Il futuro a 5 Stelle

Il futuro a 5 Stelle
Il futuro con il Movimento 5 stelle é un dono del cielo

giovedì 29 settembre 2016

Olio extravergine taroccato é anche dannoso alla salute


Nel grande mercato ormai é difficile trovare questo prodotto al naturale, sincero per origine di tracciabilitá. Spesso anche quegli costosi con marchi IGP  DOP o altro, hanno subito manipolazioni di taroccamento per valorizzarlo. Con L'olio d'oliva neppure i marchi che lo vedrebbero tutelare non bastano per proteggerlo dalle frodi.
La frode dell'olio ha preso dimensioni di espansione globale, un fenomeno secondo solo allo spaccio di alcuni tipi di droghe, per intenderci...

Questa storia pazzesca del traffico internazionale di olio d'oliva extravergine va risolto in sede europea prima che sia troppo tardi e ci toccherà assistere impotenti alla fine dei produttori onesti che coltivano con cura l'ulivo per produrre uno degli alimenti salutari e nutrienti che esistono in natura: l'olio extravergine di oliva é l'alimento piú taroccato del mondo.
L'Origine geografica del prodotto non va mai taroccata per dare spazio a un'origine presumibilmente insignificante e forviante tracciabilitá come la dicitura " prodotto in Europa " quando solo quattro sono i paesi aderenti (Grecia, Spagna, Italia, e Portogallo) che producono l'olio extravergine di oliva, di qualità, su larga scala: Il Nord Africa: Marocco e Tunisia in Testa, Poi la Turchia, riescono a immettere nel mercato Europeo una quantità impressionante di olio dove poi si perde ogni tracciabilitá, avete mai visto negli scaffali dei mercati olio di oliva Tunisino, oppure Marocchino o Turco? Non esiste, incredibilmente questi olii extracomunitari diventano di tracciabilitá europea, e questo per darvi un'idea. Centinaia di miglia di tonnellate diventano, impreziosendosi, per lo piú olio Italiano ( pregiato e richiesto nel mercato mondiale, quindi piú appetibile per guadagni smisurati ) e spesso questi prodotti non sono di ottima qualità, anzi non lo sono mai, per questo vengono poi trattati, mischiati ad altri prodotti, colorati e profumati con essenze chimiche ( l'Europa permette anche questo per legge ) e nessuno per altro va a controllare nei grandi stabilimenti, centri di raccolta, di smistamento, di fornitura e di inserimento nel mercato tedesco di questo prezioso prodotto. Dal che oltre al famoso lampante difettoso, i coloranti e gli aromi chimici, che sfuggono alla maggior parte dei consumatori che pensano si tratti di prodotti genuini e originali, viene aggiunto anche l'olio di colza ( costo commerciale all'origine 50 Cent 1'Euro al litro )
La Germania é in Europa la maggiore produttrice di olio di colza: sapore leggermente acidulo e dal colore verde paglierino, simile anche per corpo a molti olii di oliva raffinati. Non si fanno scrupoli quindi in molti di questi stabilimenti a mischiare tonnellate di olio di colza e olio di oliva e creare un prodotto " extravergine originale" con il supplemento del "buon Dosaggio" di profumi e coloranti. Ad Amburgo e in porti commerciali dell'Olanda, in  spagna e in Italia da qualche parte vi sono dei luoghi lontano da occhi indiscreti dove commettono queste gigantesche frodi che fruttano alle compagnie di distribuzione al dettaglio milioni di euro da prodotti proibiti che in pratica potrebbero valere solo pochi Cent al litro, utile solo per produrre dei Bio carburanti o per altri usi , fuorché per l'alimentazione umana.
A Neuss vicino a Düsseldorf anni fa qualcuno mi raccontò che da uno stabilimento di olio di semi, usciva anche "dell'ottimo" olio di oliva Extra che veniva venduto all'ingrosso, a palette quindi. costo complessivo per paletta erano 1000 Marchi tedeschi. Al mercato quest'olio poi avrebbe fruttato oltre 5 Mila Marchi a paletta. l'affare era talmente appetibile che alcuni ristoratori, anche italiani, si rifornivano direttamente da lí, bastava una telefonata, e in quel luogo magicamente oltre al puzzo maleodorante della produzione di olio di semi apparivano anche le pire accatastate di olio "extravergine di oliva", pronte alla consegna , L'etichettatura cambiava a richiesta, quindi appariva anche il prezioso olio "extranative" vergine dell'italia, della Grecia, della Spagna etc. e ancora non si parlava di origini europee. Da allora le cose non sono certo migliorate, anzi il fenomenale problema si espanso talmente che oggi riesce incontrollato a varcare anche gli oceani, nonostante gli americani se né siano accorti della frode e si lamentano. Forse per questo si vogliono vendicare con i TTIP?

Di 
Barolus Viginti

in allegato link:
Fonte Repubblica

lunedì 18 luglio 2016

Tutti pazzi per Gavina


Tutti pazzi per Gavina ma forse non tutti sanno che si tratta di un prodotto OGM, proprio così, Gavina é geneticamente modificata ( un po come Donatella Versace, per capirci, anzi, lei é rifatta; altra tecnica) scherzi a parte, La mini anguria "Sarda" non é un prodotto naturale. Buona, anzi bona e gustosa, per carità, ma é lo stesso prodotto coltivato in Spagna, In Sicilia, in Sud America, in cina e in Giappone, dove in quest'ultimo paese le fanno anche quadrate. insomma Gavina non é un'esclusiva prodotta in sardegna, ma bensì il risultato sperimentale di selezioni adatti a soddisfare un mercato globalizzato.

Non é un caso che Gavina sia sterile, non contiene semi. Chi vuole coltivarla deve comprare i semi da chi possiede il brevetto genetico; ma di solito sono loro stessi che usano i terreni altrui, o impossessandosene, per controllarne meglio tutto il processo di produzione e di mercato.
L'OGM , questo metodo applicato in agricoltura, che cambia decisamente la vita di tutti, é molto chiacchierato e criticato dai mass media mondiali, perché non se né conoscono ancora gli effetti sulla salute, e a livello ambientale nel tempo; ormai ha sostituito i metodi agricoli arcaici che conoscevamo. Ha cambiato i flussi economici, eliminando quegli regionali e locali, e si spostano in grandi aree; vedi il Sud della Spagna; dove le estensioni di produzione agricola (OGM) si estendono per centinaia di migliaia di chilometri quadrati scelte appositamente per la produzione specializzata, e brevettata, da cui traggono la maggior parte del fabbisogno alimentare europeo, per quanto riguarda gli ortofrutticoli.
Immaginate lo scompenso economico già palpabile, in dimensioni miserevoli di povertà imposta, che rende tutti schiavi e dipendenti, dove si produceva quasi a chilometro zero.
E immaginate anche quando nelle zone scelte saranno abbandonate perché non produrranno piú nulla, neppure con il supporto della chimica, giá abbondantemente applicato pericolosamente.
Il terreno avrà senza dubbio il suo bisogno periodico di fermo biologico per rigenerarsi. Ebbene a tal punto cosa succederà? 
Massimo esempio italiano che é specchio riflettore di tante altre zone geografiche in Europa: si tornerà alla pianura padana devastata nel frattempo con le attività industriali? Mi pare improbabile. Nel campidano dove lo spazio destinato all'agricoltura é sempre piú ridotto? Dove coltiveranno allora Gavina?
Nonostante gli sforzi, il concetto a chilometro zero, a livello globale non esiste. Nel mercato impazzito in cui nasce Gavina e tanti altri prodotti sterili, non vi é nessuna prospettiva di continuità, non vi é prospettiva di convenienza economica collettiva, quindi neanche di sopravvivenza. Pensate a questo ragionamento quando né state saggiando una bella fetta fresca fresca, e senza l'imbarazzo di non sapere dove sputare il seme quando siete sotto l'ombrellone belli e rilassati...
Vi informo poi che all'estero di angurie chiamate Gavina non vi é nessuna traccia, ma mini angurie provenienti dalla Spagna e altre località del mondo a tonnellate; uguali, identiche spiccicate, la quale manca solo la parola, tutte sono frutto dello stesso studio e della stessa tecnologia nel selezionare e inventare nuovi prodotti...
Dobbiamo difenderci dalla pubblicità ingannevole e illusoria per molti motivi, anche quando apparentemente ci sia un buon ritorno economico, per alcuni...
Ci fregano come vogliono e tutti contenti...
Eppure erano mille volte meglio le angurie di Arborea. Mica mancava il business stagionale di questo meraviglioso frutto. 
Attenti al mercato imposto signori, potrebbe essere il metodo piú efficace e conveniente per estinguerci...

