempre efficiente e cristallino?
Possiamo sempre far cadere le responsabilità solo sui politici eletti ? …
( quando lo sono veramente eletti, per carità, basta vedere il governo Renzi messo su da Napolitano e dalla Merkel, e dove ci stanno portando, ci sarebbe da tornare alle barricate)
…quando a seguito hanno qualche milione di complici? Possiamo mai combattere la corruzione e il malaffare che veicolano parallelamente ai disservizi e alle negligenze del sistema pubblico, per aggiunta, incrociandosi per gli stessi fini banchettando insieme, diventando lo stesso problema; se non pensiamo a spulciare anche nell'operato di questa categoria, che vive anch'essa di piccoli e grandi privilegi al di sopra delle crisi di ogni tempo, e al di sopra di ogni quieto vivere, che vede invece le comunità sempre piú a rischio del baratro totale, costretti piú che di altri tempi a fare le valigie e cercare respiro e dignità oltre confine 
( A centinaia stanno partendo da ogni parte d’Italia solo per la Germania. Sono tutti giovani, molti lasciano mogli e figli sperando di poterli portare via in un secondo tempo da una realtà che gli sta uccidendo )
Se non si prende per serio ogni aspetto del grande ingranaggio che dovrebbe fare funzionare il sistema non né usciremo mai; mai si potranno combattere le mafie, le caste, i circuiti di interessi a circuito chiuso, se prima non viene risanato l’intero comparto dei dipendenti pubblici con nuovi modelli di formazione professionale.
Se in Germania, in Svizzera e altri Stati il sistema pubblico funziona molto meglio che i Italia, una ragione c’è di sicuro, e sta senza ombra di dubbio nella formazione professionale di chi viene assunto per concorso, e introdotto nelle mansioni al servizio dei cittadini, sono certamente piú preparati, hanno ulteriori rigidi insegnamenti di etica deontologica,  di senso di appartenenza nazionalistica, di senso patriotico, di disciplina civile etc. 
Ecco, sono queste le prerogative che mancano agli italiani, e dovremo prima di tutto domandarci:- ma siamo veramente Italiani?- Serve ancora continuare a illuderci di stare sotto, protetti dalla stessa bandiera in una Unità puntellata ormai da residui di nobili ideali e infetta da recrudescenze storiche di ogni sorta, e che oggi spoglia anche degli ultimi baluardi di sovranità ( depredata dalle privatizzazioni e dalle riserve aurifere ) cade nelle braccia dell’unione Europea ancora piú incerta e traballante, di quanto lo sia l’Italia in rovina.
Serve ancora  -morire per Danzica-ripeteva spesso il grande giornalista Enzo Biagi, la stessa apprensione la dobbiamo esprimere verso l’Italia Nazione: -serve ancora patire e perire per essa dopo cento cinquanta anni di fallimenti, di abusi e soprusi, e qualche accenno di allusiva gloria?- partendo dal semplice presupposto che L’identità di appartenenza cambia nettamente da Regione a Regione, dovremo dire senza remore, NO! Conviene presentarsi all'Europa in ogni formazione identitaria con i propri valori, la propria storia, gli stessi bisogni e diritti, lo stesso spirito di collaborativitá per il bene di ogni etnia, di ogni popolo di appartenenza. .
Diamogli tempo allora all'Italia romana capitalizzata e punto di riferimento “dell’italiano peggiore” e degli innocenti che non trovano appiglio, che non l'hanno mai trovato, dei peggiori che sovrappongono i loro interessi a quegli della collettività; che sia un tempo a scadenza però, che sia un tempo di compiti da portare a termine con successo, altrimenti si ricorra al fattore ovvio ogni percorso di scissione per portare all'indipendenza totale le regioni che già di per sé hanno identità di appartena di Stato, di Nazione…
Non se né puó di questa Italia che mette sul lastrico i cittadini,per cui siamo stanchi di vedere di conseguenza la gente che esasperata si toglie la vita. Badate bene signori che siamo di fronte a un nuovo fenomeno epidemico e che é frutto del malessere sociale ma nessuno ancora né individuato il vero motivo, o perlomeno imputano tali tragedia a fattori del tutto singolari e caratteriali dei soggetti. E invece no! I motivi di questi orribili fatti sono da inquadrare nel malessere sociale, imposto, studiato a tavolino e diffuso, ma nessuno ancora lo dice, eppure alla luce dei fatti tutto si spiega volendo analizzare il fenomeno con lucida e coerente obietivitá; é la crisi dei degli interminabili disagi che delude le aspettative degli uomini e delle donne che si uniscono per formare una famiglia, e invece scoppiano ancora prima di coronare un sogno; ed lí che il fallimento si fa piú insopportabile e insormontabile. Sto parlando dei sempre piú frequenti femminicidi e suicidi la quale hanno raggiunto livelli pandemici ormai. Dobbiamo essere certi che la causa non é da trovare solo nella responsabilità degli sventurati protagonisti che accecati ormai di ogni razionale ragionamento, compiono i gesti estremi per risolvere i loro problemi. Il problema é sociale e come tale va affrontato e risolto. Come sociale é anche il problema della delinquenza comune, della droga, dell'alcolismo. Dove c'é Stato sociale che distribuisce benessere tutti questi problemi vanno automaticamente in calo, fino a sparire del tutto. Anche alla criminalità organizzata, con il benessere sociale diffuso verrebbe a mancare foraggio che la nutre e la manovalanza al suo servizio..
Ecco perché siamo stanchi di questa Italia e non se né puó piú...