Di Barolus Viginti

Immigranti sono merce umana per produrre utili per pochi

A cosa servono queste masse costrette a scappare dalle loro terre senza diritti, senza dignità, senza rispetto; calpestati uccisi straziati nel fisico e nell'anima?
Possiamo sapere i motivi la quale sono costretti a scappare con i soli pochi stracci che si portano dietro, ma vi sono molti lati oscuri sul perché alcuni paesi europei, la quale anche l'Italia e la Germania, abbiano aperto totalmente e incondizionatamente le porte a questa gente, pur sapendo che nel lungo termine non si rivelerà certo un giusto e sensato investimento.
A livello economico e sociale integrativo, con tutta la buona volontà che ci mette la Germania ( l' Italia un pó meno )
Faccio presente che la Germania ha migliori metodi di controllo e di assistenza integrativa. Dispiace dirlo, ma é la verità. In Italia sono giá molti i migranti lasciati liberi al loro destino, che vagano pericolosamente nel territorio.
Insomma nell'insieme non vi é spazio per individuare un tornaconto utile che faccia veramente bene al paese e all'Europa.
Ciò nonostante i politici europei spinti da altri interessi di parte, seguitano con queste politiche assistenziali senza neppure avere adottato un programma di lungo termine che né determina inizio e una fine, e con un dovuto resoconto positivo. Nulla di tutto di tutto ció, tutto é un 'incognita in questa Europa frantumata da mille contraddizioni. Possiamo solo dedurre che esiste un'invasione intercontinentale di bisognosi in atto a cui bisogna elargire esose risorse, ma non sappiamo se quanto speso sia proficuo, o determina dei guai futuri piú insidiosi.

Per tanto io un'idea me la sono fatta:
I migranti sono solo fonte, immediata, di guadagno per le onlus, la Caritas e altri organi costituiti per accaparrarsi il denaro finanziato per le accoglienze ( una montagna di soldi solo per l'Italia ) e loro dovere quindi trattarli bene e con i guanti bianchi. I migranti questo lo sanno e né approfittano. 
A chi di noi nelle stesse condizioni verrebbe mai in mente di sfasciare tutto in casa di chi ci ospita? (Nulla succede a caso...) e i migranti il caso lo hanno percepito sin da quando hanno deciso di approdare nelle nostre coste: sanno già che possono pretendere piú di quanto é loro dovuto, per questo spaccano tutto, anche il letto in cui dormono, e il bagno ( che in patria non hanno mai avuto ) in cui dovrebbero curare il loro aspetto igienico, e salvaguardare la loro stessa salute, e quella degli altri. 
Spaccano tutto per avere dei beni superflui che non hanno mai avuto e che mai si sono potuto permettere di acquistare, l'WI-FI e Internet ad esempio; questi innescano delle situazioni di pericolo per delle pretese superflue in condizioni di precarietà della stessa loro condizione di vita, che é in uno stato di emergenza che ripara a salvaguardare la loro stessa sopravvivenza. 
É questo l'aspetto inaccettabile che inquieta tutti, e che fa pensare a nuovi approcci risolutivi nei confronti di questa gente, e ci riempie di indignazione.
In Germania chi rompe paga e viene espulso immediatamente. Chiunque fomenta ribellione e disordini viene preso e isolato senza tanti complimenti. In Italia invece sfasciano Alberghi a cinque stelle per poi essere accomodati in altri luogo a loro piú convenienti. La cosa é inaccettabile sotto ogni punto di vista, ma nessuna condanna mai arriva, mai una presa di posizione efficace per isolare i focolai di ribellione.
Altra mentalità in Italia: sfasciare, distruggere non é un problema ( per certe menti bacate e senza scrupoli) anzi, vuol dire nuovi progetti, nuovo denaro da estirpare dalle casse pubbliche, altri appalti da spartire; altro business a circuito chiuso, che vanno a pesare incisivamente su tutto il contesto economico generale. E questo il problema che la politica non riesce a vedere, al contrario: e in questo tipo di affari che né trae personali guadagni. É la logica dei corrotti e dei corruttori, e degli avvoltoi assettati di denaro, della supremazia ingrata di chi crede che gli affari si fanno in quel modo, di chi crede poi di appartenere a certa élite cui spettano anche incondizionatamente tutti i meriti.
É la società fasulla da cui bisogna guardarsi, da cui bisogna difendersi, che bisogna neutralizzare con scelte elettorali giuste...

Torniamo agli esodi di massa:
Si tratta di un business temporale che un giorno dovrà finire. Dovrà finire a dispetto dell'integrazione non avvenuta, e a dispetto dello scenario piú gravoso a cui le nostre società andranno incontro nel prossimo futuro, quando queste masse di immigrati senza nessun controllo, né arte, né parte, saranno liberi di girare come ordigni a orologeria nel nostro territorio.
Saranno guai seri alla faccia di chi sostiene che questi soggetti siano preziosi per la nostra economia (e qui bisogna fare un punto a parte di riflessione e di domanda ) con riferimento alla sola Europa: ma se in seguito a un mondo che cambia vertiginosamente dove la tecnologia, le dislocazioni industriali, le nuove strategie di mercato, le nuove strategie di marketing a tutti i livelli, etc. etc. hanno licenziato milioni di persone, ne hanno mandati altrettanti in aspettativa,e altrettanti ancora in uno stato di precarietà; mi dite come cazzo fanno a integrare queste masse di disperati senza mestiere, né titoli di studio e nessuna attinenza di adattabilità ambientale?...
A me la Boldrini e quanti sostengono il contrario, devono spiegare questi concetti, nel caso abbiano delle risposte (immagino sicuramente ingannevoli e devianti di sicuro) ho ancora alcune domande di riserva che toccano argomenti di religione, di numeri, quindi di percentuali etniche a confronto, di maggioranze e di minoranze etniche, la quale metterebbero indubbiamente in serio rischio la nostra cultura e il nostro stesso stile di vita, e che meriterebbero delle riflessioni analitiche profonde. Tutto ciò in un normale contesto di convivenza, se possiamo definirlo tale considerando il riversamento di queste masse nei nostri territori. Che dire poi dell'integralismo islamico con tutte le sue pretese? Sarete pronti eventualmente a cedere il Vaticano all'islam?



Io non vedo traguardi celestiali in questa storia, né pagine gloriose  da scrivere, e di contenuti che andranno a iniettare orgoglio a chi verrà dopo di noi. 
Vedo solo gli errori a catena di gente che ancora non ha capito nulla, e la mia preoccupazione é che questa gente stá ancora lí in pieno svolgimento di assembramento delle nostre sciagure future..



Di Barolus Viginti

sabato 16 luglio 2016

La notte dei sonnambuli (Golpe in Turchia)


La notte dei sonnambuli ( Golpe in Turchia)
Se non altro per cancellare la delusione del golpe fallito in Turchia, né potrebbe uscire una storia surreale da raccontare come si fa nei Best Seller di fantasia, o in un sogno, e per altri magari come in un vero incubo.
Tutti aspettavano con ansia la caduta di Erdogan ma evidentemente il piano non ha funzionato, non ha funzionato perché per estromettere un governo legittimo ( eletto con elezioni truccate ) non basta bloccare dei ponti, gli organi di informazione e circondare il palazzo presidenziale. Un golpe funziona solo se cadono le teste al comando; mentre quelle invece sono rimaste libere ed efficienti nelle loro funzioni.
Ma a parte la maldestra figura di quella parte di forze armate deviate, insorte contro il regime, la caduta di Erdogan in effetti faceva comodo a tutti, anche ai paesi Nato di cui la stessa Turchia fa parte. Erdogan é un personaggio dalle tante facce, non tanto ben voluto in Patria, e neppure all'estero, nonostante il potere che impersona e i rapporti di affari internazionali, per altro unico collante che garantisce "friendship", quindi anche apparente stabilità Nazionale e internazionale. Un fantoccio scomodo; uno spaventa passero temuto e odiato. Uno sciacallo in Siria.
 Insomma, Erdogan: spietato con gli avversari politici e con chi insorge, carnefice con le minoranze, in particolare con i Curdi; nemico del regime siriano da cui approfittando del caos provocato da lunghi anni di guerra, riesce a razziare di tutto come uno sciacallo .
Erdogan poi che vuole entrare in Europa ma non trova giustamente i consensi necessari. Grazie a Dio. Erdogan sostenuto dall'Europa (in mancanza di altro) quasi con certa costrizione, ma quello é e con lui bisogna dialogare. Erdogan che bisticcia con la Russia, che minaccia l'Egitto, che ammonisce Israele e guarda in cagnesco gli americani. Erdogan instancabile cane da combattimento che difende solo i suoi interessi, la sua casta, la sua tribù.
Erdogan  che fa il muso duro sul groppone della Nato, ghigna col suo manto che nasconde la bestia; immune, quasi invulnerabile, impunito, e a mala voglia punto di riferimento nelle grandi decisioni geopolitiche del mondo; ma anche un altro per il resto del mondo andava bene.
Erdogan quindi, il potente "Sultano" per quel che ha fatto e per quel che potrebbe ancora fare, in fine dei conti non interessa e non serve più a nessuno, se non a quella ciurmaglia di nomenclatura che rappresenta. Questo è il quadro la cui cornice inadeguata stava per essere rimossa in modo maldestro.
Un vero peccato che il golpe sia fallito; dal che dopo ore di silenzio di ansia e suspense, il mondo piano piano ricomincia bisbigliando a sostenere il governo legittimo... (che notata)

Mica vero: forse era un sogno!? Detto fatto, Erdogan é ancora il dittatore della Turchia, pardon, il presidente della Turchia, ma non di tutti i Turchi, anche se cambiare le cose con un colpo di Stato non é certo una bella soluzione. In rapporto del livello di democrazia acquisito, e dal sinistro sentore che spesso pare sia tutto un'illusione, il golpe non poteva essere una buona idea, ma il regime assodato ai turchi stá molto ma molto stretto...

MODIFICATO 17.07.2016
24 ore dopo il golpe:
Si sapeva; Erdogan non ha mai amato il contraddittorio, quale migliore occasione per fare tabula rasa per eliminare tutti gli oppositori. Alla sbarra infatti finiscono Giudici: tantissimi, se né contano giá 2500 circa, a cui é stata privata la libertà, e poi militari di ogni grado, qualche decina, giá giustiziati sommariamente senza tanti complimenti, e ancora, avversari politici e non mancano altre categorie negli alti ranghi di commando. Insomma Erdogan non aspetta a infliggere la sua cruenta vendetta, che sicuramente si protrarrà fino alle prossime settimane finché non finisce il lavoro; questo é certo!
Si sa anche che era in declino di consensi, ma il fallito golpe rivitalizza la posizione di Erdogan, insomma, né esce piú forte e accusa gli Americani di avere architettato e appoggiato i golpisti.
Difficile credere però allo scaltro Erdogan: 1) perché é noto che gli americani i golpe gli fanno in modo diverso in terra altrui, e ci riescono sempre; non né viene fuori nulla di buono, ma spazzano via tutto puntando prima di tutto sugli organi di comando. 2) Conoscendo un po la bestiolina, chi ci dice che non sia stato lui stesso a mettere sú il maldestro e finto golpe.
I servizi Turchi non hanno mai creato problemi a Erdogan, anzi, in occasioni di bisogno gli hanno tolto il culo dalle brace. Forse in questo caso é successo la stessa cosa...il problema ora é cosa né verrà fuori di tutta questa rinnovata forza. Di certo mi pare di capire che non saranno certo giorni distesi quegli a venire, in particolare per gli oppositori a cui giá é stata tolta la libertà e forse toglierà anche la vita. Poi c'è da seguire gli sviluppi sul braccio di ferro con l'America; con i toni distensivi che aveva intrapreso con la Russia, la quale ora potrebbe cambiare e costringere Putin alla prudenza.
Il quadro é chiaro di Erdogan non ci si puó fidare, e la fase piú critica di tutta la vicenda forse dovrà ancora venire...

di Barolus Viginti

domenica 10 luglio 2016

Globalizzazione ed effetti collaterali...

...di un processo mistico consapevole ma male gestito; o per lo meno non esiste una linea guida, equa, a cui fare riferimento, dal che gli eventi relativi di riflesso ci paiono piú negativi che positivi, e non é neppure il caso di tracciarne gli estremi per classificarli in entrambi i poli, tanto per convenienza personalistica prevale sempre la locuzione latina "Mors tua vita mea".
Quindi prendo spunto solo dalle vicende razziali che insanguinano la Nazione piú Democratica e "civile" del mondo, guarda caso, culla del progresso sfrenato senza regole; o per lo meno circoscritte e molto di Commodo, che mal si sposa, appunto, con il concetto altruistico comunitario "globalizzante" delle pari opportunità e delle risorse vitali distribuite a pari merito umanitario, ovvero per appartenenza alla razza "prescelta" razionale e ragionante, la quale impongono spesso al mondo con le stesse regole, inglobandole, e da cui nasce il paradosso americano, che traccia un solco invalicabile fra ricchi e poveri, fra scelti ed esclusi.
Non c'é molto da capire, quindi, nella guerra razziale mai assopita, che di tanto torna agli onori delle cronache piú sanguinosa e piú cruenta che mai. Non c'é nulla da capire perché in pratica abbiamo capito tutto; abbiamo capito quali sono le origini, e abbiamo capito quali sono i meccanismi che innescano questi conflitti sociali fra razza dominante e razza succube. Per questo non ci sarà nulla da capire quando la stessa storia succederà identica anche in Europa (...)
C'é lo insegna la stessa America che quando le masse migratorie si spostano da un continente all'altro, lo sconvolgimento a livello sociale nella terra ospitante sarà totale: abbiamo visto quando in America sono arrivati i bianchi cosa é successo con gli indigeni, e ancora seguita semplicemente perché quel processo, "quel sogno" che i bianchi portarono in America non é concluso.Lo sapiamo da sempre cosa comporta un processo migratorio, una costrizione di quelle proporzioni, lo sapiamo da quello biblico degli ebrei, la quale la "terra promessa" ( quale Dio avrebbe voluto ciò, se non degli individui biancacci, dai volti cadaverici, in carne e ossa? ) non fu altro che un'incitazione alla conquista dei territori, cancellando spesso le razze autoctone o costringendole a imposizioni non certo ottimali. 
É questo lo specchio in cui si guarda il mondo, che preferisce metaforizzare o non capire , per plasmarlo poi in un riflesso compiacente per se stessi ma illusorio per gli altri. 
Gli altri, loro, i diversi, questi animali che deludono le aspettative quando capiscono l'innaturale consistenza delle regole, e del peso che esse comportano quando chi le impone non le osserva...
Nel frattempo la storia non cambia, e quella post colombiana ancora meno.
( L'uomo bianco ) ha sofferto l'incremento di altre società ( anche con la razza ispanica che incalza dal Sud non é che scorra buon sangue ) ma in parte né ha lasciato integrare a dismisura per comodo, per fargli lavorare per loro tornaconto, e le tecniche di persuasione a questi non mancano di certo; dal che questi un po ci stanno, anche perché hanno bisogno di placcare la fame, poi si ribellano.
E perché si ribellano?
Semplice: perché non sono trattati umanamente come natura, in questo pianeta, comanda. D'altronde questa é una storia che porta la memoria alla notte dei tempi. sin quando sul pianeta apparvero i primi uomini bianchi, e non venivano certo dai poli dove il sole lo prendevano di sguincio (per altro in questo tema la teoria Darwiniana sull'evoluzionismo non é che regga molto... ) Quel "sogno" dunque
( che nella realtà si porta dietro gli strascichi di un'antichissima tragedia, dovuta alla condizione forzata di fare trasbordare da un continente all'altro i misteriosi bianchi, parte in fuga, altri con spirito pionieristico, venuti chissà da quale dove, e dalla grande vecchia Europa; forse, in tempi remoti addirittura da un pianeta lontano dove finì il ciclo vitale... )
dunque quel misterioso sogno, opaco desiderio, difficile da capire e percepire, non si potrà realizzare solo a livello locale, perché nel suo insieme é ispirato da paradigmi universali. Poiché quel "sogno" per l'umana genia é diventato un incubo reale, é imposto a livello planetario nella misura stessa in cui "gli americani" approcciano con il resto del mondo, prima con la potenza delle armi di cui si é dotata, poi con le sue banche e con i suoi Fast food disseminati ovunque nel mondo, alla quale ( McDonald in testa ) bisogna attribuire di essere stati la "giusta" manovra di scambi commerciali che spianò la strada verso i mercati allargati, verso le grandi catene e le potentissime multinazionali, che ormai hanno cambiato il mondo e la sorte di miliardi di persone ...
...non sono ben chiari tutti i disegni che porterebbero all'unificazione del pianeta, forse semplicemente perché nessuno gli conosce e ció avviene per forza maggiore, per corso naturale delle cose, per forza evoluzionistica essenziale, per paradigma universale appunto; ma bisogna pur capirlo in tempo per non esserne parte ostruente in tutti i suoi percorsi; bisogna capirlo in tempo per evitare che gli eventi travolgono, stravolgano o estinguano le minoranze insieme ai loro millenari modelli socio economici. Innanzitutto bisogna capire prima, per evitare alle masse di dovere migrare verso altri paesi creando gli squilibri che ben conosciamo. Avremo dovuto capirlo giá alla prima esperienza, invece la storia si ripete inesorabile, cruenta, in tutta la sua drammatica scia di dolore e di miseria.
Vuoi unificare il mondo? A me non pare il vero, ma per farlo dovresti costruire in Africa ció che hai costruito nel tuo paese; questi potrebbero assorbire meglio il concetto e addirittura partecipare al processo facendo parte integrante e funzionale del mercato globalizzante... ( ci costerebbe molto di meno, potremo imparare e regolare gli squilibri demografici nel mondo, argomento importantissimo in ogni contesto di umana convivenza a livello planetario, ma evidentemente non tutti sono capaci di fare ragionamenti sensati, e agire di conseguenza... )
Ma niente paura quel sogno che ogni uno auspica, apparentemente diverso, esclusivo, originale, a volte perverso, che provoca anche insanabili effetti collaterali, é sempre lo stesso, e si chiama ""globalizzazione"".