...non sé né può più di questa Italia spregiudicata e truffaldina, che non accetta neppure il voto popolare e cerca di cambiarne i risultati; per questo a conti fatti, serenamente e obiettivamente, possiamo contare e ancora sperare nella nuova forza politica venuta dal basso, dall'urlo disperato degli indifesi, dei cittadini mai rappresentati, dei cittadini sempre messi in disparte dalla “Mensa del signore” e dal sistema che crea figli e figliastri. Figli da mandare al macello e altri a vivere dal sudore versato da altri. La nostra speranza in Italia si chiama Movimento 5 Stelle; loro lo sanno e ci temono. Se dovessimo fallire, se la gente no dovesse capirlo per giusta scelta, saranno inevitabili le barricate. Eh si, proprio cosí di questa Italia non se né può veramente più


Di Barolus Viginti


venerdì 3 giugno 2016

Elezioni Bonarcado 2016

Elezioni Bonarcado 2016
Domenica anche a Bonarcado si vota per eleggere il nuovo sindaco,. Tre i candidati in gara, due donne e un uomo: Franco Pinna, Antonella Sanna e Mariangela Malica.

Come a ogni Tornata l’argomento diventa inevitabilmente interesse primario per tutti, o quasi; gli animi si scaldano nel sotto bosco mediatico dei locali pubblici, dei negozi soprattutto nelle case, dove l’usanza detta migliore strategia per divulgare i programmi e gli intenti dei candidati in corsa per lo scranno più alto nel comune di Bonarcanto City; vi fanno visita sperando di accattivarsi le simpatie di intere famiglie, di amici e parenti. Insomma tutti mettono al fuoco tutta la carne che possono, visibile per altro nella lunghezza propositiva dei programmi : promesse spesso non mantenibili, in qualche caso oltre il programma ufficiale presentato in comune. Infatti, c’è da notare che il programma di “Insieme Bonarcado” esiste in due versioni, forse tre; uno è quello ufficiale presentato al comune, un’ altro che riporta delle aggiunzioni da offrire in lettura con consegna a mano, infarinato di tante parole, sbottano alcuni: " é la solita solfa". Non è corretto, non è leale verso le liste avversarie, non è corretto verso i cittadini che in questo modo sono presi in giro, ma lo fanno sperando che nessuno si accorga.











Pragramma candidata Antonella Sanna:

Come detto, con l'avvicinarsi della data prescelta gli animi si scaldano, ma non per i dibattiti o i confronti frontali pubblici, a Bonarcado non si usa. Da sempre in occasione delle elezioni del sindaco in "biddamiracolis" non si fanno comizi, non si fanno confronti, nessuno si espone, nessun si é mai esposto in un discorso politico pubblico democratico come si prevede in democrazia; niente assemblamenti, niente spazio per i contraddittori, niente insomma, ma non per questo il periodo pre elettorale passa inosservato o ignorato, anzi, di tutto e di più vola di bocca in bocca nelle vie del borgo, spesso anche illazioni calunniose e ingiuriose verso gli avversari; come nel caso di Franco Pinna che ne ha percepito con amarezza gli strali immeritatamente. Dico immeritatamente perché di Franco Pinna alla luce della sua reputazione si può parlare solo bene; e aggiungo, secondo me unico fra i candidati che detiene tutti i requisiti necessari per potere traghettare Bonarcado verso il futuro nel migliore dei modi: ha esperienza serietà, capacità e soprattutto la sensibilità giusta per capire i problemi sociali; ama e conosce il territorio, e ha le idee chiare ( non bisogna dimenticare che è docente in agraria ) su come apportare delle misure migliorative nei comparti agro-pastorali, e nei siti archeologici sparsi in tutto il territorio.
Mi auguro che i Bonarcadesi non perdano questa occasione in questo specifico momento storico dell’Italia e di Bonarcado, sarebbe come rinviare di adempire a un dovere urgente e necessario per tutti..