Di Barolus Viginti

http://www.repubblica.it/esteri/2016/07/10/news/usa_tensioni_razziali-143773782/?ref=HRER3-1

domenica 3 luglio 2016

Reso conto di inizio estate in una Sardegna giá colpita duramente dai piromani


"Deserto artificiale" nel centro occidentale della sardegna..
Questo é lo scenario dopo una settimana di fuoco che riduce in cenere oltre 4.000 ettari di territorio insieme alla fauna che vi abitava ( un'astensione immensa se pensiamo che la Sardegna ha una superficie e di 24 100,02[1] km²
Un colpo mortale all'economia regionale:
Animali domestici e selvatici carbonizzati, aziende e impianti distrutti, allevatori rimasti con un pugno di cenere nelle mani. Danni da calcolare ma evidenti, che pesano non poco sulle spalle di un popolo giá di per sé ai margini del mercato globalizzato, quindi, giá escluso a priori dai contesti economici dove i dominatori hanno tracciato dei solchi invalicabili a una produzione di qualità che altrimenti avrebbero spazzato via ogni tipo concorrenza nel mercato comunitario con la (M) maiuscola. Quindi con i righi estivi la Sardegna si trova ad essere penalizzata il doppio in un contesto Nazionale dove l'economia é azzoppata da scelte politiche spesso non in linea con quelle che sono le esigenze e bisogni del popolo Sardo.
Una piaga difficile da estirpare quella dei fuochi.
Mistica e misteriosa poi la parabola storica dei piromani, dove una volta incendiavano per dispetto fra pastori e contadini, per pascoli negati o vendette trasversali etc. Oggi, da alcuni decenni, i roghi estivi sono diventati business che chiama le mafie del mattone: svalorizzano i terreni con il fuoco, poi comprano e cementificano ( é ciò che é successo nelle coste per dare spazio ai residence e ai resort turistici, sfregiando per altri dei panorami naturalistici unici al mondo)
Da sempre il governo ha dovuto elargire ingenti somme di denaro per fare fronte ai fuochi estivi, ma mai hanno pensato di fare fronte al vero nemico del territorio, agli assassini piromani. Mai hanno pensato che bisogna prima di tutto controllare il territorio capillarmente con squadre accessoriate di tutto: anche di droni che vigilano dall'alto; telecamere e posti di blocchi ( se tu conosci i movimenti della gente che lascia i centri abitati, non farai nessuna fatica a intercettare i piromani in caso dalla zona poi si alzano ali di fuoco e fumo; poi strumenti a raggi infrarossi la notte etc.
Non lo vogliono capire: stessa tattica da secoli, se pur ora hanno a disposizione costosissimi aerei ed elicotteri parcheggiati e pronti per eventuali chiamate.  Ma se altri mezzi di piccoli dimensioni potevano vigilare dal cielo prima dell'innesco degli incendi non era meglio? Funzionerebbe da mezzo persuasivo efficace, non vi pare? Invece no, non lo vogliono capire, e il motivo é evidente: non lo vogliono capire perché a piloti vigili ausiliari e assunti stagionali 70-80 milioni l'anno, fanno Commodo, e mai permetteranno che ne vengano usati di meno o addirittura destinati ad altre categorie. 
Signori siamo di fronte alle lobby del fuoco e senza la consapevolezza di tutti mai riusciremo a porre fino a uno dei drammi piú disastrosi della nostra amata Sardegna...
Non potete fare finta di niente di fronte alla verità e ai fatti concreti, chi tace é complice dei piromani, sappiatelo...oltretutto pene severe a chi viene beccato in flagrante. Chi brucia il territorio equivale a d uccidere; pene adeguate quindi prima di tutto.
Condividete e divulgate quanto potete, grazie!

Di Barolus Viginti

Fusaro: “La Svizzera? Un’isola felice della democrazia… stia lontana dall’UE!”

Me né sono reso conto vedendo il rapporto del Franco Svizzero con l'euro, che é di pochissimi centesimi quasi alla pari, e guardando una busta paga di un lavoratore dipendente Svizzero. In Europa se lo sognano purtroppo e per molti le cifre in busta paga eguagliabili alla Svizzera solo a un lontano ricordo.
Ci hanno schiavizzato e inserito in contesto dove non esistono piú scale gerarchiche sociali, se non quelle di chi dall'alto manovra tutto. Esistono loro, éliti privilegiate al comando, e il popolo che deve solo contribuire per un sistema che ha chiuso il flusso libero del denaro e delle realtà economiche: funziona solo ció che loro hanno unto, il resto si deve barcamenare nel solito arcaico sistema che é quello, prima di tutto " della preghiera" ( altro modo per tenere su un sistema collaudato e funzionale che plagia i plagia popoli ) poi della solidarietà caritatevole reciproca ( ma guarda caso anch'essa gestita dall'alto ) dove per estremi, negli estremi delle comunità dove si inventano, ma in realtà esiste da sempre, un circuito economico autonomo in cui da esclusi riadattano il mercato alle loro possibilitá, in uno scambio di servizi in cui molti spesso ricorrono al baratto... Viviamo in tempi di abbandono; se non interessi e non c'è da spremere nulla, lasciano tutto alla buona o cattiva sorte. Ma loro illusoriamente la chiamano libertà, eccesso di democrazia, l'ha chiamata qualcuno, perché ha dedotto che nonostante tutto la gente puó ancora pensare e decidere; se non é un istinto da cinico criminale cosa puó essere uno che parla in quel modo del sistema...
-É nell'agire quindi che i cittadini debbono apportare dei perfezionamenti, poi per il resto mancherebbe veramente poco-
Di Barolus

Segue l'interviste a Diego Fusaro:

Il Brexit come un grande momento di democrazia, dove il popolo ha finalmente avuto la possibilità di decidere sul proprio futuro. Una democrazia che purtroppo manca nel resto dell’Europa, come sottolinea Diego Fusaro, uno dei più promettenti filosofi europei, in grado di mettere a tacere con le sue brillanti argomentazioni alcuni tra i più noti politici italiani, smascherando i loro piani al servizio dei poteri forti…
Cosa ne pensa della votazione sul Brexit?
E’ l’espressione democratica di una popolazione che si è stufata dell’UE e di chi ha il potere in Europa. Ma secondo le mie previsioni, v’è poco da stare allegri. Come con la Grecia nel 2015, anche ora si troverà il modo per impedire alla Gran Bretagna di uscire dall’Unione Europea. State pronti. L’élite feudale e oligarchica accetta la democrazia solo quando il popolo segue le sue indicazione. Quando si crea un contrasto, questi poteri forti cercano di affossarla con ogni loro mezzo.
Quindi c’è chi sta cercando di impedire che il Governo britannico rispetti la volontà popolare?
Lo stanno già facendo, sostenendo che il Leave è stato votato dai vecchi e dai populisti, offendendo i lavoratori inglesi dicendo che addirittura non avrebbero capito su cosa stavano votando. A mio giudizio ci sono forti possibilità che si rifaccia il referendum. Di certo Bruxelles farà di tutto per tenere l’Inghilterra dentro l’UE, facendola sembrare quasi una concessione benevola. Non è un caso tutta questa improvvisa fretta di Juncker, Schulz e Merkel nel chiedere l’applicazione tempestiva del Brexit…
Ci sono esponenti politici che accusano la Gran Bretagna di un eccesso di democrazia.
Ha peccato di «troppa democrazia», come senza ritegno ha avuto il coraggio di sostenere l’ex premier Mario Monti, dando peraltro voce alla tendenza reale dell’Ue, ossia al drastico svuotamento di democrazia che essa sta sempre più comportando. La Gran Bretagna per prima ha avuto il coraggio di spezzare le sbarre di questa gabbia finanziaria chiamata pudicamente Unione europea, negazione reale della storia d’Europa e della democrazia reale legata 