A Bonarcanto tutto avviene quasi tutto con una certa discrezione in linea di massima, non sia mai venisse a mancare il senso del "volemose bene" pestando i piedi a qualcuno che a sua volta se la potrebbe anche legare al dito; proprio in questi momenti poi va meglio al massimo il senno del chi se né frega, dal che nasce il famoso detto: -Finia sa festa immentigadu su Santu-  questa tendenza di pensiero é manifestato in tutta la sua singolare "saggezza&sagacia" popolare, tipica nel Bonarcadese tipicamente disimpegnato ( questi fortunatamente in netta minoranza rispetto al resto che invece ha consapevolezza e bene o male fa le scelte per la quale crede ) disimpegnato da tutto ciò che lo circonda, non legge né vede neppure di sguincio i programmi delle liste in gara, anche se gli capita a vista d’occhio, figuriamoci per le altre cose importanti. Ma tutti però nelle scelte si affidano meglio al cuore che alla testa, quindi le loro scelte in cabina elettorale sono motivate per rapporti diretti di simpatia, di amicizia, di famiglia o altri interessi pratici, non dico di casta, ma 1.600 anime sono di per se divise i vari gruppi di interesse, rapporti di affari, e dove viene sancito sotto molti aspetti il dominio del territorio, esercitato anche esso senza dare nell'occhio. Tutto sommato tutto nella normalità delle cose per quel che si puó, la mafia qua non esiste, forse un po di camorria si, ma si sa, dove c'è campane... ah!! giá, quello é un'altro detto, e col nostro discorso non centra!!

In chiusura di questo discorso sento di dire a tutti gli elettori di Bonarcado di pensarci bene nel dare il suo consenso a chi deve governare il paese; è prerogativa assoluta ragionare con la testa e non con il cuore. Buon voto a tutti…


Di Barolus Viginti

PS.
Per il che se né dica questo articolo non é mirato a colpire, denigrare o a offendere delle persone singole, e tanto meno il paese, ma bensì serva a trarre spunto per migliorare insieme e progredire. Sono anch'io di Bonarcado e penso che fare autocrita faccia solo del bene a tutti...


Programmi elettorali:
Candidato franco Pinna
Candidata Mariangela Malica:

sabato 14 maggio 2016

Dedicato a Giuseppe Diana e la moglie Luciana Corgiolu, massacrati dal figlio in una notte di follia

Giuseppe Diana era prima di tutto una persona per bene, squisita, semplice e affabile, sempre disponibile, con un bagaglio di cultura culinaria immensa; appassionato e coinvolgente; era capace di gestire grandi cuochi e farli lavorare per lo stesso fine in perfetta armoniosa sincronia.
Come molti  sardi partì presto dal suo paese natale, Nuscis: piccolo centro minerario del Sulcis iglesiente, e aveva le idee ben chiare, il suo obiettivo era imparare a fare il cuoco per non finire come tanti dei suoi paesani, in miniera a estrarre carbone per pochi denari...

Giuseppe Diana diventò Gran Gourmet, sempre impegnato, ha dato molto alla cucina italiana; le sue trasferte in Svizzera in Spagna, in Germania erano occasioni di coinvolgimento per tutta la brigata del Motel Agip (Firenze Nord) agli inizi degli anni ottanta. Partecipavamo tutti nei preparativi preliminari per fare si che le sue tournée fossero di sicuro successo. E lo erano.
Portò con la sua bravura e l'ausilio di una grande brigata il ristorante Executive, all'interno dello stesso Motel, Agip, a grandi livelli; rappresentò la cucina italiana in mezza Europa, incorniciandola nel contesto globalizzante dei tempi, sempre all'avanguardia nello studio e nelle tendenze innovative dei sapori e dei gusti, senza mai abbandonare mai la grande e ricca cucina Sarda e Toscana a cui dava occasioni di sfogo rappresentativi particolari.