all’esperienza degli Stati sovrani nazionali. Ma d’altronde da personaggi come Mario Monti, uno specialista nell’ignorare la democrazia, non ci si poteva aspettare altro. Bisogna altresì riconoscere che in fondo è stato coerente con il suo agire…
Ma la democrazia può davvero essere un limite, lasciando che il popolo voti su questioni che non può capire fino in fondo?
Non ci sarà mai troppa democrazia anzi, forse ce n’è troppo poca. Una democrazia che peraltro non è quella che siamo soliti immaginare, ma più secondo l’immagine greca aristotelica dove si alterna il governare e l’essere governati. Ma citare certi modelli di società e di politica di fronte ai personaggi che governano l’Europa non è altro che un gesto dadaista.
L’Unione Europea è un fallimento?
Dipende dal punto di vista. Per l’élite oligarchica è il più grande successo di sempre. Se invece parliamo dei cittadini e dei loro diritti, del lavoro, della democrazia.. beh, in questo caso è senza dubbio un fallimento. Siamo nel bel mezzo di una “Seconda Restaurazione”, un’ottima definizione del filosofo francese Alain Badiou, organizzata dalle forze neoliberali scatenatesi dopo la sciagurata data del 1989. L’Unione Europea è l’esito di questa involuzione restauratrice, una vera e propria “rivoluzione passiva” con cui i dominanti rinsaldano il loro dominio: e lo fanno – sempre dietro il nobile nome dell’Europa – rimuovendo i diritti sociali e del lavoro, aumentando le differenze sociali, distruggendo i popoli e i diritti alle differenze. Se non reagiamo in fretta, presto sarà troppo tardi. Se non lo si contrasta, il capitale si prende tutto.
Lei ha sostenuto che siamo di fronte a una lotta di classe 2.0.
Si e stanno vincendo le classe dominanti. L’ho detto e lo ridico: il nemico oggi non si chiama Islam, né fascismo; non si chiama comunismo, né cristianesimo; non si chiama destra, né sinistra. Il solo vero nemico oggi si chiama economia capitalistica o, se preferite, monoteismo del mercato, fanatismo economico, dittatura dei mercati, integralismo del debito. Con il libero scambio sono stati massacrati i più deboli, con le multinazionali che hanno spazzato via le eccellenze locali giocando al ribasso con i lavoratori.
E con TTIP tra Unione Europea e Stati Uniti la globalizzazione rischia di fare danni ancora peggiori.
L‘Europa diventerà una colonia americana, con danni irreparabili. Il TTIP è il trionfo del capitale assoluto e della competitività senza misure e – è il caso di dirlo – senza frontiere. Esso favorirà il libero scambio ancor più di oggi tra i paesi che lo firmeranno e le pene saranno draconiane per chi non lo rispetterà. L’obiettivo non celato è quello di conferire maggiore potere alle imprese, ossia alle multinazionali e ai globalisti della delocalizzazione deregolamentata. Con il TTIP verrà posta in essere una immensa “free zone” di libero commercio di merci e servizi: in essa non saranno più validi i limiti che attualmente valgono nei singoli Stati; limiti che – ricordiamolo – sono spesso altrettante conquiste ottenute a suon di battaglie e di lotte per la difesa dei diritti sociali e del lavoro, per la tutela della salute e dell’ambiente.
Tra i suoi pensatori di riferimento c’è Antonio Gramsci: ma non è un paradosso che molti principi di un filosofo comunista vengano oggi presi d’ispirazione più da partiti euroscettici riconducili alla destra che dalla stessa sinistra italiana?
Nei partiti euroscettici militano alcuni personaggi con cui è impossibile discutere seriamente, dato che utilizzano la scusa dell’Europa per nazionalismi beceri. E’ però vero che bisogna andare al di là dei sovranismi e dei globalismi, con un vero internazionalismo che sia un rapporto tra nazioni, con le loro culture e le loro storie che si incontrano pacificamente e ritornare alle proprie sovranità democratiche, uscendo quindi dall’UE.
Sembra quasi un appello a tornare prima della nascita dell’Unione Europea: si stava meglio quando si stava peggio…
Ovviamente non bisogna tornare troppo indietro, perché si rischia di tornare agli anni ’30 e ’40, tutt’altro che gloriosi. Ma bisogna riconoscere che tra gli anni ’70 e ’90 c’era uno stato sociale abbastanza marcato, si poteva comunque girare per l’Europa con la carta d’identità e soprattutto non si era in guerra, come invece lo siamo adesso con una continua belligeranza economica tra nazioni: basti vedere i rapporti tra Grecia e Germania per capire cosa intendo.
Lei è stato recentemente a Lugano per partecipare a Poestate, in un dibattito sulla liberà, in particolare quella del singolo, in rapporto al mercato economico, nell’era della globalizzazione…
La Svizzera è un’isole felice per due motivi: intanto perché è fuori dall’Unione Europea e in secondo luogo perché è un territorio dove ancora vengono applicati i principi democratici. come sostiene Aristotele, la democrazia si esprime al meglio come appunto succede nella Confederazione. Spero rimanga lontana dall’UE! Partecipare a Poestate, un festival espressione di grande libertà e autonomia, è stato un onore: oltre al premio molto gradito, per il quale ringrazio Armida De Marta, ho avuto l’opportunità di dibattere con un personaggio come Marcello Foa, con cui è stato un piacere esprimere le mie visioni, sebbene diverse dalle sue. Ma d’altronde questo è il bello della democrazia…
Mattia Sacchi
FONTE: mattinonline http://www.mattinonline.ch/

venerdì 24 giugno 2016

Regno unito fuori dall'Europa: -bella notizia o brutta notizia?-

L'Inghilterra ha fatto bene a uscire dall'Europa, e ci sono molti motivi e benefici per loro, pochissimi per L'unione: ora sull'Europa si possono verificare degli effetti negativi a catena, e uno é che potrebbe affossare l'europa in breve tempo, mettendo fine all'agonia che sfianca i popoli dell'unione da molto tempo; Un'altro effetto puó essere la scossa giusta che serve alla nomenclatura Europea, classe dirigente, poteri forti e qualsivoglia, per cambiare rotta: stracciare per intero il -disegno comune condiviso- dei non eletti, dei vari club elitari, che avevano trascinato le realtà economie comunitarie a contribuire per una sistema a circuito chiuso senza nulla rendere, e di conseguenza impoverendo e distruggendo ciò che non faceva parte del sistema monopolizzato.
Se riescono cambiare in tempi brevi e riconvertono gli interessi a beneficio di tutti, sorgerà giá in pochi giorni un nuovo cammino di speranza, altrimenti saranno spazzati via dagli eventi con tutta una serie di conseguenze negative di cui saranno sempre i cittadini a soffrirne di Piú, ma anche fra di loro qualcuno cadrà con la testa mozzata.
(ora Londra però ci renda la parte delle riserve aurifere trasferita da banca Italia come garanzia. Non serve piú tenere le nostre riserve aurifere oltre confine. E tanto vale per la Svizzera, per la Germania, e per gli stati uniti )
Non sono d'accordo con quanto afferma Alessandro Di Battista:
 la linea del M5S é sostituire il sistema con il voto popolare dall'interno. Anche Grillo che era propenso all'uscita tramite Referendum, ha capito e conta su questa linea; sono certo che anche Di Battista quando ci rifletterà con calma non potrà fare altro che essere per la sostituzione della classe dirigente con il voto democratico popolare dall'interno, esattamente come stiamo facendo in tutte le Regione italiane...
L'Inghilterra ha scelto bene ed é indiscutibile. Per noi Europei la situazione é molto diversa, e chi fa analogie sbaglia di grosso.
Bisogna ma entrare nel governo europeo democraticamente e cambiare le cose dall'interno. Se usciamo non é che ci liberiamo da chi ci ha messo in questa situazione. Pensateci bene. Con il M5S possiamo andare lí e cambiare le cose, come stiamo facendo un po alla volta in Italia.. Diversamente ci costerà caro esattamente quanto giá ci é costato, e forse anche in modo piú doloroso e drammatico. Non bisogna uscire, bisogna togliere il potere ai burocrati e alla classe dirigente attuale, diversamente siamo morti. L'Inghilterra ha sempre contato sulla sua moneta e su una sovranità immacolata. Ma noi europei su cosa ci facciamo forza? DOV'È LA SOVRANITÀ? A chi ci rivolgiamo poi se usciamo? Agli stessi che continueranno a governare malgrado le scelte impopolari?:...
L'Europa ha bisogno di un cambio di guardia e un cambio delle regole adeguandole alle esigenze di tutti, altrimenti siamo fottuti a prescindere.
In Inghilterra il Referendum é stato giusto, ma per noi europei non lo é, bisogna votare per mandare via le lobby e tutto quel sistema che ha fatto solo disastri, con il Referendum non ci liberiamo della dittatura delle banche, tanto meno del mercato monopolizzato, e tanto meno dei politicanti asserviti che hanno consentito tutto ció...

Di Barolus Viginti

domenica 19 giugno 2016

Dietro il volto della finta misericordia e della finta ospitalità...

...c'è dell'altro dietro l'immigrazione forzata di milioni di persone; per vederle poi ghettizzare i campi improvvisati allestiti ai margini di molte città Europee. Nessuno conosce, nessuno prevede al momento attuale quale sarà il destino di questa gente. Integrare queste masse nelle società ospitanti é pressoché impossibile; neppure la Germania che  ha sufficienti possibilità finanziarie riuscirebbe in queste gigantesca operazione "umanitaria, e questo é dato di fatto fermo, irremovibile.
Nessuno conosce il destino di quanti restano o non sono riuscito a partire. Per questi gli scenari futuristici non prevedono nulla di buono..

Difficile capire, ma dietro il grande esodo dal medio oriente, dall'Africa e dalla fascia Sud-Est euroasiatica, ci deve essere qualche altro motivo di cui la comunità internazionale occidentale, si guarda bene dal farne accenno; molti governi sanno e la verità é decisamente un'altra da quelle raccontate dalle cronache giornalistiche.
Non é vero che scappano tutti da guerre e tiranni che rendono invivibili i loro paesi, e questo si da il caso sia un punto fermo nelle circostanze su cui qualcuno scriverà la storia contemporanea.