Il nostro non era solo un rapporto di lavoro, ma anche di amicizia. Sono indimenticabili le cene consumate nei migliori ristoranti classici in città e nelle colline del Chianti con tutta la brigata e i rispettivi familiari, etc. giorni indimenticabili di puro divertimento e di acquisizioni professionali importanti scrutando i menù offerti a noi da altrettanti grandi gastronomi in quelle occasioni.
Mi porto di lui questi bei ricordi. Ricordo di lui il grande altruismo che lo caratterizzavano, spessore umano di rilievo educativo ed esemplare, quando veniva in partita ( partita in gergo vuol dire reparto d'avanti alle piastre o ai fornelli, dove si preparano i primi piatti o i secondi piatti ) mi toccava le spalle e mi diceva: - Sai quanti coperti abbiamo fatto a Lunch ( pranzo)-
-ha, lo posso immaginare- Gli rispondevo
-ebbene, anche oggi sono 80 alla carte nel ristorante Executive, e manca poco a tremila nel
self-servis- la quale servizio avveniva in contemporanea dagli stessi fornelli, per capirci...
Dopodiché mi diceva vai a cambiarti la giacca che sei fradicio di sudore, ti sostituisco io 5 minuti, non ti puoi ammalare che abbiamo anche domani, dopo domani, tutto il mese e tutto l'anno.
Tanta era allora la clientela di passaggio nell'autostrada del sole del Motel Agip di Firenze Nord, in cui Giuseppe Diana era chef coordinatore preparato e scrupoloso. Si contavano 25.000- 30.000 coperti al mese; é solo merito suo e della brigata di professionisti che aveva a disposizione che si poteva tenere fronte a certi ritmi pur mantenendo alti livelli qualità e di alta espressività professionale.

Era questo Giuseppe Diana insignito di molti titoli ad honorem, conquistate nella sua magnifica e brillante carriera. Era attivissimo collaboratore dell'associazioni cuochi di Firenze, la quale vantava essere promotore di molti eventi, di incontri organizzati nei piú rinomati e grandi alberghi della città: Grand Hotel, Hotel Baglioni, Hotel Michelangelo, Hotel Excelsior, etc.  consuetudini frequenti per lui e per noi che lo seguivamo con fiduccia; erano eventi da cui ogni iscritto poteva trarre ulteriore conoscenza professionale, occasioni di incontri e di unione fra i migliori gastronomi della città.
Ai tempi era grande amico del cavaliere commendatore Renato Ramponi, presidente dell'associazione cuochi Italiani e chef del Grand Hotel di Firenze, erede di un'altro grande della cucina Toscana, Eliseo Guidetti, che diede vita all'associazione cuochi fiorentini, con la quale anche Diana collaborò, e la quale anche io ebbi l'onore di conoscere entrambi. Dello scrittore gastronomo
Cavaliere Leo Codacci, scrittore, per trent'anni é stato l'alfiere della tradizione contadina nella cucina toscana, presentatore di programmi culinari in una TV privata di Firenze, via etere portó nelle case dei Toscani un patrimonio di ricette antiche e moderne di valore inestimabile, coinvolgendo tutti i migliori nomi che al meglio rappresentavano la cucina Toscana, e alla quale anche Giuseppe Diana diede supporto, compreso il sottoscritto. Il cavaliere Codacci Ricoprì inoltre e per molti anni l'incarico di vice presidente nazionale dell'accademia gastronomica Italiana, e presidente di quella  Toscana.

Ricordo con piacere quando Diana venne a trovarmi, quando io fui trasferito al Motel Agip di Assago (Mi) e in seguito al motel Agip di Trieste. Era alla fine degli anni ottanta, Giuseppe Diana allora era ispettore del reparto cucine di tutta la catena alberghiera della Semi Gran Turismo, società affiliata all'ENI, fú una promozione meritatissima neanche troppo ambita, considerando il suo animo, ma lo scelsero proprio per questo, perché non era tipo che sgomitava per ottenere posizioni di riguardo, e la quale compito svolgeva allo stesso modo di quando stava d'avanti ai fornelli, con occhio di riguardo alle attrezzature, alla qualità dei cibi che venivano scelti in tutte le strutture Nazionali, e in particolare al benestare del personale...
Scelsi lui e il suo secondo Giovanni Cisternino, quando a Trieste venne in visita ufficiale il principe Carlo d'Inghilterra, dove il principe fu anche ospite del cugino presso il castello di Duino Aurisina, di rimpetto e un tiro di schioppo dal Motel Agip, dove fu allestito il pranzo e la cena per 600 circa commensali, facenti parte del scodinzolante seguito del Principe.
In quella occasione ci fu esigenza di dare ai menù un supporto adatti all'occasione, e così chiesi e ottenni dal direttore e dalla direzione generale in Roma, la presenza di Diana e di Giovanni Cisternino ( altro grande professionista di origini pugliesi ) per l'esecuzione di quei particolari banchetti. Anche quegli si rivelarono giorni intensi di preparazione e di acquisizioni professionale, e del carisma che Diana emanava con la sua presenza, incutevano sicurezza e tranquillità per tutta la brigata.
Ricordo durante le pause Diana preferiva uscire con me facendosi consigliare dei luoghi che ancora non aveva esplorato, era un grande curioso.
Quel pomeriggio in macchina verso Grado ( cittadina Balneare della provincia di Trieste, Gorizia, Udine ) rimasi colpito da un velo di Tristezza che raggrinziva un pó il suo volto, parlammo del piú e del meno, di me di lui delle rispettive famiglie, del lavoro e del suo girovagare presso centri vacanza e i Motel sparsi in tutta Italia. Nonostante i suoi modi di approccio erano sempre gli stessi  non era piú lo stesso Diana che conobbi negli anni precedenti in quel di Firenze; oltre alle prerogative circostanziali non si sbottonò piú di tanto; ma capì che non si trattava di normale stato d'animo passeggero, notai qualche cosa di profondo sotto quel volto pallido e un po affaticato; non feci fatica a dedurre che quella strana malinconia forse era dovuta alla mancanza di una prole, di un'erede per garantire la sua continuità.
Fú comunque un bel pomeriggio piacevole in un caffè nel lungo mare di Grado, dove la sera poi ci ritrovammo  in cucina a organizzare il servizio, e fu lí che gli si tornava ad illuminare il viso, lí d'avanti al Pass a leggere le comande.
Incontrai ancora Diana agli inizi degli anni Novanta a Campi Bisenzio, dove abitava con la moglie, eravamo entrambi fuori dalla Semi Gran Turismo; mi volle con lui in una nuova esperienza gestionale all'Hotel Santa Cristina di Prato, bellissimo palazzo in stile Barocco che dominava dai piedi del monte Calvana, in una bellissima panoramica di tutta la città di Prato.
Lavorammo insieme per qualche mese poi i casi della vita mi hanno portato in altri lidi, ed é da allora che non ho piú visto ne risentito il grande chef di cucina Giuseppe Diana.

Io devo tanto a lui che mi ha insegnato l'arte di amare i cibi, di conoscerli e di trasformarli abbinandoli in tutte le occasioni per gradevolezza al palato dei clienti...
Era una gran bella persona, gli anni vissuti lavorando con lui sono stati indimenticabili, sono il bagaglio di esperienza che mi porto appresso, sono la mia vera ricchezza di forgia e di studio che mi hanno permesso di fare questo meraviglioso mestiere nei migliori ristoranti e alberghi di  Firenze, Milano, Roma, Trieste, Cagliari, Rimini, Costa Smeralda e in fine Germania.

Di sicuro Giuseppe Diana e la sua consorte, altra bella e amabile persona; non meritavano una fine simile: uccisi per altro dal loro figlio adottivo, quel figlio tanto desiderato che ha voluto e a cui sicuramente volle inculcare degli autentici valori.
É incredibile che sia accaduto a delle persone come loro in una giornata di autentica follia, da parte di un familiare la quale avevano allevato con cura e attenzione, desiderando per lui sicuramente una vita almeno come l'hanno vissuta loro. Perché era questo Giuseppe Diana, oltre la passione e la serietà professionale per la gastronomia, dalla vita non ha mai preteso piú di tanto, poteva diventare ricco, ma i suoi valori e la sua alta moralità gli hanno fatto scegliere un'esistenza umile seppur da benestante, sempre pronto ad aiutare il prossimo.

Addio Diana, spero di rincontrarti nell'altra dimensione insieme a Luciana per rivivere quei momenti indimenticabili di allegria e di confronto la quale io ebbi molto da imparare, Grazie infinite...

""
IN SA GLORIA CHE SIAIS""

Di Salvatore Zuddas

lunedì 9 maggio 2016

A questo punto uscire dall'unione e dall'euro é una follia


Il sogno europeo era ed é una gran bella  cosa, ma molti paesi oggi aderenti all'unione non avevano i numeri per entrare in un contesto di partenariato economico di valute.

I paesi motrici di questo sogno hanno consumato molte energie indebitamente, molti ci hanno guadagnato e molti ci hanno rimesso anche il benestare del vivere quotidiano. Questa é la verità.
La moneta poi é stata la piú grande fregatura di tutti i tempi su cui i padri "profeti" non né hanno azzeccato una (basta rammentare la cantonata di Prodi: -lavoreremo di meno guadagneremo di piú- disse; successe invece l'incontrario, ovvero niente lavoro, niente guadagni ) per molti un disastro, per pochi una manna dal cielo, per alcuni uno strumento di controllo in puro stile totalitario, una forma di dittatura monetaria, insomma, con un percorso nebuloso verso il futuro.