Esiste per altro una categoria di migranti di cui nessuno parla, sono famiglie benestanti, che avevano posizioni sociali di riguardo: titolati, ricchi, sono gli aristocratici, le classi dirigenti, la parte nobiliare nei loro paesi. Di questi mai nessuno parla eppure nessuno di loro si é fatto cogliere alla sprovvista sotto le bombe, e incastrarti nelle regressive crisi che mettono in ginocchio i loro paesi di origine. Sono tantissimi e non passano certo dai canali della disperazione dove imbarcano sulle carrette del mare rischiando la vita.
Questa gente arriva in treno in aereo, insomma con i normali mezzi di trasporto e se li contendono vari paesi in base alle loro ricchezze esportate in precedenza. Addirittura i vari servizi assistenziali dopo averli intercettati gli vanno a prendere a spese dello Stato che gli ospiterà. C'é molta discrezione intorno a questi esodi di prima classe, diciamo; eppure non ameno, almeno come numeri, degli esodi invasivi del mediterraneo.
Questo é successo e succede ancora in Germania, in Italia e in altri paesi dell'unione, Regno Unito compreso, e anche il Vaticano ha fatto e fá la sua parte. La torta per altro é bella grossa e sostanziosa...

Ma ci sono anche altri aspetti in tutta questa grave e infinita vicenda umana, di cui forse é meglio dare al tempo il giusto momento in cui si possa dire con chiarezza, se mai fosse, cosa c'è sotto la costrizione per evacuare in massa da determinate zone del mondo; e certo le testimonianze individuali di soggetti coinvolti non basta per dare conferma e ufficialità a capitoli che vanno componendo una storia la quale manca la cornice finale..
per la verità non sarà mai troppo tardi...

Talebani e  terrorismo daesh-Alqaeda sono solo un pretesto di copertura (armati a sua volta da chi apparentemente gli combatte: -illusi- ma determinati queste fazioni credono di essere sufficientemente forti e protagonisti ( in nome di un Dio a cui rendere grazie ) ma mai nessuno di loro vedrà il giorno della vittoria ) la comunità internazionale gli avrebbero spazzati via in pochi programmati interventi, invece sono ancora lí nelle loro roccaforti a infliggere un modello infernale di convivenza sociale, quindi effettivo sostituto del vero volto del terrore, si potrebbe dire. Ed é in base a questi concetti che viene il sospetto che dietro  ci siano progetti e disegni Geo politici segreti, diversi da quegli che l'informazione ufficiale propina ai cittadini del mondo.
Verrebbe da pensare subito alle esigenze del mercato globalizzato, e su questo quesito ogni obiettiva osservazione analitica conferma una certa plausibilità; ma a che serve lasciare in piedi e alimentare con mezzi concreti queste fasce di opposizione che incontrollate poi si diffondono terrorizzando ovunque. Serve dunque terrorizzare il mondo prima di imporre un nuovo modello?
Quindi il mercato: quello occidentale che per le sue stravaganti ambizioni di dominio monopolizzante, ha bisogno di trovare sfogo nei mercati orientali per controllarli e cambiarne le sorti e le millenarie abitudini.

Molte sono le domande che nascono e rimarranno senza risposte comunque le cose vadano, e la piú scontata e piú banale é sempre la stessa: -ma é veramente necessario, tenendo conto dell'evoluzione umana, quindi dell' intelligenza, mettere da parte la parte razionale, e lasciare libero sfogo alla parte aggressiva per trascinare milioni di persone verso la disgraziata disperazione, verso la fame la malattie, verso la morte?- se si, queste persone hanno poca fiduccia delle potenzialità di questo pianeta, del potere che ha di auto-rigenerarsi, nonostante gli stessi facciano di tutto per distruggerlo...

Di Barolus Viginti

http://video.repubblica.it/vaticano/rifugiati-papa-francesco-sono-persone-come-tutti-noi/243723/243770


domenica 12 giugno 2016

I Brogli elettorali: altra piaga tutta italica che spesso va oltre confine

I Brogli elettorali: altra piaga tutta italica che spesso va oltre confine
MI domando che testa abbiano quegli che agiscono per creare i brogli elettorali. In linea di massima additiamo giustamente i politici come mandanti, ma esiste un sottobosco di manovalanza spaventosa pronta a tutto per niente. Che aspettative avranno queste persone dal futuro, avranno dei figli, avranno degli interessi, sognano una società migliore. Vorrei proprio saperlo: - che cos'hanno al posto del cervello...
Bisogna poi tenere presente che chi fa si che i brogli riescano sono quasi tutti dipendenti pubblici che nessuno ha mai eletto. Entrano nel sistema per concorso pubblico e chi sé visto sé visto. Tutto normale verrebbe da dire, ma purtroppo il percorso spregiudicato di molti di questi dipendenti dello Stato, é segnato da incongruenze, negligenze di mal servizio, di abusi e quant'altro: sono loro che per volontà di comodo, di autostima e di smania di grandezza nel credersi una spanna superiore dell'utenza pubblica, dei cittadini come loro, ma con la puzza fissa sotto il naso; per altro, fanno dannare i cittadini al cospetto degli sportelli di servizio pubblico: molto che non  funziona, la norma é spesso personalizzata dai soggetti per farne regole assestanti: piú pratiche,meno fatica possibile, ma meno servizio utile. Insomma quasi sempre sorge qualche cosa che non vá e qualche cosa da contestare che fa perdere tempo e spesso denaro...
Allora dico io: non sarà arrivato il tempo di pensare a questi signori per valutare se il loro operato è sempre efficiente e cristallino?
Possiamo sempre far cadere le responsabilità solo sui politici eletti ? …
( quando lo sono veramente eletti, per carità, basta vedere il governo Renzi messo su da Napolitano e dalla Merkel, e dove ci stanno portando, ci sarebbe da tornare alle barricate)
…quando a seguito hanno qualche milione di complici? Possiamo mai combattere la corruzione e il malaffare che veicolano parallelamente ai disservizi e alle negligenze del sistema pubblico, per aggiunta, incrociandosi per gli stessi fini banchettando insieme, diventando lo stesso problema; se non pensiamo a spulciare anche nell'operato di questa categoria, che vive anch'essa di piccoli e grandi privilegi al di sopra delle crisi di ogni tempo, e al di sopra di ogni quieto vivere, che vede invece le comunità sempre piú a rischio del baratro totale, costretti piú che di altri tempi a fare le valigie e cercare respiro e dignità oltre confine 
( A centinaia stanno partendo da ogni parte d’Italia solo per la Germania. Sono tutti giovani, molti lasciano mogli e figli sperando di poterli portare via in un secondo tempo da una realtà che gli sta uccidendo )
Se non si prende per serio ogni aspetto del grande ingranaggio che dovrebbe fare funzionare il sistema non né usciremo mai; mai si potranno combattere le mafie, le caste, i circuiti di interessi a circuito chiuso, se prima non viene risanato l’intero comparto dei dipendenti pubblici con nuovi modelli di formazione professionale.
Se in Germania, in Svizzera e altri Stati il sistema pubblico funziona molto meglio che i Italia, una ragione c’è di sicuro, e sta senza ombra di dubbio nella formazione professionale di chi viene assunto per concorso, e introdotto nelle mansioni al servizio dei cittadini, sono certamente piú preparati, hanno ulteriori rigidi insegnamenti di etica deontologica,  di senso di appartenenza nazionalistica, di senso patriotico, di disciplina civile etc. 
Ecco, sono queste le prerogative che mancano agli italiani, e dovremo prima di tutto domandarci:- ma siamo veramente Italiani?- Serve ancora continuare a illuderci di stare sotto, protetti dalla stessa bandiera in una Unità puntellata ormai da residui di nobili ideali e infetta da recrudescenze storiche di ogni sorta, e che oggi spoglia anche degli ultimi baluardi di sovranità ( depredata dalle privatizzazioni e dalle riserve aurifere ) cade nelle braccia dell’unione Europea ancora piú incerta e traballante, di quanto lo sia l’Italia in rovina.
Serve ancora  -morire per Danzica-ripeteva spesso il grande giornalista Enzo Biagi, la stessa apprensione la dobbiamo esprimere verso l’Italia Nazione: -serve ancora patire e perire per essa dopo cento cinquanta anni di fallimenti, di abusi e soprusi, e qualche accenno di allusiva gloria?- partendo dal semplice presupposto che L’identità di appartenenza cambia nettamente da Regione a Regione, dovremo dire senza remore, NO! Conviene presentarsi all'Europa in ogni formazione identitaria con i propri valori, la propria storia, gli stessi bisogni e diritti, lo stesso spirito di collaborativitá per il bene di ogni etnia, di ogni popolo di appartenenza. .
Diamogli tempo allora all'Italia romana capitalizzata e punto di riferimento “dell’italiano peggiore” e degli innocenti che non trovano appiglio, che non l'hanno mai trovato, dei peggiori che sovrappongono i loro interessi a quegli della collettività; che sia un tempo a scadenza però, che sia un tempo di compiti da portare a termine con successo, altrimenti si ricorra al fattore ovvio ogni percorso di scissione per portare all'indipendenza totale le regioni che già di per sé hanno identità di appartena di Stato, di Nazione…
Non se né puó di questa Italia che mette sul lastrico i cittadini,per cui siamo stanchi di vedere di conseguenza la gente che esasperata si toglie la vita. Badate bene signori che siamo di fronte a un nuovo fenomeno epidemico e che é frutto del malessere sociale ma nessuno ancora né individuato il vero motivo, o perlomeno imputano tali tragedia a fattori del tutto singolari e caratteriali dei soggetti. E invece no! I motivi di questi orribili fatti sono da inquadrare nel malessere sociale, imposto, studiato a tavolino e diffuso, ma nessuno ancora lo dice, eppure alla luce dei fatti tutto si spiega volendo analizzare il fenomeno con lucida e coerente obietivitá; é la crisi dei degli interminabili disagi che delude le aspettative degli uomini e delle donne che si uniscono per formare una famiglia, e invece scoppiano ancora prima di coronare un sogno; ed lí che il fallimento si fa piú insopportabile e insormontabile. Sto parlando dei sempre piú frequenti femminicidi e suicidi la quale hanno raggiunto livelli pandemici ormai. Dobbiamo essere certi che la causa non é da trovare solo nella responsabilità degli sventurati protagonisti che accecati ormai di ogni razionale ragionamento, compiono i gesti estremi per risolvere i loro problemi. Il problema é sociale e come tale va affrontato e risolto. Come sociale é anche il problema della delinquenza comune, della droga, dell'alcolismo. Dove c'é Stato sociale che distribuisce benessere tutti questi problemi vanno automaticamente in calo, fino a sparire del tutto. Anche alla criminalità organizzata, con il benessere sociale diffuso verrebbe a mancare foraggio che la nutre e la manovalanza al suo servizio..
Ecco perché siamo stanchi di questa Italia e non se né puó piú...