Cameron si accorge solo adesso dei rischi che incombono sui cittadini europei in questa unione incerta e problematica. Il fatto poi é che siamo giá in guerra: siamo giá stati attaccati fisicamente in varie città europee, compresa Londra, dal fondamentalismo islamico, e siamo in guerra fra gli stessi paesi membri: basta osservare le gravi divergenze generiche, e in particolare sulla gestione dell'emergenza migratoria, che in parte anche l'Europa ha provocato partecipando alle infinite operazioni belliche, travestite da operazioni di pace, nei paesi da dove oggi fuggono per sfuggire alla furia delle fazioni in lotta.

Perù nonostante tutto Cameron ha ragione: uscire dall'Europa forse sarebbe meno peggio per l'Inghilterra, ma tornare indietro di venti anni sarebbe una vera follia se no un suicidio a tutti gli effetti. Non serve a niente fare il cammino all'inverso dove emergono solo gravi pericoli e di incalcolabili entità.
Insomma io credo che non possa uscire dalla strada ormai tracciata per camminare in un sentiero di rovi. é questo che ci aspetta uscendo dall'unione a questo punto; ed é questo che ci aspetta andare avanti nell'attuale Europa: - una strada impervia, spinosa e piena di insidie. Piú o meno lo hanno capito un po tutti, allora quel che bisogna fare prima di tutto, é fermarsi un po e aggiustare la strada, renderla piú veicolabile e sicura per tutti, nessuno deve restare indietro. é questa la vera cura dell'Europa: - nessuno deve restare indietro- altrimenti i conflitti anche fra paesi membri non si possono placcare, né  eliminare...
http://www.repubblica.it/esteri/2016/05/09/news/cameron-139421202/?ref=HRER3-1

sabato 30 aprile 2016

STANNO TORNANDO

Precipitazioni insolite, temperature invernali rigide e forti gelate sorprendenti da una parte del globo, mentre dall’altra parte della pianeta temperature estive anomale che oltrepassano i 30 gradi, riflettono gli effetti dei cambiamenti climatici che potrebbero influenzare gran parte del pianeta. Il concetto che tutti i fenomeni meteorologici attesi, che dovrebbero avvenire nella norma, non è più valido. Occorre ricordare che  conque anni fa le Nazioni Unite avevano avvertito che l’umanità stava entrando in “un’era di eventi meteorologici estremi”.
Gli effetti dei cambiamenti climatici, stanno scatendando  eventi meteo estremi (anomali)  che si stanno verificando su scala mondiale, l’umanità si trova ad affrontare tempi difficili. Gli eventi che si stanno svolgendo sono i primi segni di tribolazione che si verificheranno su questo pianeta, come ad esempio il fatto che la Terra è entrata nell’orbita del Sistema Stellare Binario di Planet X.
I media mainstream e le  istituzioni scientifiche stanno lavorando duramente per evitare che il pubblico possa vedere il “grande quadro della situazione” tutto in una volta, stanno quindi costantemente sopprimendo dati scientifici preziosi e le prove per dimostrare l’esistenza di un sistema pianeta interstellare in orbita con il nostro sistema solare.
Gli scienziati militari e la NASA hanno già provveduto a calcolare l’allineamento successivo di Planet X, che con i suoi effetti gravitazionali, sta provocando una serie  di forti terremoti su scala globale, smuovendo la Ring Of Fire, ovvero l’anello di fuoco e spostando cosi le plaecche tettoniche. Questo non farà altro che causare altro sisma, cosi forte che sarà in grado di sconvolgere la California con i rischi di farla sprofondare nell’oceano. Ma speriamo che questo non accada.
“Le cose non faranno che peggiorare da ora in poi” – commenmta  la ex esperta della Nasa Dr.ssa Brassard, “perchè sta arrivando un secondo Sole con i suoi sette pianeti orbitanti. Chiamatelo con il nome che vogliamo (Planet X, Nibiru, Hercólobus, Assenzio), è certo che è stato previsto il suo arrivo. Il secondo Sole è un decimo della dimensione del nostro Sole, ma uno dei pianeti che porta con se in orbita è quattro volte più grande di Giove (Blu Kachina previsto dagli indiani Hopi). Secondo la signora Brassard, vediamo che le cose peggiorano sensibilmente da qualche anno a questa parte.  “I pianeti hanno orbite che vanno a disturbare la rotazione terrestre – commenta Brassard – tale da far diminuire il campo magnetico e in un periodo va da Novembre 2016 in poi, ci  saranno momenti peggiori rispetto a quelli odierni. Oggi stiamo assitendo a centinaia di terremoti, inondazioni e caduta di meteoriti! Le scie chimiche (chemtrails) spruzzati da aerei commerciali e militari, le cui sostanze chimiche ci stanno avvelenando ogni giorno, è un disperato tentativo di coprire questo “secondo sistema solare,” che causerà ( e gia lo sta facendo) grossi problemi al nostro pianeta.
L’influenza del Grande Perturbatore
Per anni, gli esperti hanno avvertito che con l’approccio del Pianeta X (Nibiru), che alcuni chiamano anche “il grande Perturbatore”, proprio perchè con i suoi effetti gravitazionai, crea anomalie ad altri pianeti,  ma spinge anche detriti spaziali, comete, asteroidi e meterore verso i pianeti interni del sistema solare. Non a caso tutto ciò sta accadendo, come l’aumento del numero di bolidi di fuoco che continuamente bombardano la superficie della Terra, per non parlare dei disturbi elettromagnetici casuali e come abbiamo detto sopra, di eventi meteo estremi..
Anche se la comunità scientifica ripete costantemente lo stesso messaggio “tutto è sotto controllo, non vi preoccupate e… siate felici” , la realtà è ben altra. L’orbita altamente irregolare del Pianeta X ritorna periodicamente verso il sistema solare, ma ciclicamente ogni 3657 anni, dove attraversa l’orbita della Terra, scatenando il caos e distruzione. E nonostante gli sforzi per screditare chi sostiene questa realtà riguardo il grande perturbatore,  la realtà è che Planet X è conosciuto dalla “elite globale” o coloro che occupano posizioni di potere.  Purtroppo, al momento, tutto quello che riguarda Nibiru-Planet X – è un segreto ben custodito e “proibito” per il resto dell’umanità, che è caduto nel buio e nell’ignoranza creata dal sistema di Potere CABAL-Illuminati, che hanno fino ad oggi (e continuano a farlo) ad applicare il programma di manipolazione sociale, facendo rimanere questa Umanità, ancorata al medioevo. Ma ora il Tempo è scaduto!
l Dr. Marshall Masters è stato intervistato tempo fa da George Noory su Coast to Coast molto tempo fa, dove condivide il suo credo e le prove che mostrano indizi che il Pianeta X Nibiru sta continuando il suo percorso in entrata nel nostro sistema solare, quindi sempre più vicino alla Terra, dove sta cominciando ad avere i suoi effetti a livello meteorologico e geologico. Marshall Masters è un ex giornalista scientifico della CNN, produttore, scrittore freelance e analista televisivo.
“Qualcosa di grosso si sta avvicinando – commenta Marshall Masters- e non è solo un pianeta, ma credo che quello che si tratti di un mini-sistema solare con un Sole, una nana bruna al centro, che è circa due volte più grande di Giove e si trova appena fuori dal nostro sistema solare e ma in fase di avvicinamento. Uno degli oggetti più esterni orbitanti, Dark Star e Nibiru è stato osservato e soprannominato ” Lupino blu ” o Bluebonnet. Nibiru presto sarà visibile sul piano dell’eclittica del Sole e non all’orizzonte della Terra”.
Di seguito un video sul rapporto dettagliato degli eventi della Terra e del clima attuale in corso (eventi naturali e artificiali), che si verificano su scala globale.
Redazione Segnidalcielo

giovedì 21 aprile 2016

Francia Sesta giornata di mobilitazione contro la riforma del codice del lavoro

i Gabriel Huland*
Più di 1 milione di persone, secondo la Cgt francese, sono scese in piazza lo scorso sabato 9 aprile in più di 200 città francesi per protestare contro la riforma del codice del lavoro (legge El Khomri) promossa dal governo di François Hollande, del Partito socialista. La manifestazione, convocata da quattro centrali sindacali (Cgt, Fo, Solidaires, Fsu) e tre organizzazioni giovanili (Unef, Unl, Fidl), è stata la sesta giornata di lotta dopo la presentazione all'Assemblea nazionale del progetto di legge che significherà un enorme arretramento dei diritti del lavoro per la classe lavoratrice del Paese. È convocata una nuova manifestazione nazionale il 26 aprile. L'unità tra lavoratori e studenti ha un potenziale esplosivo, specialmente in Francia, teatro delle storiche manifestazioni del maggio 68.
La Francia è la quinta economia globale, rappresenta circa il 20% del PIL dell'Europa e ha una delle classi operaie più dinamiche e combattive del mondo. Il Paese vive tuttavia lo stato di eccezione decretato dal governo dopo gli attentati dello scorso 13 novembre. Più del 70% della popolazione è contraria alla riforma, secondo i sondaggi, il che spiega le mobilitazioni di massa di queste ultime settimane. Il 31 marzo c'è stata un'altra grande manifestazione alla quale hanno partecipato circa 1 milione di persone in più di 250 città. Dopo questa manifestazione si è formato il movimento Nuit Debout (Notte in piedi) che fa riferimento al 15M spagnolo e che da allora raccoglie migliaia di persone quotidianamente, ventiquattrore su ventiquattro, in Place de la Republique per discutere distinti temi politici e di interesse sociale come la riforma del lavoro, la questione dei rifugiati, l'Ue e la crisi economica globale.