...non sé né può più di questa Italia spregiudicata e truffaldina, che non accetta neppure il voto popolare e cerca di cambiarne i risultati; per questo a conti fatti, serenamente e obiettivamente, possiamo contare e ancora sperare nella nuova forza politica venuta dal basso, dall'urlo disperato degli indifesi, dei cittadini mai rappresentati, dei cittadini sempre messi in disparte dalla “Mensa del signore” e dal sistema che crea figli e figliastri. Figli da mandare al macello e altri a vivere dal sudore versato da altri. La nostra speranza in Italia si chiama Movimento 5 Stelle; loro lo sanno e ci temono. Se dovessimo fallire, se la gente no dovesse capirlo per giusta scelta, saranno inevitabili le barricate. Eh si, proprio cosí di questa Italia non se né può veramente più


Di Barolus Viginti


venerdì 3 giugno 2016

Elezioni Bonarcado 2016

Elezioni Bonarcado 2016
Domenica anche a Bonarcado si vota per eleggere il nuovo sindaco,. Tre i candidati in gara, due donne e un uomo: Franco Pinna, Antonella Sanna e Mariangela Malica.

Come a ogni Tornata l’argomento diventa inevitabilmente interesse primario per tutti, o quasi; gli animi si scaldano nel sotto bosco mediatico dei locali pubblici, dei negozi soprattutto nelle case, dove l’usanza detta migliore strategia per divulgare i programmi e gli intenti dei candidati in corsa per lo scranno più alto nel comune di Bonarcanto City; vi fanno visita sperando di accattivarsi le simpatie di intere famiglie, di amici e parenti. Insomma tutti mettono al fuoco tutta la carne che possono, visibile per altro nella lunghezza propositiva dei programmi : promesse spesso non mantenibili, in qualche caso oltre il programma ufficiale presentato in comune. Infatti, c’è da notare che il programma di “Insieme Bonarcado” esiste in due versioni, forse tre; uno è quello ufficiale presentato al comune, un’ altro che riporta delle aggiunzioni da offrire in lettura con consegna a mano, infarinato di tante parole, sbottano alcuni: " é la solita solfa". Non è corretto, non è leale verso le liste avversarie, non è corretto verso i cittadini che in questo modo sono presi in giro, ma lo fanno sperando che nessuno si accorga.











Pragramma candidata Antonella Sanna:

Come detto, con l'avvicinarsi della data prescelta gli animi si scaldano, ma non per i dibattiti o i confronti frontali pubblici, a Bonarcado non si usa. Da sempre in occasione delle elezioni del sindaco in "biddamiracolis" non si fanno comizi, non si fanno confronti, nessuno si espone, nessun si é mai esposto in un discorso politico pubblico democratico come si prevede in democrazia; niente assemblamenti, niente spazio per i contraddittori, niente insomma, ma non per questo il periodo pre elettorale passa inosservato o ignorato, anzi, di tutto e di più vola di bocca in bocca nelle vie del borgo, spesso anche illazioni calunniose e ingiuriose verso gli avversari; come nel caso di Franco Pinna che ne ha percepito con amarezza gli strali immeritatamente. Dico immeritatamente perché di Franco Pinna alla luce della sua reputazione si può parlare solo bene; e aggiungo, secondo me unico fra i candidati che detiene tutti i requisiti necessari per potere traghettare Bonarcado verso il futuro nel migliore dei modi: ha esperienza serietà, capacità e soprattutto la sensibilità giusta per capire i problemi sociali; ama e conosce il territorio, e ha le idee chiare ( non bisogna dimenticare che è docente in agraria ) su come apportare delle misure migliorative nei comparti agro-pastorali, e nei siti archeologici sparsi in tutto il territorio.
Mi auguro che i Bonarcadesi non perdano questa occasione in questo specifico momento storico dell’Italia e di Bonarcado, sarebbe come rinviare di adempire a un dovere urgente e necessario per tutti..

A Bonarcanto tutto avviene quasi tutto con una certa discrezione in linea di massima, non sia mai venisse a mancare il senso del "volemose bene" pestando i piedi a qualcuno che a sua volta se la potrebbe anche legare al dito; proprio in questi momenti poi va meglio al massimo il senno del chi se né frega, dal che nasce il famoso detto: -Finia sa festa immentigadu su Santu-  questa tendenza di pensiero é manifestato in tutta la sua singolare "saggezza&sagacia" popolare, tipica nel Bonarcadese tipicamente disimpegnato ( questi fortunatamente in netta minoranza rispetto al resto che invece ha consapevolezza e bene o male fa le scelte per la quale crede ) disimpegnato da tutto ciò che lo circonda, non legge né vede neppure di sguincio i programmi delle liste in gara, anche se gli capita a vista d’occhio, figuriamoci per le altre cose importanti. Ma tutti però nelle scelte si affidano meglio al cuore che alla testa, quindi le loro scelte in cabina elettorale sono motivate per rapporti diretti di simpatia, di amicizia, di famiglia o altri interessi pratici, non dico di casta, ma 1.600 anime sono di per se divise i vari gruppi di interesse, rapporti di affari, e dove viene sancito sotto molti aspetti il dominio del territorio, esercitato anche esso senza dare nell'occhio. Tutto sommato tutto nella normalità delle cose per quel che si puó, la mafia qua non esiste, forse un po di camorria si, ma si sa, dove c'è campane... ah!! giá, quello é un'altro detto, e col nostro discorso non centra!!

In chiusura di questo discorso sento di dire a tutti gli elettori di Bonarcado di pensarci bene nel dare il suo consenso a chi deve governare il paese; è prerogativa assoluta ragionare con la testa e non con il cuore. Buon voto a tutti…


Di Barolus Viginti

PS.
Per il che se né dica questo articolo non é mirato a colpire, denigrare o a offendere delle persone singole, e tanto meno il paese, ma bensì serva a trarre spunto per migliorare insieme e progredire. Sono anch'io di Bonarcado e penso che fare autocrita faccia solo del bene a tutti...


Programmi elettorali:
Candidato franco Pinna
Candidata Mariangela Malica:

sabato 14 maggio 2016

Dedicato a Giuseppe Diana e la moglie Luciana Corgiolu, massacrati dal figlio in una notte di follia

Giuseppe Diana era prima di tutto una persona per bene, squisita, semplice e affabile, sempre disponibile, con un bagaglio di cultura culinaria immensa; appassionato e coinvolgente; era capace di gestire grandi cuochi e farli lavorare per lo stesso fine in perfetta armoniosa sincronia.
Come molti  sardi partì presto dal suo paese natale, Nuscis: piccolo centro minerario del Sulcis iglesiente, e aveva le idee ben chiare, il suo obiettivo era imparare a fare il cuoco per non finire come tanti dei suoi paesani, in miniera a estrarre carbone per pochi denari...

Giuseppe Diana diventò Gran Gourmet, sempre impegnato, ha dato molto alla cucina italiana; le sue trasferte in Svizzera in Spagna, in Germania erano occasioni di coinvolgimento per tutta la brigata del Motel Agip (Firenze Nord) agli inizi degli anni ottanta. Partecipavamo tutti nei preparativi preliminari per fare si che le sue tournée fossero di sicuro successo. E lo erano.
Portò con la sua bravura e l'ausilio di una grande brigata il ristorante Executive, all'interno dello stesso Motel, Agip, a grandi livelli; rappresentò la cucina italiana in mezza Europa, incorniciandola nel contesto globalizzante dei tempi, sempre all'avanguardia nello studio e nelle tendenze innovative dei sapori e dei gusti, senza mai abbandonare mai la grande e ricca cucina Sarda e Toscana a cui dava occasioni di sfogo rappresentativi particolari.