L'ebollizione sociale nel Paese gallico può preannunciare una nuova ondata di lotte e conflittualità sociale nel vecchio continente, nel quadro di una stagnazione economica e di una serie di attacchi, applicati dai governi nazionali e imposti dalla Ue e dalla troika. La riforma del codice del lavoro francese, una vecchia pretesa dell'Ue, introduce significativi cambiamenti nella legislazione e si basa sulla riforma del lavoro approvata nello Stato spagnolo da Mariano Rajoy, del PP. Quando si tratta di attaccare i diritti e difendere gli interessi delle grandi imprese, le differenze tra i due blocchi di partiti politici europei (socialdemocratici e conservatori) è praticamente inesistente. Dopo le prime manifestazioni il governo è stato obbligato a ritirare alcuni punti del progetto, ma il movimento esige il ritiro dell'intero provvedimento.

La riforma proposta da Hollande prevede, tra gli altri cambiamenti, la facilitazione del licenziamento economico, la riduzione della remunerazione per le ore lavorative straordinarie, la supremazia degli accordi collettivi tra imprenditori e lavoratori in relazione alla legge e agli accordi settoriali, il frazionamento del tempo di riposo, la generalizzazione dei contratti temporanei, oltre a permettere il licenziamento nel caso gli imprenditori invochino una presunta “difficoltà economica” dell'impresa. Vale a dire, è una riforma su misura per ridurre il costo della manodopera per preservare i profitti padronali, la “competitività delle imprese” nel linguaggio tecnocratico del governo e dell'Ue.

La Francia vive una situazione economica complicata. Nel 2015 il deficit ha raggiunto il 3,9% del Pil (l'Ue esige che si riduca a meno del 3% entro il 2017), il debito pubblico è di circa il 95% del Pil (simile allo Stato spagnolo) e la crescita economica è stata praticamente nulla (1,1% nel 2015, 0,8% nel 2014, 0,2% nel 2013 e 0,0% nel 2012). Per il suo carattere imperialista, la Francia sopravvive fondamentalmente grazie alle esportazioni di prodotti ad alto valore aggiunto e le rimesse dei profitti delle sue imprese operanti all'estero, in particolare nelle sue ex-colonie, ma anche in altri Paesi semi-coloniali.

Il tasso di disoccupazione è cresciuto da quando Hollande si è insediato, essendo salito lo scorso anno ad oltre il 10% della popolazione economicamente attiva. La situazione è più drammatica tra i giovani, che soffrono livelli di disoccupazione superiori al 25%. Più del 30% dei giovani non hanno un posto fisso e la prospettiva di averlo si fa sempre più lontana, giacché il 90% dei contratti firmati attualmente sono precari.

Un altro dei gravi problemi vissuti dalle lavoratrici e dai lavoratori francesi e immigrati è la crescita dell'islamofobia e dell'estrema destra. Parti come il Fronte Nazionale crescono nelle intenzioni di voto e propagandano una retorica xenofobo e razzista. Secondo gli ultimi sondaggi presidenziali, se le elezioni si svolgessero oggi, Hollande non passerebbe al secondo turno e la disputa si darebbe tra Le Pen e l'ex presidente Nicolas Sarkozy.

La giornata del 9 aprile non ha avuto luogo unicamente in Francia, sono state organizzate manifestazioni in altre capitali europee come Madrid, dove un centinaio di attivisti si sono riuniti presso l'emblematica Puerta del Sol, in solidarietà con le manifestazioni nel Paese vicino sono stati organizzati. Una delle differenze importanti tra il 15M e le recenti manifestazioni in Francia è il protagonismo della classe lavoratrice e del movimento sindacale. Le manifestazioni in Francia vengono accompagnate da scioperi e picchetti, il che dà loro una forza superiore e una maggiore combattività. Il movimento Nuit Debout si è già esteso a più di 60 città francesi.

*da corrienteroja.net, sito della sezione dello Stato spagnolo della Lit-Quarta Internazionale


(traduzione dall'originale spagnolo di Giovanni “Ivan” Alberotanza)