Il nostro non era solo un rapporto di lavoro, ma anche di amicizia. Sono indimenticabili le cene consumate nei migliori ristoranti classici in città e nelle colline del Chianti con tutta la brigata e i rispettivi familiari, etc. giorni indimenticabili di puro divertimento e di acquisizioni professionali importanti scrutando i menù offerti a noi da altrettanti grandi gastronomi in quelle occasioni.
Mi porto di lui questi bei ricordi. Ricordo di lui il grande altruismo che lo caratterizzavano, spessore umano di rilievo educativo ed esemplare, quando veniva in partita ( partita in gergo vuol dire reparto d'avanti alle piastre o ai fornelli, dove si preparano i primi piatti o i secondi piatti ) mi toccava le spalle e mi diceva: - Sai quanti coperti abbiamo fatto a Lunch ( pranzo)-
-ha, lo posso immaginare- Gli rispondevo
-ebbene, anche oggi sono 80 alla carte nel ristorante Executive, e manca poco a tremila nel
self-servis- la quale servizio avveniva in contemporanea dagli stessi fornelli, per capirci...
Dopodiché mi diceva vai a cambiarti la giacca che sei fradicio di sudore, ti sostituisco io 5 minuti, non ti puoi ammalare che abbiamo anche domani, dopo domani, tutto il mese e tutto l'anno.
Tanta era allora la clientela di passaggio nell'autostrada del sole del Motel Agip di Firenze Nord, in cui Giuseppe Diana era chef coordinatore preparato e scrupoloso. Si contavano 25.000- 30.000 coperti al mese; é solo merito suo e della brigata di professionisti che aveva a disposizione che si poteva tenere fronte a certi ritmi pur mantenendo alti livelli qualità e di alta espressività professionale.

Era questo Giuseppe Diana insignito di molti titoli ad honorem, conquistate nella sua magnifica e brillante carriera. Era attivissimo collaboratore dell'associazioni cuochi di Firenze, la quale vantava essere promotore di molti eventi, di incontri organizzati nei piú rinomati e grandi alberghi della città: Grand Hotel, Hotel Baglioni, Hotel Michelangelo, Hotel Excelsior, etc.  consuetudini frequenti per lui e per noi che lo seguivamo con fiduccia; erano eventi da cui ogni iscritto poteva trarre ulteriore conoscenza professionale, occasioni di incontri e di unione fra i migliori gastronomi della città.
Ai tempi era grande amico del cavaliere commendatore Renato Ramponi, presidente dell'associazione cuochi Italiani e chef del Grand Hotel di Firenze, erede di un'altro grande della cucina Toscana, Eliseo Guidetti, che diede vita all'associazione cuochi fiorentini, con la quale anche Diana collaborò, e la quale anche io ebbi l'onore di conoscere entrambi. Dello scrittore gastronomo
Cavaliere Leo Codacci, scrittore, per trent'anni é stato l'alfiere della tradizione contadina nella cucina toscana, presentatore di programmi culinari in una TV privata di Firenze, via etere portó nelle case dei Toscani un patrimonio di ricette antiche e moderne di valore inestimabile, coinvolgendo tutti i migliori nomi che al meglio rappresentavano la cucina Toscana, e alla quale anche Giuseppe Diana diede supporto, compreso il sottoscritto. Il cavaliere Codacci Ricoprì inoltre e per molti anni l'incarico di vice presidente nazionale dell'accademia gastronomica Italiana, e presidente di quella  Toscana.

Ricordo con piacere quando Diana venne a trovarmi, quando io fui trasferito al Motel Agip di Assago (Mi) e in seguito al motel Agip di Trieste. Era alla fine degli anni ottanta, Giuseppe Diana allora era ispettore del reparto cucine di tutta la catena alberghiera della Semi Gran Turismo, società affiliata all'ENI, fú una promozione meritatissima neanche troppo ambita, considerando il suo animo, ma lo scelsero proprio per questo, perché non era tipo che sgomitava per ottenere posizioni di riguardo, e la quale compito svolgeva allo stesso modo di quando stava d'avanti ai fornelli, con occhio di riguardo alle attrezzature, alla qualità dei cibi che venivano scelti in tutte le strutture Nazionali, e in particolare al benestare del personale...
Scelsi lui e il suo secondo Giovanni Cisternino, quando a Trieste venne in visita ufficiale il principe Carlo d'Inghilterra, dove il principe fu anche ospite del cugino presso il castello di Duino Aurisina, di rimpetto e un tiro di schioppo dal Motel Agip, dove fu allestito il pranzo e la cena per 600 circa commensali, facenti parte del scodinzolante seguito del Principe.
In quella occasione ci fu esigenza di dare ai menù un supporto adatti all'occasione, e così chiesi e ottenni dal direttore e dalla direzione generale in Roma, la presenza di Diana e di Giovanni Cisternino ( altro grande professionista di origini pugliesi ) per l'esecuzione di quei particolari banchetti. Anche quegli si rivelarono giorni intensi di preparazione e di acquisizioni professionale, e del carisma che Diana emanava con la sua presenza, incutevano sicurezza e tranquillità per tutta la brigata.
Ricordo durante le pause Diana preferiva uscire con me facendosi consigliare dei luoghi che ancora non aveva esplorato, era un grande curioso.
Quel pomeriggio in macchina verso Grado ( cittadina Balneare della provincia di Trieste, Gorizia, Udine ) rimasi colpito da un velo di Tristezza che raggrinziva un pó il suo volto, parlammo del piú e del meno, di me di lui delle rispettive famiglie, del lavoro e del suo girovagare presso centri vacanza e i Motel sparsi in tutta Italia. Nonostante i suoi modi di approccio erano sempre gli stessi  non era piú lo stesso Diana che conobbi negli anni precedenti in quel di Firenze; oltre alle prerogative circostanziali non si sbottonò piú di tanto; ma capì che non si trattava di normale stato d'animo passeggero, notai qualche cosa di profondo sotto quel volto pallido e un po affaticato; non feci fatica a dedurre che quella strana malinconia forse era dovuta alla mancanza di una prole, di un'erede per garantire la sua continuità.
Fú comunque un bel pomeriggio piacevole in un caffè nel lungo mare di Grado, dove la sera poi ci ritrovammo  in cucina a organizzare il servizio, e fu lí che gli si tornava ad illuminare il viso, lí d'avanti al Pass a leggere le comande.
Incontrai ancora Diana agli inizi degli anni Novanta a Campi Bisenzio, dove abitava con la moglie, eravamo entrambi fuori dalla Semi Gran Turismo; mi volle con lui in una nuova esperienza gestionale all'Hotel Santa Cristina di Prato, bellissimo palazzo in stile Barocco che dominava dai piedi del monte Calvana, in una bellissima panoramica di tutta la città di Prato.
Lavorammo insieme per qualche mese poi i casi della vita mi hanno portato in altri lidi, ed é da allora che non ho piú visto ne risentito il grande chef di cucina Giuseppe Diana.

Io devo tanto a lui che mi ha insegnato l'arte di amare i cibi, di conoscerli e di trasformarli abbinandoli in tutte le occasioni per gradevolezza al palato dei clienti...
Era una gran bella persona, gli anni vissuti lavorando con lui sono stati indimenticabili, sono il bagaglio di esperienza che mi porto appresso, sono la mia vera ricchezza di forgia e di studio che mi hanno permesso di fare questo meraviglioso mestiere nei migliori ristoranti e alberghi di  Firenze, Milano, Roma, Trieste, Cagliari, Rimini, Costa Smeralda e in fine Germania.

Di sicuro Giuseppe Diana e la sua consorte, altra bella e amabile persona; non meritavano una fine simile: uccisi per altro dal loro figlio adottivo, quel figlio tanto desiderato che ha voluto e a cui sicuramente volle inculcare degli autentici valori.
É incredibile che sia accaduto a delle persone come loro in una giornata di autentica follia, da parte di un familiare la quale avevano allevato con cura e attenzione, desiderando per lui sicuramente una vita almeno come l'hanno vissuta loro. Perché era questo Giuseppe Diana, oltre la passione e la serietà professionale per la gastronomia, dalla vita non ha mai preteso piú di tanto, poteva diventare ricco, ma i suoi valori e la sua alta moralità gli hanno fatto scegliere un'esistenza umile seppur da benestante, sempre pronto ad aiutare il prossimo.

Addio Diana, spero di rincontrarti nell'altra dimensione insieme a Luciana per rivivere quei momenti indimenticabili di allegria e di confronto la quale io ebbi molto da imparare, Grazie infinite...

""
IN SA GLORIA CHE SIAIS""

Di Salvatore Zuddas